da "AURORA" n° 15 (Marzo 1994)

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La faccia tosta dei parlamentari calabresi

 

Salvatore Buonocore

 

In quasi tutti i collegi elettorali italiani i parlamentari del partiti di governo non hanno avuto il coraggio di ricandidarsi alle elezioni. 
Alcuni perché inquisiti e/o condannati, altri per paura della reazione della gente che, certamente, li avrebbe bocciati e ulteriormente disprezzati.
In Calabria invece è successo il contrario.
I parlamentari uscenti sono, quasi tutti, in corsa per riconquistare il seggio a Montecitorio o a palazzo Madama. Tutto ciò fra il disinteresse della gente che si dimostra distaccata dalla competizione elettorale (come se il Governo della Nazione non la riguardasse) e rassegnata alla scesa in campo dei politicanti di sempre: Tassone, Vito Napoli, Murmura, Biafora, Mundo, Principe, Loiero, Olivo, Piro, Romeo, Zavettieri e l'immancabile Valensise.
Nel collegio uninominale per la Camera dei Deputati di Lamezia Terme, ha avuto la spudoratezza di ricandidarsi addirittura l'ex-senatore socialista Petronio, già sottosegretario ai Trasporti, che durante la sua esperienza governativa ha contribuito a far praticamente declassare la stazione ferroviaria di Lamezia, già nodo ferroviario principale della Calabria.
Cosa prometterà, in questa occasione, il Senatore ai Lametini?
Speriamo che, ove dovesse essere eletto, non riesca a diventare , di nuovo sottosegretario ai trasporti, altrimenti i cittadini di Lamezia correranno il rischio di vedere definitivamente soppressa la stazione ferroviaria.
Ciò è deprimente e ci relega all'ultimo posto tra le regioni italiane; come calabresi dovremmo avere il coraggio e l'onestà di ammetterlo.
Fin quando la maggioranza della gente di Calabria sarà insensibile e subirà passivamente questo stato di cose, non ci potrà essere riscatto, né prospettive di sviluppo per la nostra bellissima e sfortunata terra.
Il regime della Prima Repubblica è crollato grazie all'azione della Magistratura che ha potuto agire, rompendo la cinquantennale connivenza col potere politico.
Ma la Magistratura non si sarebbe mossa se non fosse stata spinta dalla società civile dell'Italia del Nord, che ha avuto il coraggio di ribellarsi, di protestare, di votare per la Lega di Bossi e di spazzare via i partiti di Tangentopoli.
Fin quando in Calabria non accadrà qualcosa di simile, saremmo costretti a sorbirci i soliti politicanti "da quattro soldi", come tale Zavet tieri, deputato socialista, che partecipando, in una televisione privata, ad una tribuna elettorale, invece di fare un rendiconto del suo operato di parlamentare (in carica da diverse legislature), ha avuto la sfacciataggine di continuare a fare i soliti discorsi, dimenticando che il degrado in cui è precipitata la nostra regione è frutto della politica che il suo partito ha fatto a livello nazionale, regionale e negli Enti locali.
Speriamo che il 27 e 28 marzo i calabresi, con il loro voto, mandino a casa questi politici dalla faccia tosta.
Sarebbe un buon segnale, un fatto positivo dal quale potremo partire per condurre una seria battaglia politica che dovrà sensibilizzare i cittadini, far montare la protesta della gente, far capire che non arriverà nessuna manna dal cielo e che ci potremo riscattare solo con le nostre forze, spezzando le catene che ci tengono legati.
Solo così potremo costruire il nostro destino.

 

Salvatore Buonocore

 

 

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