da "AURORA" n° 13 (Gennaio 1994)

PREMIO MORTADELLA

Premio Mortadella

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# Francesco Kossiga -più che mai con Kappa e Kappuccio- dopo aver ammesso a Cortina d'Ampezzo che «la P2 è stata la risposta, in termini sbagliati, al timore dei circoli atlantici e filo-americani che l'avvicinamento tra PCI e DC creasse un allentamento di rapporti dell'Italia con la NATO e gli USA», ha così testualmente proseguito: «Non vi è dubbio che Licio Gelli non era il capo della P2. Pensate che coloro che per forza propria erano arrivati alle più alte cariche dello Stato, obbedissero a Gelli?». Parafrasando una vecchia formula, se Kossiga -come tutto ormai fa credere- sa, parli. Altrimenti taccia e per sempre. [Perentorio consiglio di Franco A. di Bari]

# Intervenendo il 14 settembre a Jesolo (VE) al convegno nazionale del SILB (Sindacato Italiano Locali da Ballo) il solito Vittorio Sgarbi ha auspicato -gratis, s'intende!- l'apertura dei locali fino all'alba, osservando che -qui sì, che se ne intende!- «circola più droga nelle scuole che nelle discoteche». Così parlò il celebre critico d'arte. [Segnalazione del nostro corrispondente jesolano Mario P., sulla base dei resoconti della stampa locale]

# Una segnalazione speciale per il Premio Mortadella ci viene invece da Marzio B. di Vicenza a favore di due anonimi vecchi coniugi. Costoro, come ha raccontato Oscar Luigi Scalfaro, gli hanno così scritto: «Volevamo festeggiare la ricorrenza del nostro 45° anniversario di matrimonio con un viaggetto, ma la crisi non ce lo permette. Sarebbe una gioia almeno avere un suo biglietto d'auguri, Presidente». [Sì -commenta giustamente Marzio- è grazie alle tante pecorelle come quelle due che, per 45 anni, l'Italia ha potuto essere terreno di pascolo per i vari Gava, Andreotti, De Lorenzo -e loro famigli- e, se fosse per quei due fessi, potrebbero ancora pascolare tranquillamente sulla «crisi». Fregandosene e fregando.]

# Il celebre tangentista DC Roberto Mongini, il 5 aprile '92, non ce la fece ad essere eletto per una manciata di voti. Diversamente, grazie all'impunità parlamentare avrebbe evitato di conoscere (per pochi giorni) la galera. La cosa deve bruciargli ancora molto, così come per i 300 milioni bruciati nella sua mancata elezione e spesi in gran parte nel seguente modo: «Mi candidarono al senato per il collegio di Lodi -racconta al "Corriere della Sera"- ma lì non conoscevo nessuno. In più i sacerdoti mi guardavano male perché ero divorziato. E da quello sono dovuto partire: almeno 1 milione per ogni parroco, circa una cinquantina. Un'offerta per cancellare quel peccato ed evitare cattivi influssi sui fedeli. C'erano poi le sezioni locali DC: a tutte qualcosa per un totale di 35 milioni. E le organizzazioni cattoliche come le ACLI, e giù altri regali....». [Ma -è sempre Marzio B. di Vicenza che scrive- questa gente qui, in tonaca o non, alla faccia di Di Pietro, non paga mai e non restituisce mai nulla?]

# In difesa della Razza e a nome del mobilificio Aiazzone. «Ormai i banchi di scuola sono diventati troppo piccoli per gli studenti di scuola media che, rispetto alla generazione precedente, sono cresciuti di 10-15 cm. I giovani son costretti a stare seduti, nella stragrande maggioranza dei casi, in posizioni innaturali e scomode. Gli studenti si affaticano di più e lo sviluppo del sistema osseo è ostacolato». [Da una interrogazione urgente -riportata da Celio V. di Pordenone- al ministro della P.I. dei deputati destronazionali A. Bortone Poli, I. La Russa ed altri. Guardate un po' voi, cari elettori missini, che si ha da fare per campare in parlamento a 12 milioni mensili!]

# Alla scoperta d'America, ma con il pensiero a Pontida. Intervistato il 30-8 dal "Corsera", il segretario del MSI-DN ha dichiarato: «Bossi sostiene il federalismo e cita il modello americano. Ma il modello americano è uno stato federale in cui se c'è un valore, presente dal confine canadese a quello messicano, è il concetto di Nazione. Per cui, Bossi vada a vedere che cos'è l'America e capisca che se non esiste l'idea di nazione, non esiste uno Stato e poi forse, quando torna in Italia, avrà modo di riflettere (...) A Arlinghton, al cimitero degli Eroi, ho visto che non erano ricordati soltanto gli eroi di una parte, ma uno dei punti che viene indicato ai turisti è anche il luogo dove è sepolto il generale Lee, quello che stava con i sudisti. Il che conferma che l'idea di nazione si basa sempre sul concetto di pacificazione». [Sciocchezzaio a parte -nota Luigi D. M. di Cosenza- le parole di Fini fan sì che alla fin, fine a meritare una bella citazione valevole per il Premio Mortadella siano quei missini i quali (ce ne sono ancora?) credono, loro, di potersi definire antiamericani o di non essere, nei fatti, filo-occidentali ecc. ecc.]

# «Ho scoperto con molto entusiasmo "L'Italia Settimanale" scrive la sig.ra Giovanna Facchini di Ferrara a Marcello Veneziani [possibile -vi chiederete- che ci sia ancora qualcuno che si dichiari entusiasta dell'aria fritta?!?. Ma lasciamo che la signora Giovanna prosegua, così come pubblicato con bella evidenza su quel periodico a pag. 75] «Mi riferisco alla pubblicità redazionale della testata "Max" e relative immagini animalesche di affamate assatanate nudiste con qualche pretesa addirittura di messianica trascendenza in una foto. Per la cronaca tanto diffusa oggi circa il demonio: sono indemoniati oltre 2/3 degli esseri umani. Al momento del giudizio universale il 50%. È detto satanismo il pensare secondo gli uomini e non secondo Dio. Il nudismo porta per definizione biblica all'avvelenamento». [Aah! ecco svelato l'arcano! Ecco spiegato il perché dell'entusiasmo di cui sopra -osserva acuto Dario F. di Roma]

# Storica intervista al Senatur su "Sette". D: «Cosa ricorda della sua adolescenza?». R: «La fatica di capire il mondo. Bastava andare a Gallarate per trovarsi spaesati». D: «Poi il grande amore ...». R: «Sì, una grande attrazione fisica e sentimentale. Una grande gelosia. Una volta ad Arona dei ragazzotti fecero dei commenti. Io tornai indietro e gli (sic!) detti una manica di botte a tutti». D: «Raccontava balle?». R: «Sì, il giusto».
PS: A complemento delle scarne note biografiche del lider maximo, interviene ("Autocapital" ott. 93) Pino Babbini, ex-pugile e ora consigliere comunale di Milano, suo fedele autista e guardaspalle: «È un leader carismatico, un fondatore: come Don Sturzo, Mussolini, Marx, come Gesù ...». Babbei, Babbioni e Babbini del Nord Italia, non vi basta?

# [Norberto Bobbio -ci educe il lettore Mario F. di Brescia- è lo sclerotico autore della massima secondo cui «laddove c'è fascismo non c'è cultura, laddove c'è cultura non c'è fascismo»]. Orbene, il Nostro, fra tanto rimbambimento senile, pare stavolta averne vista una di giusta. "La Stampa" del 27.8 riporta infatti queste sue dichiarazioni: «Non facciamoci illusioni. Perché ci sarà molto di vecchio nel nuovo. Anzi, nel nuovo potrà esserci qualcosa di peggio del vecchio». [Banalità per banalità -commenta il nostro amico bresciano- questa, se non altro, gli è venuta meglio]

# Prosa da cesso. «Mussolini eia, eia, eia, altolà. Con la sconfitta dell'exit poll si è fatta resistibile l'ascesa dell'ingraiano di Afragola, Antonio Bassolino, uomo di nomenclatura che di aperte non ha idee e liberalità, ma solo le "e" della sua ruvida parlata di cafone». Ne è autore Francobaldo Chiocci su "l'Indipendente" (e dove se no?)

# Da "Il Gazzettino", cronaca di Venezia, 25.10.93: «I socialisti veneziani delle sezioni di S. Marco e Castello voltano pagina. L'assemblea costituente, che ha visto una nutrita partecipazione di iscritti, si è svolta ieri pomeriggio nella storica sala delle Prigioni Vecchie» (e dove se no?)

# Il più celebre velinaro del Regime-che-fu, il demo-giudeo-cristiano Vittorio Orefice, viene accusato d'essere sul libro paga persino dei servizi segreti nostrani. Lui però nega, si offende, inveisce. Sentiamolo, sia pure a debita distanza dal suo fiato malefico (troppi, i culi leccati): «Hanno voluto dare un upercut al giornalista più influente della Camera» spernacchia flebilmente, pur ammettendo che «Sì, il Ministro degli Interni mi ha chiesto di avere per un anno il mio bollettino (costo dell'abbonamento, 5 milioni - N.d.R.)». Ma, sfarfalleggia: «Per me, Maurizio Broccoletti è un ortaggio» e poi minaccia: «Ho combattuto contro le SS. Quindi sono ben fermo contro questi cialtroni senza volto, senza nome, cognome e indirizzo». Turiamoci il naso, così da proseguire e sentire le conclusioni: «Se pensano di tapparmi la bocca, si sbagliano di grosso». La bocca?

# E, a proposito di orifici, sentiamo cosa ha da dirci Tinto Brass su "Cuore": «Cos'è la felicità?! ...boh, sempre e comunque il culo. Un bel culo. Su questo non c'è dubbio». Il nostro cronista anti-SS non deve essere completamente d'accordo. I culi, lui che se ne intende, in 40 e più anni di felice carriera li ha sempre preferiti flaccidi e democristiani.

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