da "AURORA" n° 37 (Ottobre - Dicembre 1996)

OLTRECONFINE

 

tratto da "El Avión Negro"  * (anno 11, n° 5 - Julio-Agosto 1996)

 

Montoneros: il giudizio contro una generazione

Movimento Peronista di Liberazione Nazionale

 

Ermanno Massari (trad.)

 

Molti sono stati i dibattiti in cui si è tentato di rivelare la verità storica che racchiude l'esperienza dei "Montoneros".

In particolare, c'è da segnalare che la causa scatenante dei fatti politici degli anni '70 cominciò a prodursi nel '55 con la caduta di Perón e la crescente resistenza che i militanti peronisti attuarono contro i vari governi, militari e civili, repressivi e proibizionisti.

Il trionfo elettorale del 1973 ed il ritorno di J. Domingo Perón nel Paese, voluto dalla tendenza rivoluzionaria del peronismo rappresentata dai Montoneros, causò panico nei gruppi economici dominanti, che cominciarono una serie di provocazioni e destabilizzazioni ai danni del nascente governo popolare, che portò al colpo militare del '76.

L'aumento delle rivendicazioni sociali del '73 si unisce alla sintesi degli ideali politici del popolo argentino nella massima disputa storica raggiunta dalle maggioranze popolari, in linea col nostro passato di lotte nazionali, trasmesse da San Martiri, Yrigoyen, Rosas e Perón. È in tale contesto di lotte politiche che si rimarca l'esperienza montonera. Non nello spazio di minoranze insignificanti, né nelle burrasche dell'intelligenza para-poliziesca.

Il segno politico fondamentale che traduce l'esperienza degli Anni Settanta è quello di una generazione educata all'idea di un sistema di valori e di una società basati sul lavoro, sulla sovranità del popolo, sulla giustizia sociale, sull'indipendenza economica e sulla sovranità politica.

«Mio generale, i tuoi privilegiati di ieri sono i tuoi combattenti di oggi». Questa sarebbe stata la parola d'ordine di una generazione di peronisti rivoluzionari disposti a dare la vita per una nuova Argentina.

È anche necessario porre in risalto, ad onore della verità storica, che furono i Montoneros che più lottarono contro la dittatura genocida, in epoca in cui la maggioranza dei politici, non avendo urgenze elettorali, collaborava al sostegno della dittatura fornendo ambasciatori, sindaci e funzionari.

Questa è la ragione per cui l'identità politica della maggioranza degli assassinati, degli imprigionati dalla dittatura e dei desaparecidos fosse peronista.

Molti sono stati i titoli con cui si è voluto condannare quell'epoca: «Sovversione», «Mai più», «Due demoni», etc.. È la forma con cui il sistema pretende di preservarsi. Ci sono state severe critiche su determinati aspetti dell'azione dei Montoneros, molte delle quali condividiamo, sebbene riteniamo che la storia sia ancora tutta da riscrivere.

Però esiste un analisi falsa, sostenuta da alcuni ex-Montoneros rinnegati e da certi personaggi della sinistra classica che contribuiscono a falsificare la storia, fino al tradimento.

È il tipo d'analisi lineare e astratto che segmenta la storia ed isola i fatti. Così nella critica ai Montoneros nel ritenere come vere rivelazioni di come un errore spinse ad un altro, e questo ad un altro ancora e così di seguito, togliendo dal primo piano il ruolo del nemico oligarchico. In quel contesto di analisi l'opzione era di essere Montoneros o anti-Montoneros. Maniera decorosa di evadere il compromesso da apportare al superamento della storia. Per tale motivo risulta quasi facile a questi portavoce del colonialismo rivendicare Wolsh, Oesterhend, Urando, Corri e tanti altri compagni che prima di dare la vita per il proprio prestigio professionale hanno scelto il pericoloso ed ingrato mestiere di patriota.

Non, però, patrioti da manuale da scuola elementare, ma patrioti peronisti e Montoneros.

Oggi il Movimento Peronista di Liberazione Nazionale ripete con Rodolfo Wolsh: «L'unico vero cimitero è la memoria».

E rivendichiamo tutti i compagni peronisti che con il loro leale sapere ed intendere diedero tutto per una Patria più giusta e per un popolo più felice. Ci unisce il loro esempio nel morire con audacia, nel mettere in discussione lo status quo delle dittature spingendoci a continuare questa battaglia.

Lontano da politici liberali e partitocratici che scossano le spalle di fronte al dramma nazionale e si accontentano nel godere dei privilegi del potere politico.

Allo scherno e alla bugia che il potere dominante impone su quelle generazioni di patrioti ci opporremo con la nascita di una nuova generazione Peronista Rivoluzionaria.

Il cammino verso le rivendicazioni della memoria storica è nella conquista di pane, lavoro e potere al popolo.

 

Movimento Peronista di Liberazione Nazionale

trad. Ermanno Massari

 


 

Washington; (Reuter)  *  "The New York Times"

 

Manuali di tortura, esecuzione ed estorsione

 

trad. Ermanno Massari

 

La "Scuola delle Americhe", l'accademia statunitense per militari latino-americani, utilizzò manuali nei quali si approvavano l'esecuzione, la tortura e l'estorsione, come «tecnica» per combattere la guerriglia; tutto ciò è rivelato da documenti divulgati dal Pentagono.

I manuali della Scuola, che qualche volta fu chiamata «Accademia di dittatori», erano scritti in castigliano. Uno di essi, titolato "Guerra rivoluzionaria e ideologia comunista", usava la parola «neutralizzare» riferendosi alla distruzione fisica di persone e istituzioni.

Un altro manuale, che riguardava l'«uso delle fonti di informazione», raccomandava di assicurarsi «la collaborazione servendosi della paura, di ricompense per i nemici uccisi, di polizze assicurative, di falsi arresti, di esecuzioni e dell'uso del siero della verità».

Usati tra il 1982 ed il 1991, ma originati per i "Corsi dell'Intellighentia" negli Anni '60, i manuali furono oggetto di una inchiesta dei cui risultati appena si parla. Secondo il Pentagono gli autori dei testi supposero che le tattiche dei "Corsi" degli Anni '60 (al tempo della «guerra fredda») ancora avrebbero goduto del beneplacito del Governo per cui mai sollecitarono l'obbligatoria «revisione dottrinaria».

«Però non abbiamo potuto accertare che si sia trattato di un comportamento intenzionale, deliberato e architettato per violare le politiche del Dipartimento della Difesa», conclusero gli investigatori che, inoltre, provarono a difendere la Scuola, considerandola una importante attività strategica.

 

Manuali distrutti

Scoperti e levati dalla circolazione nel '91, i testi servirono come base per i corsi della Scuola ,che fino al 1984 funzionò in Panama e per le cui aule passarono oscure figure come l'ex-dittatore argentino Leopoldo Galtieri, l'ex-uomo forte panamense Manuel Noriega e il defunto leader di ultra-destra salvadoregno Roberto D'Aubisson. Dal 1946 furono addestrati 60.000 ufficiali, allievi-ufficiali, sottufficiali, polizia e funzionari dell'America Latina e degli Stati Uniti.

Nel 1992 Washington decise di distruggere i manuali che ancora si trovavano in suo possesso ed avvisò i Paesi latino-americani che i testi di tali manuali «non rappresentano le politiche del governo statunitense».

 

tratto da "Clarin" del 22/9/96

trad. Ermanno Massari

 

 

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