da "AURORA" n° 10 (Ottobre 1993)

EDITORIALE

Ed ora in piazza!

Luigi Costa

«Una strana manifestazione». Così il quotidiano "Repubblica" titolava il trafiletto nel quale si dava notizia della "Marcia per il Lavoro", organizzata da CISNaL, Movimento Antagonista, Comitati Socialisti di base, unitamente ad altri sindacati e movimenti. 
Davvero una manifestazione strana quella che ha visto sfilare per le strade di Bologna i tricolori della CISNaL e le bandiere rosse di socialisti e antagonisti.
Uno strano comizio quello che in piazza Maggiore ha concluso la manifestazione dove si sono alternati il Segretario della CISNaL Nobilia, il radicale Di Stefano, il direttore de "L'Umanità" Gaudenzi e il nostro Renato Pallavidini.
Tutto è apparso strano e fuori dalle convenzioni in quella Marcia. 
Tanto che le penne vendute hanno ritenuto opportuno non darne notizia (eccezione fatta per Rai3, che ha trasmesso un bellissimo servizio) e informare i lettori che a Bologna, venerdì 1 ottobre, è accaduto qualcosa di straordinario.
Per la prima volta uomini di diversa formazione culturale e di provenienze politiche diverse, sino a poco tempo fa arroccate in posizioni contrapposte ed inconciliabili, si sono ritrovati fianco a fianco urlando gli stessi slogans e manifestando la stessa rabbia. 
Si sono parlati e si sono capiti.
Il Movimento Antagonista fin dal suo esordio si era posto come obiettivo principale il superamento della destra e della sinistra ritenendo queste definizioni politiche prive, da tempo, di ogni aderenza alla realtà sociale del nostro Paese e, strumentalmente, utilizzate dalle oligarchie partitocratiche per creare artificiose contrapposizioni nel corpo sociale.
La Marcia bolognese, la prima di una lunga serie, si inquadra in quella diffusa volontà di superamento degli steccati che per mezzo secolo hanno diviso gli Italiani.
Un superamento nel nome dei comuni interessi sociali, dell'unità nazionale e del diritto di ogni cittadino alla dignità del lavoro e alla libertà personale.
Il Movimento Antagonista aderendo a questa manifestazione ha inteso esprimere la sua ferma opposizione nei confronti della linea di politica economica seguita dal governo Ciampi, su imposizione del Fondo Monetario Internazionale (FMI), e dal suo miliziano in Italia: la Confindustria.
È su questo punto base che noi vogliamo lanciare all'opinione pubblica ed in particolare alla classe operaia e all'insieme dei ceti popolari e produttivi, un messaggio che spazzi via le cortine fumogene create dalla stampa dei padroni per dare spazio a gentaglia come Segni, come Ciampi, come Miglio, garanti dei grandi finanzieri.
La dissoluzione del vecchio sistema partitocratico è stata, sin dall'inizio, pilotata e strumentalizzata dalle forze capitalistiche nazionali ed internazionali, per imporre in Italia un nuovo ceto politico completamente privo di radici di massa, di legami sindacali e sociali. 
Un ceto di tecnocrati; diretta espressione del potere economico, che governi per far funzionare una economia di mercato che, come dimostrano i recenti avvenimenti russi e polacchi, arricchisce gli speculatori e gli industriali ed impoverisce i lavoratori, i pensionati e gli artigiani.
Cos'è stato il governo Amato, se non una corte di leccapiedi di Agnelli ed Abete, con l'aggiunta di ladri, incompetenti e cretini come De Lorenzo e Goria? 
Cos'è Ciampi, se non un banchiere proiettato al vertice del governo dai capitalisti per affamare le masse popolari; per prelevare risorse dai redditi popolari e trasferirle ai grandi gruppi privati; per finanziare, come sempre sulla pelle del popolo, ladri, delinquenti e speculatori?
Che in Italia ci sia un preciso ed oscuro progetto teso ad usare l'inchiesta "Mani Pulite" per liquidare i vecchi ladri e mafiosi, ormai inservibili, e trasferire ogni potere politico nelle mani delle forze imprenditoriali e degli organismi finanziari internazionali, lo andiamo ripetendo da tempo, e le bombe di Roma, Firenze e Milano ne sono una dimostrazione.
Governi come quello Ciampi, diretti e composti dai peggiori servi dell'alta finanza e della grande imprenditoria privata, che operano sotto la stretta tutela del FMI e del suo braccio italiano, la Confindustria, sono Governi che hanno da tempo abdicato a qualsiasi sovranità nazionale ponendosi sotto tutela dell'imperialismo americano. 
Oggi le politiche economiche e le leggi finanziarie che ci stanno rovinando non sono decise da Ciampi e dai suoi ministri, ma sono l'applicazione fedele delle direttive del FMI, e la Confindustria si fa garante che il governo italiano le esegua.
L'Italia non è più una nazione sovrana! 
E c'è qualche megalomane criminale che la vorrebbe ancora più dividere per renderla del tutto subalterna agli interessi della finanza e della Casa Bianca!
L'obiettivo dichiarato dei nostri governi, prima Amato poi Ciampi, è lo smantellamento dello stato sociale, la svendita ai privati delle imprese pubbliche, l'abbassamento del valore reale d'acquisto di stipendi, salari e pensioni, la totale espropriazione dei redditi da lavoro autonomo.
Questa linea di politica economica, liberista e antipopolare, è sotto gli occhi di tutti. 
La soluzione, l'unica soluzione per risanare l'economia italiana è tassare il grande capitale, i guadagni di borsa, le rendite parassitarie delle banche e delle grandi compagnie di assicurazione, sia nazionali che internazionali.
Durante la strana manifestazione bolognese i giovani urlavano: «Giustizia sociale, unità nazionale». 
Lungo questo crinale deve continuare la nostra marcia per impedire che l'unità nazionale venga posta in discussione da coloro che sono già stati indicati dai padroni americani quali futuri delegati ad esercitare il potere nel nostro Paese. 
Una marcia che si ponga come obiettivo strategico l'unità del sociale e del nazionale. 
Un Socialista nel 1914 affermò: «Non ci può essere Nazione se non vi è un Popolo, non vi può essere un Popolo finché vi sono i troppo ricchi e i troppo poveri».

Luigi Costa

 

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