da "AURORA" n° 11 (Novembre 1993)

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Russia, l'opposizione si riorganizza

Claudio Mutti

Sfidando apparentemente le misure repressive decretate dal governo, l'opposizione russa comincia a riorganizzarsi. Private del diritto di associazione e di manifestazione del pensiero attraverso la stampa, il vasto e variegato fronte degli antagonisti di Eltsin ricorre ora alle vie legalmente disponibili per riproporsi come alternativa politica al potere. 
La scorsa settimana l'ex-presidente del disciolto Fronte di Salvezza Nazionale, Aleksandr Prochanov, ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha dichiarato la volontà degli oppositori di lottare contro la dittatura democratica instaurata in Russia con l'appoggio degli Stati Uniti e della Banca Mondiale, che si servono di Eltsin per colonizzare il paese.
Un'analoga riunione è stata tenuta da Sergej Baburin, ex-deputato e capogruppo di un movimento d'orientamento "eurasiatista".
Da tali iniziative sono emerse alcune notizie inedite relative all'espugnazione del Parlamento da parte dei reparti speciali governativi. Si è appreso, ad esempio, non solo che la maggior parte dei deputati trovati all'interno della "Casa Bianca" sono stati percossi, ma, addirittura, che gli invasori del Parlamento hanno simulato la fucilazione di alcuni deputati: i condannati sono stati allineati lungo una parete, davanti a un plotone d'esecuzione che all'ultimo momento ha sparato in aria. 
Gli esponenti dell'opposizione hanno espresso la decisione di partecipare in qualche modo allo scontro elettorale, anche se non si capisce come potrebbero farlo. 
A quanto ci ha detto l'ex-redattore capo di "Sovetskaja Rossa" (uno dei quotidiani sospesi dalla "dittatura democratica"), «non solo giornali, partiti e movimenti dissidenti sono attualmente vietati per legge, ma esiste un'interdizione politica anche nei confronti delle persone non gradite al potere». 
La censura, d'altronde, non risparmia gli stessi democratici: qualche giorno fa un ex-deputato eltsiniano che parlava alla televisione è stato tacitato in diretta, mediante una brusca interruzione della trasmissione, perché si era permesso di formulare qualche timida critica all'indirizzo del governo. «Qui vige il terrore», dichiara Aleksandr Dughin: «Le elezioni si svolgeranno dopo che Eltsin in persona avrà designato i candidati elettorali. Nessuno potrà parteciparvi senza essere gradito al governo. È una dittatura pura e semplice».
Gli oppositori, in ogni caso, si dicono convinti della debolezza dell'attuale regime, che non gode affatto dell'appoggio popolare, e ne godrà sempre meno, a mano a mano che verranno applicate le misure suggerite dal Fondo Monetario Internazionale; questo è infatti il vero centro del potere in Russia; con una commissione di ventiquattro membri che è la più numerosa tra quelle stanziate nelle varie capitali del mondo. 
Al massimo, dunque, Eltsin può vincere le battaglie immediate, ma è condannato, a lungo termine, a una sconfitta irreparabile.
Frattanto, grazie a una disfunzione della censura, è uscito il n°4 della rivista "Elementy", la prestigiosa rivista di studi politici diretta da Aleksandr Dughin, alla quale collaborano, tra gli altri, il col. Viktor Alksnis (gravemente ferito dalla polizia negli scontri dei giorni scorsi), Aleksandr Prochanov (ex-direttore del quindicinale d'opposizione "Den") e Robert Steuckes (direttore della rivista francofona "Vouloir"). "Elementy", che reca il sottotitolo "rivista eurasiatica" e difende l'idea dell'unità continentale «da Dublino a Vladivostok», ha dato ampio spazio alle tesi thiriartiane circa il «socialismo europeo».

Claudio Mutti

 

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