da "AURORA" n° 4 (Marzo 1993)

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L'ora della verità

Gianni Benvenuti

Per quasi cinquanta anni ne hanno raccontate di tutti i colori. Ne hanno fatte di tutti i colori. Hanno stravolto e falsificato la storia. Hanno diviso l’Italia in buoni e cattivi. Senza ritegno. Senza pudore. Con un unico fine. Crearsi un alibi per fare i loro sporchi comodi.
Hanno addormentato e manipolato intere generazioni. Hanno demonizzato venti anni di storia per costruirne quasi cinquanta a loro uso e consumo. Sono arrivati, alla fine, a gettare irrimediabilmente nel fango persino quella Resistenza ai cui presunti valori hanno sempre sostenuto di rifarsi. Hanno razziato, mangiato, vessato, malgovernato per quasi cinquanta anni con una tenacia ed una perseveranza sconcertanti. 
Ossequiati ed impuniti. Per una sorta di logica perversa, quanto più rubavano e malgovernavano, tanto più venivano premiati, con un consenso che ha dell’incredibile. Per quasi cinquanta anni, tutti o quasi, sotto l’ombrello protettivo dei partiti.
Tutti insieme a costruire e consolidare il bubbone partitocratico.
Maggioranze ed opposizioni. Tutti insieme ad edificare il monumentale fallimento dell’Italia nata dalla Resistenza. Se ne sono fregati di tutto e di tutti. Le città lasciate in mano a furibondi speculatori che hanno fatto le loro fortune con l’avallo complice di amministratori e partiti corrotti.
I giovani ai quali hanno concesso soltanto una scuola inutile, droga, notti folli e suicide in assurde discoteche. E tanta disoccupazione e disperazione.
I lavoratori a cui, con l’appoggio complice di corrotti e corruttibili sindacati, hanno inesorabilmente tolto sacrosanti diritti. Fino ad arrivare allo smantellamento dello Stato sociale che il Fascismo aveva mirabilmente e tenacemente avviato e costruito.
L’ecosistema aggredito e falcidiato da una logica consumistica perversa e incontrollata. Hanno messo gli italiani in folli code sulle autostrade per consumare demenziali fine settimana al mare, ai monti o sulle nevi. A dilapidare energie e risorse in una corsa selvaggia verso l’autodistruzione sistematica.
Hanno spappolato, addormentato e umiliato un popolo troppo imbelle per fare i loro sporchi comodi con una freddezza ed un cinismo che non hanno eguali. Hanno rubato a mani basse e, soprattutto, hanno malgovernato. Ladri e cinici incompetenti allo stesso tempo.
Oggi i nodi sono tutti al pettine. Il coperchio è tolto. È emersa l’immensa cloaca a cielo aperto che in questi cinquanta anni hanno edificato per esplicita volontà e per intrinseca incapacità.
È arrivata l’ora della verità. Indietro non si torna più. La condanna di questa classe politica è totale ed inequivocabile. Non ci possono essere prove d’appello. Per i ladri non c’è che la galera, per i cinici incompetenti l’immediata cacciata. 
Devono rendere conto di quasi mezzo secolo di ruberie, vessazioni, menzogne, provocazioni, abusi e soprusi. Nessuna indulgenza e niente sconti. Le responsabilità sono madornali. I delitti commessi incommensurabili. Non c’è nemmeno bisogno di processi politici. Niente Norimberga per loro. Non la meritano. I misfatti sono di fronte agli occhi di tutti. La condanna è già emersa. L’Italia nata dalla Resistenza è affogata negli scandali e nel malgoverno.
È arrivata l’ora della verità.
Fare piazza pulita è un obbligo da parte di coloro che mai hanno condiviso, né tantomeno appoggiato, un certo modo di intendere la politica. È l’ora degli anticonformisti di sempre. Di tutti, nessuno escluso. Poco importano le tessere, se mai le hanno avute, che fino a ieri hanno portato in tasca.
L’ora della verità coincide con l’ora della eresia. Nessuno si scandalizzi. Chi non ha per lo meno una dose di intrinseca eresia resti pure a coltivare il proprio orticello come ha fatto fino ad oggi.
Non c’è bisogno di ribelli conformisti. 
Né di finti ed ipotetici rivoluzionari. 
Anche perché, come prima cosa, non c’è alcuna rivoluzione da fare.
Vi è soltanto la improrogabile necessità di mandarli tutti a casa. 
Fare piazza pulita. 
Per costruire il nuovo, che dovrà essere l’esatto opposto del vecchio.

Gianni Benvenuti

 

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