da "AURORA" n° 4 (Marzo 1993)

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Cosa sta facendo la Chiesa cattolica?

Renato Pallavidini

C’è un problema che mi sembra utile porre al centro dell’attenzione dei lettori, in un contesto politico così torbido come l’attuale: cosa sta facendo la Chiesa Cattolica?
Partiamo da alcuni punti fermi che sono, da un lato, lo sbriciolarsi del movimento comunista internazionale che per tutti i decenni passati aveva inalberato la bandiera dell’opposizione sociale e della lotta al capitalismo, dall’altro il risveglio islamico in Medio Oriente, in Bosnia, nelle terre asiatiche dell’ex Unione Sovietica. Sono due lati di una contraddizione che sta attanagliando la Chiesa cattolica e che rischia -ne sia o no cosciente il Papa- di renderla un fenomeno e un’istituzione sempre più marginale nel contesto delle moderne società capitalistiche avanzate.
Il tonfo dei partiti comunisti ha trascinato con sé l’intero movimento dei lavoratori e l’insieme dell’opposizione sociale al sistema dominante creando sì le condizioni per l’attuale marea montante liberalcapitalista e americana, ma creando anche, soprattutto fra la fine del ’89 e la crisi del Golfo, le condizioni per una ricostruzione del movimento di opposizione sociale al capitalismo entro forme politico-culturali differenti. Era questo il progetto ambizioso del rautismo, fallito per scarsità di determinazione e di mezzi. Chi, se non il Cattolicesimo, poteva irrompere in forze su questi enormi spazi vuoti lasciati dalla crisi comunista? Che le possibilità fossero e siano concrete lo dimostrano le stesse manifestazioni popolari ed operaie di questi ultimi 12 mesi. Non si vede alcun punto di coagulo sindacale e politico, né Rifondazione comunista, carica di ricordi nostalgici e di sbandate operaistiche, sembra in grado di coprire questo vuoto. Per non parlare della Lega Nord, che sembra volersi muovere sempre e solamente in sintonia con la media impresa brianzola, compromessa con le speculazioni sui titoli di stato e coi grandi gruppi privati che guidano la Confindustria. Dopo l’annuncio della decisione Fiat di chiudere lo stabilimento Lancia di Chivasso, nella cittadina piemontese si è persino svolta una manifestazione congiunta di operai e commercianti del luogo. Rarissimo, ma significativo esempio di convergenza spontanea fra lavoratori dipendenti e ceti medio-bassi. Come dire che l’attuale crisi economica e sociale e i processi di ristrutturazione industriale che la determinano e l’accompagnano creano le condizioni sociali, oggettive e strutturali per la ricomposizione di una frattura storica, fra ceti medi e movimento dei lavoratori, che è all’origine dello strapotere delle classi capitalistiche, del fallimento del Fascismo rivoluzionario e del crollo comunista. Eppure, a Chivasso, in una spontanea manifestazione così oggettivamente importante non c’era una sola bandiera politica e spirituale in grado di amalgamare e orientare la massa di lavoratori, impiegati ed esercenti scesi in piazza contro la decisione Fiat! La Chiesa cattolica, il Vescovo di Torino, con la loro ancora enorme influenza spirituale, dov’erano? Bastava esserci, a Chivasso, come nelle manifestazioni dello scorso autunno contro la finanziaria di Amato, per diventare il punto di riferimento di milioni di sbandati e la naturale controparte di governo, Confindustria e FMI!! Eppure, in analoghe situazioni che si stanno verificando in Bosnia, in Algeria, in Asia, il clero islamico c’è e fa sentire la sua voce di protesta e la sua influenza spirituale per contrastare multinazionali, sionisti, liberali e occidentalisti di tutte le risme! Insomma, se Khomeini ha gridato al mondo con chiarezza che l’America e tutto l’insieme di interessi e di valori che essa incarna e difende sono il Grande Satana, questo Papa non solo non l’ha detto, ma lo ha negato, sollecitando l’intervento dei marines in Somalia, in Bosnia, ovunque nel mondo esista una situazione di crisi che colpisce i maledetti interessi occidentali.
La "Centesimus Annus" è rimasta un bel documento teorico smentito da una prassi politica che riconferma quanto Togliatti ebbe a dire -certo in modo sin troppo semplicistico, ma efficace!- nel ’48: "La Chiesa cattolica è un ingranaggio del sistema di dominio imperialistico". Possibile che le gerarchie cattoliche, Papa in testa, non si rendano conto che continuare ad appoggiare passivamente questo modello di società significa far morire per lenta asfissia gli stessi valori evangelici? Perché in una società americanizzata ludica e consumistica non ci sono più gli spazi culturali e sociali per un’autentica scelta religiosa! Evidentemente, per la Chiesa, hanno un peso maggiore i legami finanziari che la legano al mondo capitalistico e massonico internazionale di quanto ne abbia la preoccupazione per la sorte dei valori religiosi e cristiani. Bell’esempio per i credenti ai quali si dirigono sempre continue, inutili, plumbee prediche sul sesso, l’aborto, il consumismo, ecc. 
Che senso ha predicare da Piazza San Pietro contro l’edonismo e il consumismo contemporaneo quando poi si pranza e si dialoga amenamente con i veri boia della stessa religione cattolica: i Clinton, i Bush, i Romiti e quando si invocano le forze militari del paese ludico per eccellenza?!

Renato Pallavidini

 

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