da "AURORA" n° 10 (Ottobre 1993)

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Consumismo:

frutto avvelenato della plutocrazia mondialista

Giuseppe Mosca

L'epilogo della IIª Guerra mondiale sancì, dopo l'annientamento dell'Asse italo-germano-nipponico, la piena vittoria della giudaizzata plutocrazia internazionale. Ciò comportò, nell'emisfero occidentale, nonché in quello orientale, l'instaurazione di un sistema economico-politico indirizzato prevalentemente verso finalità produttive e consumistiche
Epicentro di tale sistema post-bellico furono e sono gli USA la cui egemonia venne imposta all'Europa occidentale ed introdotta nell'emisfero orientale: sistema che persegue il fine del "guadagno ad ogni costo" tramite la più frenetica produzione e il più sfrenato consumo.
Mentre è molto evidente l'asservimento dell'Europa occidentale agl'interessi statunitensi, è, invece, poco evidente la progressiva penetrazione della plutocrazia mondialistica nell'emisfero comunista. 
A tal proposito si rendono necessarie le seguenti precisazioni sulle due più grandi potenze dell'area marxista.
Considerato il più autorevole esperto del settore delle esportazioni tecnologiche occidentali a favore della Russia sovietica, il docente universitario americano Antony Sutton ha documentato (sin dal 1972, tramite la fondamentale opera "National Suicide - Military Aid to Soviet Union") come il potere industriale e militare dell'URSS sia stato creato dagli USA e dai loro alleati occidentali: Italia, Germania, Gran Bretagna
Il professor Sutton ha scritto: «Non esiste virtualmente tecnologia sovietica. Quasi tutta, forse il 90-95%, proviene direttamente o indirettamente dagli USA e dai loro alleati. In effetti gli USA ed i loro alleati europei hanno costruito l'Unione Sovietica. Questo gigantesco lavoro di costruzione ha richiesto mezzo secolo, sin dalla rivoluzione del 1917: è stato attuato mediante la vendita di fabbriche, impianti ed assistenza tecnica... Perché questi fatti sono stati nascosti al pubblico? Perché mezzo secolo di rapporti con i Sovietici sono stati un successo economico per l'URSS e un fallimento politico per gli USA che stanno spendendo ottanta miliardi all'anno (1972) per la difesa contro un nemico creato dalla stessa America e dall'Europa occidentale. Cosa ancor più strana, apparentemente gli USA vogliono essere certi che questo nemico resti in affari come nemico!».
I successivi eventi hanno dimostrato -dopo la disgregazione del sistema comunista- come gli USA e loro alleati europei siano pesantemente penetrati nell'URSS imponendovi imperativi capitalistici e quel culto di mammona in auge nell'emisfero occidentale.
Il professor Sutton ha indicato alcuni degli artefici del sistematico aiuto a favore dell'URSS facendo i nomi dei presidenti statunitensi Wilson, Roosevelt, Kennedy, nonché degli onnipossenti finanzieri ebrei Bernard Baruch ed Armand Hammer, cui vanno aggiunti gli onnipresenti banchieri ebrei Rockfeller, Rothschild e Wanburg.
Anche l'ex funzionario del F.B.I. e docente universitario Cleon Skousen ha dimostrato come la storia contemporanea sia caratterizzata da occulti rapporti economico-politici tra la plutocrazia occidentale e l'area comunista laddove i grandi gruppi finanziari e industriali scorgono molteplici possibilità di sfruttamento.
E simile a quella dell'URSS si presenta la situazione dell'attuale Cina dove Deng Xiaoping, successore di Mao Tse Tung, è stato il promotore di quella politica che ha comportato la penetrazione dei capitali e delle multinazionali occidentali; la preminenza di un'economia alla ricerca del profitto; l'instaurazione di stretti rapporti economico-politici con l'emisfero occidentale. Un dato significativo: dal 1978 al 1985 l'interscambio complessivo della Cina è passato da 20 a 60 miliardi di dollari contro i 4 miliardi del 1965. 
Dopo queste necessarie premesse riteniamo fondamentale sottolineare i deleteri effetti ecologici del consumismo, artatamente presentato quale "civiltà del benessere".
Barry Commoner, autore delle celebre opera "Il cerchio da chiudere", ha posto in evidenza sin dagli anni settanta le pesantissime responsabilità del sistema consumistico nei confronti dei dissesti ecologici sottolineando come i degradi ambientali siano presenti ovunque perché le tecnologie post-belliche dei Paesi occidentali sono simili a quelle introdotte in URSS.
Commoner ha scritto: «Sia la teoria economica socialista sia quella capitalista si sono evidentemente sviluppate senza tenere conto del patrimonio biologico rappresentato dall'ecosistema. Ne consegue che nessuno dei due regimi ha finora elaborato uno strumento capace di adeguare le proprie operazioni economiche agli imperativi dell'ambiente. Nessuno dei due regimi è preparato ad affrontare la crisi ambientale: entrambi saranno messi duramente alla prova dalla necessità urgente di risolverla. Il sistema attuale di produzione è autodistruttivo: l'andamento dell'attuale Umanità sembra avere come fine il suicidio. La crisi ambientale è il segno sinistro di un inganno insidioso che sta nascosto nella tanto decantata produttività e nella ricchezza della moderna civiltà basata sulla tecnologia. 
Questa ricchezza è stata guadagnata con uno sfruttamento rapido, a breve termine, del sistema ambientale, ma ha contratto ciecamente un debito sempre più grande con la Natura sotto forma di distruzione ambientale nei Paesi sviluppati e di pressione demografica nei Paesi in via di sviluppo». Conferma di ciò è l'aumento dei livelli d'inquinamento, decuplicatosi nel breve periodo 1946-1971. 
Un altro autorevole ecologo, lo statunitense Samuel Mines, ha dimostrato come il catastrofico degrado ambientale causato dal consumismo stia precludendo la continuazione della vita sull'intero pianeta. «L'area forestale, fonte dell'indispensabile ossigeno, si sta paurosamente riducendo causa disboscamenti ed inquinamenti mentre la progressiva contaminazione delle acque marine impedisce il processo fotosintetico del fitoplancton che produce il 70% dell'ossigeno terrestre. Una tecnologia ottusa -ha concluso Mines- sta rendendo questo Pianeta pericoloso per tutte le forme viventi»
L'italiano Alfredo Todisco -autore del valido "Breviario di Ecologia"- ha posto in evidenza quali mortali pericoli sono nascosti sotto le allettanti apparenze di quella che gli stolti chiamano "civiltà del benessere" e che i raziocinanti definiscono "società del malessere". Todisco ha elencato i "malesseri del benessere" ossia l'aria contaminata dai gas nocivi od addirittura cancerogeni; acque sempre più inquinate; il suolo usurpato a ritmo crescente dal cemento armato e dall'alluvione dei rifiuti solidi; gli alimenti contaminati da nocive sostanze chimiche; la sovrappopolazione; il depauperamento delle essenziali risorse alimentari e idriche.
È opportuno sottolineare come gli USA -primi nella "kermesse del consumismo"- già venti anni fa fossero origine di oltre il 70% (ossia 145 miliardi di tonnellate annue) dei rifiuti solidi dell'intero Pianeta contribuendo in misura analoga all'inquinamento dell'atmosfera causato nella misura del 60% dalle automobile e del 17% dalle industrie. A tutto ciò vanno aggiunte le pericolosissime scorie radioattive derivanti dalle centrali a fissione nucleare, scorie che l'attuale tecnologia non è in grado di rendere innocue. 
A proposito di tale pericolosità Sheldon Novick ha reso noto che «un totale di circa 300.000 metri cubi di rifiuti radioattivi sarebbe più che sufficiente per avvelenare tutte le acque della Terra», mentre David Brower ha evidenziato che «l'energia nucleare sembra la più pulita ma in realtà è la più inquinante».
Ciò nonostante gli USA continuano, a fini di lucro, ad esportare ovunque la propria nefasta tecnologia; impianti nucleari come quello di Chernobyll inclusi... 
Il celebre oceanografo Jacques Cousteau ha denunciato tramite il recente volume "Il mare ferito" la drammatica situazione del Mediterraneo: «È da un bel pezzo che gli ecologi danno l'allarme, ma sono delle Cassandre e nessuno ama o ascolta le Cassandre sino al giorno in cui la profezia non si avvera. Il problema e che non possiamo contare né sugli uomini politici né sugli imprenditori. I primi hanno come orizzonte soltanto il prossimo appuntamento elettorale, i secondi la prossima scadenza bancaria».
Mentre una conferma dell'estensione delle catastrofi ecologiche è riscontrabile nel volume "Il rosso e il verde" dello scienziato sovietico Boris Komarov il quale ha denunciato «per il saccheggio della Natura l'URSS è forse in ritardo sugli USA, l'Europa ed il Giappone, ma già li supera per ciò che riguarda i ritmi del massacro» ovviamente senza porvi concreti rimedi.
Ad onta di tutto ciò i plutocrati mondialistici -la cui intelligenza è quella delle scimmie che segano i rami su cui stanno appollaiate- perseverano recidivi nella tanto criminale quanto demenziale ricerca "del guadagno ad ogni costo" tra la bovina ottusità delle masse consumistiche.
L'unica speranza di salvezza -auspicata anche dal sommo scienziato Conrad Lorenz- consiste nelle "èlites" delle nuove e nuovissime generazioni il cui deciso rifiuto del consumismo e il cui decisivo conflitto contro la consorteria mondialistica sono e saranno essenziali nel presente e nel futuro del nostro Pianeta. 
In caso contrario tutte le specie viventi -"homo sapiens" incluso- saranno condannate al degrado od addirittura all'estinzione.

Giuseppe Mosca

 

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