da "AURORA" n° 17 (Maggio 1994)

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La sinistra libertaria:
errori, orrori e froci

Novi

Da quello sciagurato 27 marzo, che ha segnato il trionfo delle destre capitalistiche e reazionarie, dal PDS e dalla sinistra laico-libertaria si continuano a levare domande ed interrogativi sui motivi dell'ennesima sconfitta storica! Occhetto è giunto persino al punto di osservare stupito che persino la Grecia aveva portato la sinistra al governo, mentre il popolo italiano continuava a negargli questa dignità. In questa sagra del peggio, degli errori e delle imbecillità, il vertice, come era da attendersi lo ha raggiunto Norberto Bobbio, quando ha detto apertamente, ad un giornalista de "La Repubblica": «che forse la colpa era da addebitarsi alla immaturità politica del popolo italiano".
Dunque dall'autogoverno delle masse, teorizzato dalla sinistra libertaria sessantottina si passa al classico «popolo bue» su cui potrebbero convergere fior di reazionari come Miglio, Fisichella, ecc.
Rimane la domanda: «Perché la sinistra in Italia ha sempre perso quando sembrava prossima alla vittoria?»
Cito un'esperienza personale di vita vissuta per far riflettere i nostri lettori sui motivi della sconfitta, che potrebbero essere forse più banali di quanto pensino gli accademici di filosofia della politica e i loro lacchè raccomandati.
Faccio l'insegnante e sono un militante rivoluzionario di formazione marxista-leninista. In questo sbandamento totale della sinistra, che si riflette nella nullità culturale e politica delle più giovani generazioni, mi era venuto in mente di organizzare, nella mia quarta liceo, un lavoro estivo sui classici del pensiero rivoluzionario.
Pensavo di far leggere "Lavoro salariato e capitale di Marx", "L'Imperialismo fase suprema del capitalismo" di Lenin e "Materialismo dialettico - materialismo storico" di Stalin. Dando per scontato che Stalin non lo pubblicasse più nessuno, e orientato a fotocopiare per l'intera classe il mio testo delle "Opere scelte", mi sono informato sulla disponibilità in libreria del testo di Lenin, convintissimo che Editori Riuniti lo stampassero ancora. Vengo a sapere, sconsolato, che le opere di Lenin stanno scomparendo dal catalogo Editori Riuniti, ex-casa editrice del PCI.
Oggi, 27 aprile, sfogliando il giornale "La Repubblica", leggo la notizia che, al posto delle opere di Lenin, si sta pubblicando un manuale per copie gay sui rapporti anali e orali! 
Da Lenin ai culatoni il passo è veramente enorme. 
E poi osano interrogarsi sulle cause della sconfitta elettorale e sul perché la sinistra perda sempre?!
Nel lontano '79, quando ancora militavo nel PCI, e già stava avanzando questo marciume liberal-frocesco, avevo avanzato, con i compagni del mio stesso orientamento, una proposta per risolvere la crisi del Partito. Si trattava di organizzare una seduta plenaria del Comitato Centrale al Cremlino, e poi fucilarne seduta stante il 90% dei componenti. 
Forse avevo ecceduto per difetto, ma senz'altro la via era quella! 
Occhetto vergogna! 
Vergogna per tutti coloro che sono morti nella lotta alla borghesia nel nome di Lenin.

Novi

 

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