da "AURORA" n° 1 (Dicembre 1992)

EDITORIALE

In cammino

Luigi Costa

Col presente numero si chiude un ciclo di questo periodico che, in quattro anni di vita, ha attraversato momenti di grande difficoltà senza tuttavia mai venire meno alla sua funzione originaria.

Nato come strumento di elaborazione ed espressione di un piccolo gruppo locale -che avvertiva l'esigenza di rompere definitivamente con schemi e prassi politico-operative consunte- "Aurora " è andato via via assumendo un carattere più ampio sino a rappresentare -sia per la capillare distribuzione che per la qualità delle collaborazioni- un punto di riferimento importante nell'ampio contraddittorio in cui è da tempo impegnata tutta l'Area nazionalpopolare. Risolti quindi i problemi tecnici (anche se molto rimane da fare per costruire uno strumento agile e adeguato) e (solo in parte) quelli finanziari, il giornale potenzia la sua periodicità -da trimestrale a mensile- allargando la redazione, che diviene più numerosa e qualificata rispecchiando il carattere nazionale che la rivista ha assunto.

Già da questo numero sono indicate alcune Redazioni Regionali che contribuiranno a potenziare la testata, consentendo un più stretto collegamento tra lettori, collaboratori e redazione centrale, con un apporto organico in grado di determinare una crescita ulteriore in termini qualitativi della testata.

I contributi dei lettori divengono sempre più essenziali: indirizzi, collaborazioni, informazioni -anche di carattere locale- che possono essere sviluppati e denunciati da queste colonne. Solo l'aggancio col reale, col quotidiano può dare l'occasione di inserire il nostro progetto -sia dal punto di vista culturale che sociale- nelle dinamiche politiche in rapida e convulsa evoluzione, uscendo dagli angusti «circoli viziosi» in cui da troppo tempo tutto il nostro mondo è confinato.

Non da oggi siamo convinti che non serva solo la cultura, che non basti solo enunciare delle idee, ma sia essenziale vivere la Comunità e in essa e con essa costruire il futuro. Con umiltà, con la piena consapevolezza di non avere raggiunto nessun obiettivo, coscienti che le difficoltà sinora superate (organizzative, finanziarie, umane, ecc...) sono poca cosa rispetto a quelle che incontreremo lungo la strada. Non si tratta, quindi -speriamo di averne dato dimostrazione pratica- delle «solite» parole al vento, delle promesse da «marinaio» tanto frequenti in un mondo scollato e facilone come quello di cui -nostro malgrado- facciamo parte. Sappiamo sin troppo bene che qualsiasi progetto di ampio respiro, che rifugga dai soliti compromessi e nutra l'ambizione di essere -o divenire- voce e braccio dell'antagonismo, dovrà fare i conti con gli strati e substrati codificati e solidificati da decenni di personalismi, di velleitarismi di capi e sottocapi che da un lunghissimo periodo pretendono di dettare comportamenti e posizioni politiche sempre rispondenti a logiche sedimentate in cui il fatto personale assume sempre e comunque «valenza» e «centralità» politica.

Uscire da queste logiche è il presupposto per avere la speranza di costruire un avvenire. Solo avendo ben chiaro che vecchie tematiche e vecchi arnesi vanno definitivamente riposti nel cantuccio è possibile infrangere le attuali barriere che ci separano dalla «società civile», che al di là del nostro quotidiano operare ci tolgono qualsiasi credibilità.

Tutto è determinato da noi, dalla nostra volontà e dalla lucidità operativa di cui saremo capaci. Il germe del successo e del fallimento è insito nelle scelte che ora ognuno di noi è chiamato a fare.

Non basta il convinto lavoro di pochi. Non basta illudersi che il tempo crei condizioni diverse se non assumiamo ora l'impegno di fare, senza attendere miracoli che sicuramente non avverranno.

Nessuno potrà accusarci di non avere con estrema chiarezza e lealtà chiarito il nostro pensiero, detto quello che andava detto senza .-come al solito- peli sulla lingua.

Ogni lettore è parte di quest'avventura, il suo atteggiamento determinerà in un senso o nell'altro l'esito finale.

Diciamo tutto questo ammaestrati da precedenti esperienze, perché anche in quest'occasione abbiamo preso atto che a fronte di conclamati e chiarissimi impegni assunti, molti hanno «latitato»; pur sommergendoci con lunghi effluvi di parole verbali e scritte, che tali sono rimasti; «vuoto nulla» declamato da chi «vale nulla».

Senza illusioni dunque, che sia chiaro a tutti.

Con l'ambizione, comunque sia, di costruire attorno ad "Aurora" non marginali e inutili «torri d'avorio» ma una Comunità di Uomini cosciente del momento storico che stiamo vivendo e della portata dello scontro sociale, etnico, culturale in atto e delle grandi possibilità e prospettive che sempre più ampie si aprono.

Verrà presto il momento dei documenti politici, degli incontri e manifestazioni. Verrà il momento dell'azione concreta, della pratica politica concreta.

"Aurora" di questo Movimento vuole essere la voce, la palestra per il dibattito, il punto di riferimento e coordinamento.

La strada non è agevole, noi abbiamo da tempo iniziato a percorrerla, attendiamo tutti coloro che con onestà e limpidezza di intenti vogliono marciare con noi.

Luigi Costa

 

indice n° 1 articolo successivo