da "AURORA" n° 7 (Giugno 1993)

MOVIMENTO

Quando la «giustizia» non perdona

Durante la campagna elettorale per le elezioni politiche dell’Aprile 1992, il Movimento Antagonista (e non "Alternativo", come scritto sul documento a fianco riportato) affisse migliaia di manifesti in varie zone d’Italia. L’Emilia Romagna è stata in quell’occasione la Regione ove la nostra azione politica è stata condotta con maggior sistematicità. È evidente che l’alto numero delle persone impegnate nell’affissione e l’estensione territoriale ha prodotto alcuni errori come quello che ci viene contestato. Molto spesso era arduo distinguere, in zone altamente urbanizzate, i confini tra i vari comuni, quindi lo spazio "1" di Imola e lo spazio "14" di Castel S. Pietro Terme (per fare un esempio) potevano facilmente essere invertiti.
Ma la legge, come tutti sanno, non ammette l’ignoranza. Quindi più che giusta la punizione comminataci.
Nella stessa campagna elettorale (come tutti hanno potuto constatare) i candidati dei vari partiti in lotta fra loro sguinzagliarono decine di ben rimunerati attacchini, dando vita ad una comica, a volte anche violenta, lotta all'ultimo manifesto. Così abbiamo potuto ammirare interi tabelloni elettorali coperti dalle facce più strane, corredate dalle più astruse didascalie.
Non ci risulta che nessuno di questi (almeno per quanto riguarda l’Emilia Romagna) sia stato perseguito per lo scempio prodotto in quell’occasione.
Con questo non vogliamo asserire di essere perseguitati dalla Magistratura e dalle Forze di Polizia. Una singola violazione delle norme è più facilmente documentabile, quindi punibile, dell’inosservanza sistematica operata dalla stragrande maggioranza.
Non possiamo che sentirci onorati, anche questa volta, dell’esempio che la legge, attraverso noi, vuole dare. "La legge dei due pesi e delle due misure" che, da tempo, è l’unico modo con cui viene amministrata la giustizia in questa derelitta Italia.


Incontro Nazionale (2-3-4 luglio)

Come preannunciato nel n° 4 di Aurora, i giorni venerdì 2, sabato 3, domenica 4 luglio, il Movimento Antagonista organizza, nei dintorni di Cento (FE), un incontro nazionale.
Nello spazio adibito alla manifestazione è possibile il campeggio sia in tenda che in roulotte; quanti intendono prenotare in albergo, preavvertendo, possono farlo a prezzi convenzionati.
Il settore ristoro, gestito direttamente dai militanti dell’Area, praticherà prezzi politici.
Quanti desiderano informazioni più dettagliate possono ottenerle telefonando alle Redazioni regionali o alla redazione di "Aurora".
 


Dibattito a Torino

Lunedì 24 maggio, il gruppo culturale "Orion - Aurora" di Torino ha organizzato, nella sala circoscrizionale di Corso Moncalieri 18, una conferenza dibattito sulla crisi politica italiana.
La serata, alla quale ha partecipato in veste di correlatore il prof. Coppellotti, è stata aperta da una relazione del prof. Pallavidini, redattore di entrambe le riviste, alla presenza in pubblico di circa 40 persone, fra il quale spiccava un certo numero di studenti dei licei torinesi, in modo particolare del liceo classico "Cavour" e del liceo scientifico "Einstein".
Il prof. Pallavidini ha ripercorso ed esaminato le vicende politiche italiane dell'estate del '91 sino ad oggi, analizzando contestualmente caratteri strutturali e ragioni oggettive di crisi del sistema politico italiano, costruitosi nel corso dell'intero secolo attorno a logiche consociative e clientelari finalizzate ad erodere il consenso sociale del movimento operaio organizzato e delle sue espressioni politiche, il PSI prima, il PCI dopo il 1945. 
L'esaurimento di questa forma di opposizione sociale che si è costruita storicamente attorno alle organizzazione politiche e sindacali marxiste, la contemporanea fine del ciclo di sviluppo speculativo degli anni '80, che aveva indebitato tutti gli stati occidentali, rendevano inevitabile la crisi di istituzioni e di soggetti politici sorti per distribuire a pioggia le risorse finanziarie dello stato, e strutturalmente incapaci di introdurre una seria politica economica liberista che necessariamente avrebbe colpito le loro stesse basi di consenso elettorale.
L'inevitabilità di questa crisi, e il timore che essa potesse avere un andamento largamente incontrollato, favorendo lo spostamento di gruppi sociali tradizionalmente moderati, quali i ceti medi e la massa cattolica legata alla DC, verso nuove forme di opposizione radicale e sociale inducono le classi capitalistiche nazionali e internazionali a giocare d'anticipo, aprendo nell'estate-autunno un conflitto con il tradizionale potere politico che in prospettiva porterà all'attuale liquidazione dei vecchi soggetti politici. 
Si sta vivendo dunque, secondo l'opinione del prof. Pallavidini, una situazione di crisi manovrata dal potere economico, e finalizzata ad un semplice ricambio di classe politica, di sistema politico e di logiche istituzionali all'interno delle strutture capitaliste; un ricambio che è e sarà sempre più accompagnato da una selvaggia politica economica neoliberalista. In questo contesto anche le inchieste della magistratura, per non parlare del referendum truffa del 18 aprile, rischiano di configurarsi come uno strumento di una simile manovra guidata dalla Confindustria e dai rappresentanti nazionali degli organismi finanzieri internazionali; quali OCSE e FMI.
Il prof. Pallavidini conclude il suo intervento mettendo in luce che sarebbe un grave errore di analisi considerare il nuovo sistema politico, che si sta creando, come una versione aggiornata di quello vecchio, schematicamente ed erroneamente definito partitocratico. Si tratta di un sistema di rapporti politici qualitativamente nuovo nella storia italiana; un sistema articolato attorno a uomini e schieramenti privi di legami sociali, direttamente legati alle strutture di potere, ai mass media, ai meccanismi economici, e quindi orientati a pensare e a governare in rapporto alle esigenze di funzionamento del sistema economico capitalistico internazionale, senza alcuna forma di sensibilità sociale, né corretta né perversa.
Il prof. Coppellotti intervenendo brevemente nella seconda parte della serata ha posto alcuni quesiti di grande rilievo politico, che hanno immediatamente acceso il dibattito in sala. Il prof. Coppellotti si è chiesto in quali forme agire in una situazione che sembrerebbe totalmente chiusa a favore delle classi dominanti; con una scelta esclusivamente movimentista, oppure puntando ad alcuni nuovi soggetti politici già inseriti nelle istituzioni, e destinati verosimilmente a rafforzarsi con il passaggio al sistema di voto uninominale maggioritario? 
Il quesito tocca immediatamente la valutazione della natura e del ruolo della Lega Nord, sulla quale, fra il pubblico, si sono registrate opinioni contrastanti.
Altro problema sollevato dal dibattito aperto dal prof. Coppellotti è la posizione che un'area come la nostra dovrebbe tenere verso gli immigrati.
Anche in questo caso si è registrata una frattura fra chi, come il prof. Pallavidini era propenso a vederli come un referente sociale dell'azione antagonista, in base a considerazioni internazionali e cultural-religiose, e chi invece manteneva una posizione di pregiudiziale chiusura, con il rischio di alimentare comportamenti razzisti. 
Unanime infine il giudizio dei presenti sulla necessità di superare la pregiudiziale antifascista, e sul ruolo positivo che la Lega Nord potrebbe svolgere su questa problematica.

 

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