da "AURORA" n° 16 (Aprile 1994)

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

Lo fa, ma non lo capisce

 

Roma, 7 aprile '94 - 2746

L'articolo che allego, che ritengo utile pubblicare interamente, corrisponde ad una precisa confessione al letto dello psicanalista.
In esso, un intellettuale italiano d'oggi, esprime interamente se stesso e tutte le pulsioni profonde di quelli come lui.
Infatti, c'è un comportamento automatico che spinge la gran massa degli uomini a comportamenti dei quali troppo spesso non hanno coscienza.
Ceronetti infatti si chiede del perché continua ad esserci alta tensione sui fili che toccano Mussolini. 
Egli non sa darsi risposta pur avendola sotto gli occhi. 
Gesù Cristo, in croce, diceva: «non sanno quello che fanno».
Infatti, Ceronetti lo fa, ma non lo capisce.
Fa parte del coro. 
Senza coro, non ci sarebbe "tensione".
Dei grandi personaggi storici se ne parla sempre, in male ed in bene. 
È questa la loro caratteristica.
Degli altri non se ne parla. Chissà perché Ceronetti non si chiede la ragione per la quale sui suoi "ammirati" non si scrive molto, mentre su Mussolini corrono fiumi di parole, e non solo in Italia?
Ma egli fa parte del coro...
Su "Vita di Arnaldo", Hoepli 1934, Mussolini così scriveva:
«... mi induce a dichiarare, fin da questo momento, anche perché il mio trapasso potrebbe essere non meno improvviso di quello di Arnaldo, che io non ho fatto, né farò testamenti di alcun genere, né spirituali, né politici, né profani. Inutile quindi cercarli. Non ho che un desiderio: quello di essere sepolto accanto ai miei, nel cimitero di San Cassiano. Sarei grandemente ingenuo se credessi di essere lasciato tranquillo dopo morto. Attorno alle tombe dei capi di quelle grandi trasformazioni che si chiamano rivoluzioni, non ci può essere pace. Ma tutto quello che fu fatto non potrà essere cancellato, mentre il mio spirito, ormai liberato dalla materia, vivrà dopo la piccola vita terrena, la vita immortale ed universale di Dio».
Da queste poche e chiare parole appare, con chiarezza, ciò che Mussolini si aspettava. 
E poiché è dato per scontato che attorno alle tombe dei capi delle rivoluzioni abbaiano un po' tutti, è evidente che il bisogno di abbaiare che hanno, amici e nemici, attorno a Mussolini dimostra in modo evidente che Mussolini è stato un grande promotore di rivoluzione.
È una legge inevitabile alla quale sottostà anche Ceronetti, pur senza accorgersene. 
Ed il fatto di non accorgersene, come per la maggior parte dei detrattori, dimostra l'ineluttabilità dell'evento, così come lo dimostra il fenomeno "piazzale Loreto".
Nessuno ha finora meditato sul fatto che nessuno sentirebbe il bisogno di "elevare", sia pure a testa sotto, sia pure dopo la morte, (ma quale miglior Rito???) una persona che non rappresenta nulla.
Compresi i signori Roosevelt e Churchill, che sono tanto simpatici al servile Ceronetti, il quale dell'uno e dell'altro ignora i crimini e le nefandezze, e del Churchill ignora anche che è stato l'autentico affondatore della potenza inglese.
Ed ancora ignora che dal punto di vista storico vale di più colui che pur morendo, è causa o concausa della distruzione del vero potere nemico, rispetto a colui che, pur rimanendo in vita, è costretto ad assistere alla decadenza di una dominazione sol qualche anno prima impensabile.

 

V. G.

 

 

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