da "AURORA" n° 44 (Novembre - Dicembre 1997)

COMBATTENTI

Federazione Nazionale Combattenti Repubblica Sociale Italiana

Foglio di orientamento n" 2/1997

 

In relazione alle proposte di riunire gruppi, associazioni, ecc. sulla base di presunte omogeneità di fini, il comitato direttivo della FNCRSI

precisa:

« a) L'art. 2 dello Statuto stabilisce che «La FNCRSI è una associazione apartitica indipendente da qualunque formazione politica». Essa è composta da persone che intendono realizzare nella società attuale e in quella futura le idealità e i princìpi di giustizia sociale, di libertà e di amor patrio che contraddistinsero la RSI. Poiché gli atti politici sono privi di valore normativo quando non sono sorretti da equità e moralità, i Combattenti della RSI considerano semplicemente ridicolo che un tale, travestitosi da luogotenente generale del regno (con il previo consenso del Col. C. Poletti), abbia emanato il decreto di scioglimento del PNF, notoriamente autoscioltosi nel momento in cui il suo vile segretario, il 26-7-'43, lo mise «a disposizione» di Badoglio.

Ritengono oltremodo incoerente, sotto il profilo logico e del tutto incongruo sotto il profilo etico, che la «democrazia italiana» proibisca per legem la libera espressione del pensiero a cittadini che, valorosi in guerra, hanno dimostrato in pace per oltre mezzo secolo, operosità, valentia e condotta morale ineccepibile nel mondo del lavoro e delle professioni.

La storia dimostra che le concezioni generali del mondo, dell'uomo e di Dio, non si sciolgono per decreto ma si trascendono mediante idealità e concezioni più alte e più nobili; questo non è avvenuto, né sta per accadere;

b) attualmente, non esistono gruppi, movimenti o associazioni che, in ordine alle finalità statutarie della FNCRSI e riguardo alla sua tradizione di effettiva lotta al sistema antifascista, possano considerarsi ad essa affini;

c) sorta spontaneamente, è in atto da qualche anno nel rispetto della reciproca autonomia, un'intesa ideale e operativa fra questa Federazione e il "Movimento Antagonista - Sinistra Nazionale". Intesa analoga a quella a suo tempo fecondamente raggiunta con "Prima Fiamma", "Nazione Sociale", "Ordine Nuovo" dei primi tempi e "Costituente Nazional-rivoluzionaria". Va da sé che simili forme di collaborazione potranno attuarsi con altri movimenti o associazioni che -nei fatti- dimostrino di adottare programmi e comportamenti politici coerenti con i princìpi fondamentali della RSI.»

 

Astensione o scheda bianca

Nei primi anni '60, per un male inteso senso di cameratismo, la FNCRSI di Roma diede luogo a due eccezioni rispetto all'orientamento generale dell'Organizzazione e appoggiò l'elezione a consigliere comunale di tale Nistri e quella a deputato di un giovane professore che si presentava come indipendente del MSI, con lo slogan «una bomba in parlamento».

Nessuno dei due fu eletto.

Dopo qualche anno di ineccepibile e coraggiosa militanza nella Federazione, malauguratamente rientrato nel MSI, il professore fu eletto consigliere comunale, ma non si udì alcun «botto» in Campidoglio". L'idea mendace di poter «cambiare il sistema dall'interno», subdolamente proposta da squallidi arrivisti avidi di prestigio personale, è sfociata -come era logico accadesse- nel cambiamento in peggio dei soggetti medesimi ad opera del medesimo sistema, Infatti, dopo aver sfruttato per 50 anni il deteriore sentimentalismo degli ex-fascisti, li troviamo ora in SPE quali laquais di Berlusconi o ordonnances del «servizievole» Rauti.

In realtà, la FNCRSI non ha mai reputato l'astensione dal voto o il votare scheda bianca come comportamenti propriamente fascisti, tuttavia il votare secondo il metodo proprio al suffragio universale, rientra ancor meno nei modi fascisti di espressione della volontà politica. Il fascismo si prefigge l'attuazione dello «Stato di popolo», vale a dire della più alta forma di democrazia, in forza della quale, dal lavoro (dovere sociale da cui, nel rispetto delle naturali differenziazioni, discendono i diritti politici) deve realizzarsi il pane e il benessere per tutti. Tutti, quindi, nessuno escluso, lavorando, debbono concorrere -dalle attività più umili alla creazione artistica e alla speculazione filosofica- al bene comune. In tale contesto, affrancate dalla tirannia del capitale, le attività umane verranno sottratte agli attuali rapporti di dipendenza e conformate a quelli più legionari di gioiosa e virile partecipazione. A nulla più varranno le rendite parassitarie e le discendenze da «magnanimi lombi».

Solo allora s'invererà la Dottrina, e: «... il fascista comprende(rà) la vita come dovere, elevazione, conquista: la vita che deve essere alta e piena: vissuta per sé, ma soprattutto per gli altri, vicini e lontani, presenti e futuri».

Nello «Stato di popolo» vagheggiato da Mussolini, i cittadini-produttori, alle scadenze e mediante le candidature da essi stessi stabilite, in luogo pubblico, senza segreti, senza cioè l'umiliazione di nascondersi dietro alcun paravento, bensì nel saluto di Roma, designeranno coloro i quali dovranno essere posti a capo della fabbrica, dell'ufficio, del ministero in cui svolgono la loro attività, del comune e delle provincie in cui risiedono e, infine, chi dovrà reggere la più alta magistratura dello Stato. Ogni altro sistema di espressione della volontà politica, a nostro avviso, è lesivo della personalità umana e produce insanabili fratture tra rappresentanti rappresentati e tra Stato e popolo.

 

I (mis)fatti di Nettuno

Quello instauratosi in Italia nel dopoguerra non è un vero e proprio sistema, ma piuttosto una perversa struttura la quale, dotata di capacità di variazione e di autoregolazione, dovendosi necessariamente pascere di sentimenti negativi quali l'odio-rancore-livore antifascista, per congenita carenza di vigore culturale ed ideologico, in talune circostanze assume le connotazioni tipiche dell'organismo le componenti del quale, sebbene tra loro permanentemente confliggenti, compiono la funzione comune di far rinascere l'antistorico e antinazionale CLN. Donde il democristo Andreatta entra in sintonia con il cleri-bolscevico sindaco di Nettuno nel negare la tumulazione in quel luogo di alcune salme di nostri caduti per la difesa di Roma.

Casi simili si sono ripetuti decine di volte negli ultimi anni, e tutti sono legati al fatto che l'ambiente umano dei Combattenti della RSI si è reso facile preda di tensioni, incomprensioni e preclusioni provenienti dal mondo politico esterno ostile. I Gallitto, i Baghino, i Maceratini, ecc. , direttamente o indirettamente istigatori e protagonisti di quei misfatti, altro non sono che mestatori politicanti in cerca di voti, i quali fino a ieri hanno plaudito a quegli stessi marines che uccisero i nostri commilitoni e che, negli ultimi 50 anni, sono sbarcati in decine di patrie altrui al fine di conculcarne l'indipendenza e la libertà.

Le frammentazioni in seno ai Combattenti della RSI hanno avuto luogo anzitutto per la sempre ribadita autonomia della FNCRSI da ogni formazione politica, nonché per la tendenza al formarsi delle «associazioni d'arma» le quali non sono un male in sé, ma diventano tali quando, individualisticamente, si svincolano da un superiore coordinamento al quale esse stesse, del resto, mediante propri fiduciari prendevano parte; in terzo luogo per l'ancor più nociva organizzazione estemporanea di appendici reducistiche tese ad affiancare ora questa ora quella formazione politica antifascista (MSI, Fronte Nazionale di J. V. Borghese, Fiamma Tricolore, ecc.). In taluni poi si è ingenerato l'errato convincimento che, una volta compiuto l'irrinunciabile dovere del combattimento «per l'Onore d'Italia», fosse opportuno sciogliersi da ogni vincolo di natura più propriamente politica, così misconoscendo l'alto contenuto etico e rivoluzionario della nostra sacrosanta «guerra del sangue contro l'oro», guerra che, a ben vedere, appartiene più al futuro che al passato. Talché sono stati indotti a ritenersi vinti e, come tali, a partecipare ad una trasmissione televisiva di fronte a soggetti che non hanno mai avuto alcuna idoneità civile o militare ad essere vincitori di alcunché.

Però, intendiamoci: l'improvvida iniziativa non intacca la nostra consapevolezza che stiamo parlando di uomini eccellenti, di uomini cioè che seppero incarnare in modo superbo lo spirito e le virtù militari italiche, reggendo posizioni con rapporti da 1 a 20 in fatto di uomini e da 1 a 100 in fatto di armi e materiali, spesso da esse audacemente contrattaccando con stupore e ammirazione del nemico. La loro perizia e il loro valore sono fuori discussione. Per la prima volta nella storia, durante la RSI, ufficiali italiani assunsero e ressero egregiamente il comando di reparti germanici.

Nel '60, il Gen. Student, comandante il corpo dei paracadutisti tedeschi, proprio a Nettuno, tributò loro un così alto elogio che -come esplicitamente disse- non avrebbe osato rendere alle proprie truppe. Qualche anno addietro, nel Sacrario dei nostri Caduti ad El Alamein, un anziano generale tedesco che combatté in Italia fino al '45, esaltò il loro sfortunato valore con ammirazione e commozione indicibili. Uomini questi che sono stati nostri istruttori, nostri comandanti e che abbiamo profondamente amato ma che, in quanto portatori di così puro e prezioso patrimonio spirituale, vorremmo veder lontani e incontaminati dai luoghi della blasfema demagogia italiota.

Ciò non deve tuttavia impedirci di rilevare che niente ha arrecato più danno alla nostra compattezza di certi personalismi fuori tempo e fuori luogo. Ultima in ordine di tempo di tali nocive manifestazioni è la lettera di P. Pisanò ad Andreatta per lamentare la negata concessione degli onori militari al funerale del fratello Giorgio, ("il Giornale", 25-10-97). Non sarebbe stato più saggio non farne richiesta?

La verità storica sulla guerra è stata messa a fuoco una volta per tutte dall'antifascista B. Croce il 24-7-47, dinanzi all'Assemblea costituente, nell'atto di motivare il suo voto contrario alla ratifica del Trattato di pace: «Noi italiani abbiamo perduto la guerra, e l'abbiamo perduta tutti (...) consapevoli come eravamo tutti che la guerra (...) impegnando la nostra patria, impegnava anche noi, senza eccezioni, noi che non possiamo distaccarci dal bene e del male della nostra patria, né dalle sue vittorie, né dalle sue sconfitte». Altra triste verità risiede nel fatto che la via della collaborazione con l'antifascismo è fallita integralmente: ai Combattenti della RSI non è stato dato altro riconoscimento che quello riservato ai soli mutilati e invalidi: l'umiliante status di «invalidi civili di guerra».

Vogliamo davvero permettere a una classe di pusillanimi su cui ricade la responsabilità della incombente minaccia di secessione e di smembramento dell'unità nazionale, di farsi necrofori delle giuste aspirazioni, dei sacrifici e delle glorie della RSI?

È noto (o dovrebbe esserlo) che la FNCRSI è proprietaria di una grande tomba-ossario sita nel cimitero di Sesegana (Treviso), nella quale possono trovare tumulazione i resti di Caduti della RSI che venissero ulteriormente rinvenuti. In attesa che nei luoghi in cui si svolsero i più importanti combattimenti contro il nemico invasore possano essere eretti, per spontanea volontà popolare, monumenti o lapidi a ricordo delle future generazioni, ciò deve bastare, se non vogliamo subire ulteriori più cocenti umiliazioni.

 

C'eravamo tanto odiati

È il titolo del libro di C. Mazzantini e R. Bentivegna. A prescindere dalle farneticazioni personali degli autori, la RSI poneva alla coscienza degli italiani un solo schieramento: continuare la lotta contro l'invasore e, nel contempo, ricondurre il fascismo alle sue origini per la continuazione di una Rivoluzione tutta ancora da compiere. Nessun altro schieramento era onorevolmente praticabile. Ciò stante, l'unica «parte giusta» e l'unica «divisa giusta» era la nostra. Se sono in molti a pensarla diversamente, peggio per loro. Ora come allora, pero, chiunque può andare a cercare la morte violenta per mano altrui quando e come vuole.

 

I figli del Duce

Il paternalismo e ogni altra patologia etico-politica che comporti la perdita del diritto personale di tanto, in primo autodeterminazione, non riguarda i fascisti. Pertanto, in primo luogo, sono figli di Mussolini coloro i quali caddero col Suo nome sulle labbra e, in secondo luogo, coloro i quali vivono e operano per l'affermazione delle Sue intuizioni rivoluzionarie.

Terzium non datur.

 

"Lotta continua"

"Il Borghese" del 1-10-97, a p. 32, ha scritto chiaro e tondo che tale giornale (che fu diretto da M. Pannella, S. Violante, E. Deaglio, ecc.) , veniva «(...) stampato da Robert Hugh Cunningham, rappresentante della CIA a Roma». Nessuno finora ha smentito né si hanno notizie di querele.

Perché scandalizzarsi? I bravi P. Liguori, L. Gad, A. Marcenaro, C. Rinaldi, E. De Luca, T. Capuozzo, R. Briglia ecc., sono passati a più berlusconesche occupazioni: prima rimbecillivano una modesta parte nella sinistra e ora -sempre al servizio del capitale- rimbambiscono tutta l'Italia. Anche Cossiga -come si trattasse della cosa più ovvia e naturale del mondo- non perde occasione per ribadire che il PCI riceveva i rubli dall'URSS, la DC dagli USA e il MSI, più ruspante, li ritirava direttamente nell'ambasciata americana. Vendere la patria allo straniero è cosa turpe in tutte le latitudini, ma in Italia nessuno se ne adonta più di tanto. Mai l'Italia ebbe una rappresentanza politica tanto meschina, tracotante e vile come l'attuale ...e un popolo tanto coglione.

 

L'attentato di via Rasella

e tutti quelli che lo precedettero e lo seguirono sono illegittimi per le leggi di guerra internazionali. Punto e basta. Ma quel che ha messo in fibrillazione i vecchi balordi del partigianesimo risiede nel fatto che, per la prima volta e nella sede più appropriata, è stata svelata l'infame verità per la quale l'attentato fu messo in atto: eliminare, per mano germanica, i partigiani del movimento comunista «bandiera rossa», concorrenti dei GAP, e gli avversari badogliani ospiti di Regina Coeli. Di ciò, l'allora federale di Roma, Pizzirani, era fermamente convinto e ne fece oggetto di conferenze presso i gruppi rionali del PFR.

Le prove in possesso dei giudici debbono essere schiaccianti, altrimenti non avrebbero respinto la richiesta di archiviazione dei partigiani che misero la bomba e dei loro mandanti. Il fior fiore del partigianesimo e dell'ebraismo ha sbraitato per giorni e giorni contro la sentenza. Laconico, Ingrao, ha dichiarato: «È aberrante!» ("Corsera" 28-6-97). Più facondo, il senatore a vita (cioè a morte) L. Valiani, ha spiegato (ma non ha convinto nemmeno se stesso) che: «In guerra non ci sono atti illegittimi, non vedo proprio in che consista l'illegittimità (...) non possiamo dimenticare una frase celebre di un capo di governo come W. Churchill (l'uomo politico più umiliato e sconfitto della II guerra mondiale che, per ottemperare alle disposizioni massoniche ha distrutto l'immenso impero britannico), rivolto ai movimenti di resistenza disse: "uccidete quanti più tedeschi potete" (...) voglio ricordare che nell'ultimo conflitto mondiale i capi di governo hanno esortato i partigiani a sparare al nemico dovunque esso si trovasse». (ibidem)

Ora Ingrao e & C. sanno dove stanno i veri criminali di guerra e le rispettive azioni «aberranti». Questi valentuomini continuano a fingere di non conoscere la sentenza del 26-4-54 (che pure fece grande scalpore a suo tempo), con la quale il Tribunale Supremo Militare, tra l'altro, solennemente afferma:

1) «I combattenti della RSI hanno diritto di essere considerati belligeranti;

2) Gli appartenenti alle formazioni partigiane non hanno il diritto a tale qualifica, perché non portavano distintivi riconoscibili a distanza né erano assoggettati alla legge penale militare».

I Combattenti che desiderassero avere copia dell'intera sentenza, ne facciano richiesta a questa Federazione.

 

Le tariffe postali

sono notevolmente aumentate. Ne è conseguito che alcuni camerati hanno pensato bene di inviarci dei francobolli. La Federazione, auspicando l'incremento di questa quanto mai opportuna forma di partecipazione, li ringrazia e augura loro un buon 1998.

 

Italia - Repubblica - Socializzazione

 

Il Comitato direttivo

 

 

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