da "AURORA" n° 3 (Febbraio 1993)

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È giunta l'ora della protesta

Pierpaolo Zaccanti

Non vi è dubbio che l’anno appena trascorso sia stato un anno di stangate piovute su tutto il mondo del lavoro ed in particolar modo sui lavoratori del Pubblico impiego.
Il 1992 è stato, anche e soprattutto, l’anno in cui le stangate del governo Amato sono state le più consistenti degli ultimi 50 anni: dalla svalutazione della lira alla disdetta della scala mobile, dalla perdita di tutte le conquiste sociali alla privatizzazione di Enti pubblici economicamente stabili, per arrivare alla perdita delle conquiste in materia previdenziale e sanitaria. 
Di tutto ciò pochi hanno parlato.
Si è ben guardato dal parlarne il regime ed altrettanto hanno fatto i sindacati della triplice, tanto che non è stato nemmeno motivo di protesta da parte di quelle forze cosiddette progressiste e sempre pronte ad agitarsi per un nonnulla.
La nostra, sia ben chiaro, è una precisa denuncia politica nel senso che accusiamo le forze politiche, economiche e sociali che si identificano con l’attuale sistema partitocratico e demo-parlamentare di essere responsabile dell’attuale crisi politica, sociale e morale in cui, da troppo tempo, versa il nostro Paese.
È fallito il sistema democratico che ci ha regalato la partitocrazia e la tangentocrazia.
È andato in malora il modello di sviluppo che ci aveva promesso un sistema economico forte e capace di distribuire, in uguale misura, ricchezza e certezze per il futuro nostro e dei nostri figli, ma che di fatto ha alimentato la corruzione, arricchendo chi era già ricco ed impoverendo chi ha continuato onestamente a lavorare sperando in un avvenire migliore.
Alle vecchie povertà si sono aggiunte quelle nuove, mentre l’isolamento è divenuto emarginazione.
Ad un sistema produttivo che non riesce a competere con quello degli altri paesi si aggiunge un fisco che divora gran parte dei miseri guadagni di chi lavora onestamente.
Per tutti gli Italiani, lavoratori o pensionati, giovani o anziani, è giunta l’ora della protesta.
Vogliamo, finalmente, prendere coscienza della situazione?
Tutti gli Italiani vivono il dramma della loro Nazione in crisi e tutti ne auspicano il cambiamento.
Ma come e cosa cambiare?
La crisi ha portato all’emergenza e questa impone scelte radicali per superare e risolvere l’attuale situazione.
Scelte forti, rivoluzionarie, alternative che riescano ad eliminare gli sperperi, distruggere i privilegi, cancellare i facili favoritismi ed investire le risorse non per assistere o per tutelare, ma per dare risposte chiare e produttive alla Nazione ed al mondo del lavoro per garantire sviluppo ed occupazione.
Parliamoci chiaro, però.
Il cambiamento non potrà avvenire con l’attuale sistema e con l’attuale classe dirigente, ne scaturire dall’attuale modello.
Si può e si deve cambiare, ma, prima di tutto dobbiamo liberarci della zavorra che da troppo tempo impedisce una civile crescita del nostro Paese.

Pierpaolo Zaccanti

 

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