da "AURORA" n° 12 (Dicembre 1993)

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In Germania si scoprono gli scheletri della RAF
Misteri, finanza e terrorismo

Claudio Mutti

Ormai è assodato: non furono i terroristi della RAF (le Brigate Rosse tedesche) ad uccidere Herrhausen, il direttore della Deutsche Bank. Ulteriori prove circostanziate sono state fornite in questi giorni da Gerhard Wisnewski, autore del libro-inchiesta "Il fantasma della RAF", il quale esprime, inoltre, seri e giustificati dubbi in ordine alla partecipazione del gruppo paramilitare nell'eliminazione di Gerold Von Braunmühl e di Detlev Rohwedder, personaggi chiave del mondo economico tedesco.
In effetti, già molti dubbi erano stati manifestati riguardo alla matrice ufficiale di tali attentati. A molti era sembrato impossibile che un gruppo ricercato dappertutto, braccato, privo di basi operative e di mezzi, potesse fabbricare e collocare un ordigno come quello che uccise Herrhausen. Una perizia chimica, infatti, ha accertato che l'esplosivo utilizzato per distruggere l'automobile blindata su cui viaggiava Herrhausen era di tipo speciale, del quale possono disporre solo gli agenti del controspionaggio.
Nella sua ultima circolare, anche Manfred Roeder, esponente del Movimento di Liberazione dell'Europa interviene sull'argomento: «perché la RAF non ha emesso alcuna smentita quando si è cercato di implicarla in queste azioni? Semplice: o non vogliono lasciare alcuna traccia, o non esistono più. Forse la RAF è stata liquidata da tempo, di modo che è diventato possibile commettere qualunque delitto a nome di essa. A che scopo far saltare per aria una prigione vuota a Weinterstadt? È difficile concepire che un gruppo clandestino rischi la propria esistenza per così poco. E come è possibile che elementi in fuga da un luogo all'altro possano procurarsi 200 kg di esplosivo? Evidentemente a qualcuno torna comodo tenere in vita la RAF».
Wisnewski, da parte sua, sostiene che anche l'eliminazione di Von Braunmühl presenta elementi che inducono a pensare all'azione di professionisti. In particolare, dal luogo dell'attentato sono scomparsi alcuni documenti segreti del Ministero degli Esteri.
Si tratta di un rapporto della diplomazia tedesca sull'incontro al vertice di Reykjavik tra Reagan e Gorbaciov. Incontro nel quale i due capi di Stato avrebbero discusso il tema delle "guerre stellari". Ora, Braunmühl era un avversario dichiarato di tale progetto. Perché dunque la RAF avrebbe dovuto eliminare un uomo che rappresentava un ostacolo al disegno reaganiano?
Quanto a Herrhausen, anche lui era ormai in guerra coi giganti della finanza americana. Una settimana prima d'essere ucciso, il direttore della Deutsche Bank aveva recuperato il gruppo inglese Investment-Bank Morgan-Grenfell. Con questa operazione, Herrhausen intendeva creare un contrappeso all'azione dei gruppi finanziari americani, che stavano conseguendo enormi successi nella concessione di crediti elevatissimi ai paesi in via di sviluppo.
Herrhausen, in particolare, esigeva che venisse accordata a tali paesi una rimessa del debito del 50%: ciò fu recepito dai concorrenti americani come una dichiarazione di guerra. Non solo: Herrhausen era alla ricerca di una soluzione europea per impedire che i Paesi dell'Europa dell'Est cadessero sotto il controllo della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.
Nei disegni di Herrhausen gli USA videro un comportamento "egemonico" inaccettabile. Il direttore della CIA William Webster dichiarò che l'indebitamento del Terzo Mondo è un dominio al quale gli USA non possono permettere a nessuno di immischiarsi. Nel medesimo periodo (settembre '89), il Pentagono fece sapere che il loro obiettivo primario consisteva nell'impedire la «rinascita di un nuovo rivale», specialmente in prossimità dei territori dell'ex-URSS. Lo stesso Henry Kissinger confermò questo punto di vista: qualunque comportamento che avesse fatto sospettare una volontà egemonica nella regione ex-sovietica sarebbe stato considerato dagli USA un atto ostile.
Dopo la morte di Herrhausen la Deutsche Bank ha attuato un radicale mutamento di rotta. Una cosa del genere non si era mai vista in seguito ad attentati siglati dalla RAF: anzi, le autorità tedesche avevano sempre dichiarato che gli atti terroristici non avrebbero smosso di un millimetro le decisioni politiche. Il successore di Herrhausen, dunque, ha dato prova di grande disponibilità: l'argomento della rimessa del debito ai paesi in via di sviluppo è caduto completamente nel dimenticatoio. 
Contemporaneamente, l'Europa dell'Est è caduta in mano alla Banca Mondiale e al FMI.
L'uccisione di Rohwedder non ha avuto conseguenze meno gravi per la società Treuhand, fondata dopo la riunificazione al fine di reintegrare nell'economia nazionale la società dell'ex-Germania orientale. Rohwedder aveva rifiutato di svendere ad acquirenti americani le aziende dell'ex-Repubblica Democratica. Il primo aprile '91 fu eliminato con un proiettile che gli devastò la colonna vertebrale, l'aorta, l'esofago e la trachea. Fu così che il finanziere S. G. Wamburg potè portarsi via trentatre grandi alberghi, mentre la US Goldman Sachs & Co prese in mano la privatizzazione del settore chimico. 
Il successore di Rohwedder, Birgit Breuel, aprì immediatamente le porte dell'economia tedesco-orientale alla finanza internazionale.
In sintesi: tre omicidi nello stile più classico dei servizi segreti, la colpa al comodo "fantasma della RAF", il disinteresse degli ambienti filo-atlantici e mondialisti tedeschi per la morte dei tre alti funzionari. 
Per gli assassini di Rohwedder è stata fissata una taglia di 50.000 marchi; per il recupero di un'immagine della Madonna rubata nel chiostro di Ettal, il premio stabilito è esattamente il doppio: 100.000 marchi.

Claudio Mutti

 

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