da "AURORA" n° 7 (Giugno 1993)

RECENSIONI

 

Pablo Echaurren
Vita di Pound

Guaraldi       £. 9.900

 

Quando le tavole dedicate a Ezra Pound cominciarono ad uscire su "Il Sabato" vennero salutate dalle prevedibili polemiche: le vestali dell'antifascismo insorsero indignate contro un affronto intollerabile; che del Pound politico si parli nei fumosi scantinati dei reduci di Salò o nelle congreghe di pseudo-iniziati che fantasticano di complotti giudaico-massonici passi, ma che un settimanale cattolico tra i più diffusi si permetta di pubblicare per alcuni mesi pagine riccamente illustrate dedicate all'avventurosa vita militante di un lucido critico dell'usurocrazia, beh, questo è stato veramente troppo
Ci riferiamo al professor Ernesto Galli della Loggia che, durante il congresso nazionale dello scorso anno della Federazione delle Associazioni Italia-Israele, ha agitato lo spettro di un risorgente antisemitismo cattolico accusando appunto "Il Sabato" di essersi prestato a fare propaganda antiebraica per aver ospitato le tavole della "Vita di Pound".
Inorridito dal fatto che ancor oggi nelle edicole si possa trovare «roba goebbelsiana obbrobriosa» -questo il giudizio testuale del professore- stampata su uno dei più diffusi settimanali cattolici, Ernesto Galli della Loggia ha liquidato la complessità della figura di Ezra Pound nel clichè del nazista guerrafondaio responsabile dello sterminio presunto di milioni di Ebrei.
Il risvolto più imbarazzante della polemica è però stato l'accusa di propaganda fascista mossa all'autore dei testi e disegni in questione, autore che proviene dalle file del movimento "Lotta Continua", di cui si può certo dire ogni male, tranne che sia stato culla di fascisti razzisti e antisemiti.
Tant'è, quando si toccano certi argomenti è meglio non andare tanto per il sottile e fare, è il caso di dirlo, di ogni erba un Fascio!
Il baccano sollevato attorno alle tavole di Echaurren sarebbe un motivo più che sufficiente a farci acquistare in massa la suddetta "Vita di Pound", ora riproposta da Guaraldi in una originale veste tipografica, quella di un poster che può, con l'ausilio di forbici e colla trasformarsi in un bel volume illustrato.
Vi garantiamo comunque che le lire spese (neanche diecimila), valgono molto di più di un dispetto ai suddetti adoratori del Vitello d'Oro.
Come ricordava Giano Accame su "Il Sabato", nella presentazione di questa fantastica biografia illustrata, Pound è il poeta che, per essersi messo contro il potere mondialista dell'alta finanza, inaugurò quel trattamento psichiatrico che poi tanto ebbe successo nei paesi dell'Est: fu l'America a insegnare alla Russia Sovietica come dovevano essere trattati i dissidenti.
Pound era scomodo, ma andava neutralizzato senza farne un martire e soprattutto screditando le sue idee: ecco allora la soluzione psichiatrica alla sua simpatia per Mussolini ed alla sua maniacale condanna dell'usura.
Tutte le vicende sopra accennate trovano spazio nelle coloratissime illustrazioni del disegnatore che si formò sulle pagine de "Il Male", e che ora ha composto testi bellissimi, a commentare la vita del grande poeta: 
«Ben e Claretta pei calcagni a Milano e i vermi a divorare la carogna e due partigiani ad arrestare nel maggio '45 Ezra, armato solo d'un libro di Confucio.
Su questo uomo il sole è tramontato».
Sta a noi far sì che il sole non tramonti mai sulle sue idee.

 


 

Luca Gallesi

Esoterismo e folklore in W. B. Yeats

Nuovi Orizzonti      £. 25.000

 

Premio Nobel per la letteratura nel 1923 e ispiratore del Rinascimento Celtico, Yeats, oltre che ardente patriota irlandese, è stato a lungo simpatizzante del movimento fascista. Il suo nazionalismo lo fece avvicinare al movimento delle "Blue Shirts" di Eoin O'Duffy, (1889-1944), per cui compose alcune canzoni di battaglia.
Nato nel 1865 a Dublino, Yeats visse a Londra gli anni della sua giovinezza, dove venne a contatto con gli ambienti esoterici e occultistici di fine secolo. La teosofia, lo spiritismo ed infine la Società Ermetica della Golden Dawn furono tappe importanti della sua crescita spirituale che, come ci illustra questo documentato volume, avvenne sul "sentiero del camaleonte", o, come lo chiama Yeats, "Hodos Chameliontos", il cammino iniziatico cui faranno da sfondo i temi del folklore e del sapere esoterico.
Questo volume ripercorre con dovizia di particolari la vita e le opere di saggistica di Yeats, che visse spinto da una insaziabile nostalgia verso l'Età dell'Oro, lontana o forse inesistente, che è la ricerca incessante della perfezione.
Le fonti più importanti a cui si ispirò il poeta sono quelle della tradizione magica e soprattutto del folklore popolare che, in Irlanda, tanta importanza ebbe nell'immaginario collettivo.
Oltre a tracciare l'itinerario iniziatico di Yeats, questo libro approfondisce il retroterra magico e pagano del folklore irlandese, come possiamo constatare nella raccolta di racconti "La Rosa Segreta", pubblicata in appendice. Si tratta di una decina di racconti scritti da Yeats alla fine del secolo scorso che traggono spunto da leggende antiche tramandate oralmente da generazioni, in cui Yeats ha intrecciato le proprie esperienze magiche in modo da fornirci un quadro di credenze popolari nobilitate dagli insegnamenti della Dottrina segreta.
I racconti, molto avvincenti, hanno luogo in momenti diversi della storia d'Irlanda, da un mitico passato in cui dei e uomini camminavano assieme sulla terra al medioevo cristiano in cui i menestrelli pagani sono perseguitati dai monaci avidi fino al tempo di Cromwell e alla persecuzione dei cattolici ora testimoni e custodi a loro volta delle antiche credenze.
Il quadro d'insieme è affascinante, e le vicende narrate assumono un significato più profondo se filtrate da quanto esposto nella prima parte del volume circa il simbolismo utilizzato da Yeats.
Secondo il poeta irlandese, infatti, i racconti «trattano di un solo argomento: la guerra dell'ordine spirituale contro quello naturale», e sono un lancinante grido di dolore e di allarme contro la grettezza e il materialismo del mondo moderno.
Nella dedica all'amico AE, pseudonimo del mistico George Russel, Yeats giustifica così il proprio interesse per il folklore: 
«Se uno scrittore desidera interessare per il particolare in mezzo al quale è cresciuto, o ritiene di avere un dovere nei suoi confronti, può scegliere come simboli della sua terra. (...) Questo libro è irlandese per tutto ciò che contiene di visionario; l'Irlanda, che è ancora in gran parte celtica, ha infatti conservato assieme ad altre cose meno eccellenti, il dono della visione, che si è estinto in altre nazioni più frenetiche e che hanno avuto più successo; nessun candelabro scintillante ci ha impedito di guardare nell'oscurità, e quando si guarda nell'oscurità c'è sempre qualcosa laggiù».
E che sia questa lontana fiammella ad accendere le micce che di questi tempi fanno saltare i grattacieli della City e i templi dell'alta finanza londinese? 

 


 

Gejdar Dzemal'

Tawhid. Prospettive dell'Islam nell'ex-URSS

Ed. all'insegna del Veltro      pag. 64     £. 15.000

 

Gejdar Dzemal’ è un autorevole esponente dell’Islam ex-sovietico. Direttore del periodico islamico "Tawhid" e del giornale "Edinenie", è uno dei dirigenti del Partito della Rinascita Islamica, presente sui territori di molte repubbliche ex-sovietiche, Russia compresa. Alcuni suoi scritti sono apparsi anche in Iran, in Francia, in Spagna e in Sudamerica.
Questa edizione italiana raccoglie alcuni scritti di dottrina e qualche scritto di attualità politica: ne emerge, complessivamente, l’immagine di una realtà mussulmana profondamente radicata nell’universo tradizionale dell’Islam e, al contempo, capace di esprimersi nel linguaggio della migliore cultura europea, anche mediante formulazioni filosofiche ineccepibili nel loro rigore argomentativo.
Sul terreno politico, l’Autore affronta questioni come la repressione in Azerbaigian, attuata da Gorbaciov con la complicità dell’Occidente e del Papa stesso («Prego per Gorbaciov...»), una questione che con le nuove aggressioni armene è tornata all’ordine del giorno. 
E affronta anche temi come la prospettiva di una rinascita islamica in Tagikistan, che all’epoca non era ancora diventato teatro dell’attuale genocidio, consumato -ancora una volta- con il sostegno del governo democratico di Mosca, alleato delle mafie mondialiste locali e della lobby ebraica del vicino Uzbekistan

 

 

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