da "AURORA" n° 19 (Luglio - Agosto 1994)

L'INTERVENTO

Non comunismo libertario,
ma liberismo radicaloide

GiDì

Torino 13/7/94

Ho letto l'articolo di "Novi": «Sinistra libertaria: errori, orrori e froci» di cui condivido quasi totalmente il contenuto. Non accetto soprattutto il termine «libertario» utilizzato per indicare tale «sinistra» da spazzatura.
In fondo certo pressapochismo tanto della destra come della sinistra ha troppe volte confuso i termini, indicando con il termine libertario, tutto ciò che non è necessariamente marxista-leninista o staliniano.
Ebbene, senza voler entrare in polemica con l'autore (che stimo molto) vorrei precisare che con il termine libertario si intende, grosso modo, quella sinistra che, partendo dall'utopismo, attraverso i vari filoni anarchici e contestatari, sino a quei gruppi spontaneisti e operaisti che nei primi anni '70 rifuggivano dal dogmatismo marxista-leninista e «piccista», senza, per questo, degenerarsi.
Uno dei primi libertari può considerarsi Proudhon, i cui concetti sulla famiglia e sulle donne (ripresi, in chiave moderna, negli anni '30 da Camillo Berneri), oggi non li accetterebbe più nessuno.
È proprio l'anarchico Bakunin, pur non esprimendosi molto sulla morale, ha tuttavia, dell'organizzazione politica, un concetto direi «pre-leninista» (se non «pre-stalinista»).
Se poi, esaminiamo certa pubblicistica anticlericale italiana, del filone anarchico della fine del secolo scorso, vi troviamo un moralismo e una sessuofobia tale (che sinceramente non accetto), da far apparire Alfonso Dè Liguori (che in un opuscolo viene accusato di «immoralità») una specie di Willhem Reich del '700.
Libertari sono anche i sindacalisti rivoluzionari, i futuristi (molto dissacratori). Gli stessi D'annunzio, il giovane Mussolini hanno tratti libertari (Benito convive per un non breve periodo con Rachele prima di sposarsi). Libertari sono il giovane Evola, amico di Papini e del giovane Prezzolini, di Giovanni Boine, di Sibilla Aleramo e di Eva Khun Amendola.
Sull'altro versante, ci sono i vecchi anarchici toscani e romagnoli i quali, anche se in campo etero-sessuale convivono anziché sposarsi (ma non è con un certificato che si misura la morale!), non hanno nulla da spartire con quelli che chiamano i «finocchi» (anzi, per sputtanare un alto membro della RealCasa, malignavano sui suoi veri o presunti rapporti omosessuali con gli attendenti).
Libertari furono gli anarchici della Catalunya. Ma se da un lato non approvo i loro eccessi bellici (che comunque in una forma o nell'altra sono presenti in qualsiasi schieramento della sanguinosa guerra civile spagnola), so, per sentito dire, che il CNT nel 1936, non era ancora «una luega de drogados y de omosexuales», quale è diventata l'attuale CNT, che di «trabajadores», nelle sue fila, ne conta ben pochi!
Lo stesso Reich, anche se predica la «rivoluzione sessuale», non sembra concedere molto ai «gay», soprattutto invoca leggi severe per chi si rende responsabile di violenze ai minori.
Libertari sono infine, i gruppi tipo Potere Operaio (che i giornali «illuminati» "Espresso" e "Panorama", accusano di maschilismo, poiché dichiarano l'omosessualità «segno della putrescenza borghese» e, quando sembra che la Chiesa stia per accettare l'utilizzo degli anticoncezionali, una canzone di Pino Masi ironizza: «la pillola è accettata - nasceran meno cinesi...») o la prima Lotta Continua (quando era ancora composta da militanti provenienti dal sottoproletariato romano e napoletano, oltreché degli operai della Innocenti milanese) a cui dei «diritti dei gay» non gliene fregava assolutamente niente. Questo prima che LC divenisse il covo dei compagni-figli-degli-ingegneri-papà nella capitale subalpina.
Un mio amico anarchico, infine, non ha mai digerito che due anni or sono, la giunta «progressista» di Torino, stanziasse 100 milioni di lire per il cinema omosessuale.
Certo i «gay» sono anche in altri schieramenti, e non solo a «sinistra».
Anche scrittori validi e non-conformisti qualche vizio l'avevano, anche Pier Paolo Pasolini, anche il cattolico Testori, ma costoro avevano il pudore di non mischiare la politica nei loro problemi personali.
Quindi all'amico o compagno "Novi" suggerisco (senza presunzione alcuna) di definire certa «sinistra» da spazzatura Sinistra Radikaloide di origine liberaldemocratica e occidentalista, che con la Sinistra Libertaria passata ed attuale non ha nulla da spartire.

GiDì

 

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