da "AURORA" n° 42 (Luglio 1997)

OLTRECONFINE

Umanitarismo, arma da guerra

Ermanno Massari (trad.)

 

Gli interessi egemonici dell'Occidente, di gruppo o individuali, -in particolare quelli degli USA- così come la globalizzazione della economia e pertanto la nuova divisione del lavoro su scala planetaria, esigono nei parametri attuali l'adattamento delle strutture politiche o almeno l'incorporazione di ampi valori ed elementi caratteristici dalle cosiddette «democrazie occidentali».

Il sistema liberal-democratico, come è noto, è la mera espressione della legittimità del «Mercato». La democrazia è per l'«umanità» (uno strano insieme razionale che include la categoria dei consumatori-produttori) quello che per i greci classici era la "Polis", il resto sono barbarie. Aristotele considerava ciò che viveva fuori della "Polis" un animale o un Dio, ma in un mondo che non crede in Dio restano solo animali; senza il dubbio, la buona coscienza dell'Umanità, restia di divinità ma non dei propri decaloghi laicizzanti, è portatrice di un nuovo vangelo di redenzione: i «diritti umani».

L'anatema, la stigmazione e la scomunica ricadranno su coloro che non si comportano con i dettami dell'Umanità. L'eterna condanna per chi viola i «diritti umani» peserà su coloro il cui destino sia stato deciso nelle caserme del Pentagono o della NATO, nelle agenzie di intelligenza o negli uffici degli organismi economici sovranazionali quali il FMI o la Banca Mondiale o che sono lanciate dal pulpito dell'ONU.

Il meccanismo verrà sempre preceduto da informazioni e testimonianze della ONG's -avanguardia missionaria della nuova fede-; l'obiettivo della telecamera mostrerà colonne di rifugiati, bambini famelici, massacri ed orfanotrofi degli orrori. Essa, attraverso gli schermi televisivi, in un periodo più o meno ampio, commuoverà la psiche collettiva in azioni di «solidarietà e presa di coscienza» impegnata nell'accaparrare records di audience o in altre manifestazioni di «moralizzazione del gregge». Infine arriveranno lo sbarco dei marines, le truppe di interposizione, i bombardamenti selettivi, le pressioni ed i blocchi commerciali, il tutto in nome della «Umanità» e della «giusta causa».

Un'ultima osservazione ci permette di considerare i «diritti umani» come un valore di quelli quotati in borsa: improvvisamente si vince o si perde, si oscilla su o giù, si passa da una mano all'altra.

È così che Israele, sempre in calo in questa questione, non soffre le ire dei giusti, come pure improvvisamente un popolo come quello Kurdo dell'Irak guadagna punti a differenza di quello Kurdo della Turchia che non ne possiede... e la lista è interminabile, come interminabili sono i «conflitti dimenticati», come pratiche che saranno spolverate se c'è interesse o seppellite se già sono state convenientemente sfruttate, ma che devono essere ricordati, per tranquillità delle buone coscienze, che temono lo status di protagonismo di uno si e l'altro no.

Quale sarà la prossima missione?

Ermanno Massari (trad.)

 

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