da "AURORA" n° 8 (Luglio - Agosto 1993)

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Gli assassini di sempre

Renato Pallavidini

I recenti tragici avvenimenti di Mogadiscio esigono, da parte nostra, una chiara presa di posizione politica. Sono venuti finalmente al pettine i molti nodi e le molte apparenti ambiguità di questa presunta operazione umanitaria, sotto l'egida dell'ONU e benedetta da Santa Romana Chiesa.

Prima di tutto, si era detto che si trattava di una missione umanitaria, volta a far cessare i combattimenti e a portare aiuti alimentari alle popolazioni somala.

Si era detto che i marines sarebbero ripartiti entro febbraio. Tutti o quasi, a partire dalla Chiesa cattolica che si era mobilitata in senso antiamericano durante la guerra del Golfo, avevano finto di crederci. Ora questi tenui veli di maya, che offuscavano la cruda realtà della nuova impresa militare imperialistica, sono tutti caduti.

Che motivo c'era di aprire le ostilità contro le forze di Aidid? Quanti civili sono morti sotto le bombe americane a Mogadiscio nei giorni scorsi? Perché la stessa popolazione somala, a quanto ci riferiscono persino i giornali e la TV, guarda con ostilità i caschi blu dell'ONU, compresi i nostri paracadutisti?

A tutte queste domande c'è una sola risposta: la missione somala non è niente altro che una occupazione militare della Somalia da parte degli imperialisti americani, che usano, sotto l'egida formale dell'ONU, le forze terrestri dei più servizievoli alleati, a cominciare dall'Italia, per i compiti più pericolosi.

Perché questa spedizione?

Per quale motivo gli Stati Uniti, e il complesso di interessi economico-finanziari e geopolitici che essi esprimono e proteggono militarmente, vogliono il controllo di questo paese?

Solo ed esclusivamente per motivi strategici, politici e geopolitici!

Le motivazioni principali sono due.

In primo luogo assicurarsi il controllo di un territorio di rilevanza strategica.

La Somalia ha una posizione di cerniera fra l'Africa islamica del Nord, l'Africa meridionale e la penisola arabica. Dalla Somalia si può partire per controllare le situazioni politiche in Sudan (dove cerca di affermarsi un regime islamico che non piace nè al Papa nè all'Occidente imperialista), in tutta l'Africa australe (che già aveva incrinato il dominio economico-politico occidentale nel corso degli anni '70), nel Mar Rosso e nello Yemen (zone di assoluto interesse economico che rischiano di essere contagiate dall'integralismo islamico).

In secondo luogo, altra motivazione convergente con la prima: la necessità assoluta di arrestare in Somalia lo sviluppo di movimenti islamici in una regione, che come si è rilevato, funge da cerniera fra l'Africa araba, l'Africa nera e il Medio Oriente.

Non a caso l'accanimento maggiore è contro Aidid, che stava e sta cercando di muoversi su di una linea islamico-integralista, con la concreta possibilità di collegarsi al Sudan e all'Iran.

Insomma la politica occidentale è stata molto chiara: primo arrestare in tempo i movimenti islamici per impedirne il dilagare in tutta l'Africa, secondo assicurarsi il permanente controllo militare della Somalia, per poterla usare come base di partenza di altri raids contro le regioni confinanti, tutte potenzialmente a rischio.

Questa manovra è potuta passare inosservata, da noi come in altri paesi a capitalismo avanzato, non solo perché i tradizionali movimenti pacifisti di sinistra risentono della più generalizzata crisi della sinistra stessa, ma anche perché essa ha avuto l'appoggio esplicito del Papa!

Appoggio, in chiara funzione antislamica, di una Chiesa forse troppo lungimirante, forse talmente miope da non riconoscere che il vero nemico della cattolicità è il materialismo individualista della società capitalista, e il vero antidoto all'avanzata dell'Islam è dimostrarsi altrettanto determinati nel contrastare simile materialismo e nel difendere una diversa visione della società e della vita.

Forse la nostra visione delle cose è troppo umana, troppo limitata, e non sappiamo valutare uno scenario più ampio che invece si può aprire a chi, ed è il caso delle più alte gerarchie della Chiesa, può porsi su di un piano sovrarazionale (lo scrivo senza alcun senso ironico, dato che la mia cultura mi porta a credere ad un piano sovrasensibile e sovrarazionale). Forse!

Resta il fatto che in base al nostro misero intelletto umano vediamo in questi giorni la Chiesa appoggiare di fatto le imprese assassine degli aerei americani; assistiamo alla nullità di una protesta pacifista e anti-interventista proprio per responsabilità dei gruppi cattolici e della Chiesa che si sono defilati.

Non parliamo del PDS e della nuova sinistra liberaldemocratica che stanno leccando il culo a Clinton e ai suoi marines assassini!

Noi cosa dobbiamo fare?

Dire innanzitutto le parole chiare che qui si stanno scrivendo! Svelare il senso reazionario, antipopolare e antinazionale di questo intervento ad un'opinione pubblica sempre più imbambolata. Cercare disperatamente il dialogo con quanto resta della sinistra marxista per creare nel paese una nuova protesta anti-americana, che non solo ostacolerebbe la partecipazione delle nostre truppe a queste poco onorevoli imprese contro i popoli del Terzo Mondo, ma che potrebbe avere anche dei fecondi sviluppi sul piano della lotta sociale e politica interna, contro le forze e gli interessi dominanti nel nostro paese, completamente schierati con gli USA, del cui sistema di dominio sono parte organica.

Mi si consenta infine un'ultima considerazione. I recenti bombardamenti americani su Mogadiscio rivelano un altra grande verità, di cui Occhetto e D'Alema si sono opportunisticamente dimenticati.

Gli americani si stanno ancora una volta rivelando gli assassini di sempre.

Sono gli assassini delle eroiche tribù Sioux. Sono gli assassini di Torino, di Milano, di Berlino, di Dresda; città martirizzate dai loro selvaggi bombardamenti che non avevano, neppure nelle intenzioni degli alti comandi, alcuno scopo bellico, ma il solo scopo di piegare la popolazione civile. Sono i biechi assassini di Hanoi! Sono gli assassini che hanno devastato le città irakene.

Bisogna fermarli! Ora non hanno più limiti! C'è un solo modo di fermarli, distruggere le basi economiche, sociali e politiche di questo apparato militare criminale, in Italia come in Africa. Distruggerle per assicurare ai popoli e alle classi lavoratrici e produttive di ogni paese indipendenza e serenità.

Per fare questo, in Europa, avremo un disperato bisogno delle forze cattoliche...

 

Renato Pallavidini

 

 

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