da "AURORA" n° 49 (Giugno 1998)

RECENSIONI

 

Claudio Mutti

Julius Evola sul fronte dell'Est

Edizioni all'insegna del Veltro, Parma 1998   pp. 108   £. 18.000

 

Sul fronte dell'Est, come volontario nel secondo conflitto mondiale, Evola non potè andarci, poiché, non essendo iscritto al PNF, la domanda di arruolamento gli venne respinta.

È dunque in un altro senso che questo libro parla di «fronte dell'Est» in relazione a Julius Evola. Lo scrittore italiano frequentò di persona gli ambienti politici e culturali di alcuni paesi dell'Europa centro-orientale, nei quali la sua opera ha sempre incontrato un certo interesse. L'autore di questa ricerca ha dunque ricostruito l'azione che Julius Evola svolse personalmente, nella seconda metà degli anni Trenta, e Praga, in Romania e in Ungheria.

Per quanto concerne Praga, attraverso la lettura attenta di alcuni articoli pubblicati a suo tempo su "Bibliografia Fascista" (e ripubblicati in "Esplorazioni e disamine", 2 voll., Parma 1995) veniamo e scoprire un Evola insospettato, il quale, nelle vesti inconsuete di diplomatico segreto, tenta di dare alla crisi dei Sudeti una soluzione diversa da quella che ebbe poi storicamente luogo.

Quanto alla Romania e all'Ungheria, in tali paesi la presenza dell'opera evoliana non è mai venuta meno. (Basti ricordare un solo fatto: Andrei Plesu, attuale ministro degli Esteri romeno, quando all'epoca di Iliescu era ministro della Cultura, patrocinò la pubblicazione di "Metafisica del sesso"). La presente ricerca si è dunque potuta avvalere in gran parte delle testimonianze orali di persone che svolsero un qualche ruolo nella formazione di correnti di pensiero tradizionalista o evoliano; ma essa ha anche messo a frutto documenti finora inediti o comunque non conosciuti nell'Europa occidentale. In appendice, ad esempio, l'editore ha pubblicato anche la recensione di "Rivolta contro il Mondo Moderno" scritta da Mircea Eliade per un giornale romeno dell'epoca, nonché un paio di lettere di Julius Evola a due suoi corrispondenti rumeni: Mircea Eliade e Vaslle Lovinescu.

Lo studio ricostruisce in tal modo gli ambienti nei quali l'opera di Evola ha esercitato la sua influenza e ci fornisce interessanti informazioni circa i personaggi coi quali lo scrittore italiano venne a contatto nel corso dei suoi viaggi nel due paesi danubiani. Se sapevamo qualcosa circa i rapporti di Evola con Codreanu e con l'ambiente legionario romeno, dalle pagine di questo libro emergono le figure di altre personalità della politica e della cultura con le quali Evola venne a contatto, sicché abbiamo la conferma che lo scrittore italiano è stato molto meno «marginale» di quanto si sia spesso creduto.

 


 

Luca Tadolini

I franchi tiratori di Mussolini.
La guerriglia urbana contro gli invasori anglo-americani da Napoli a Torino

Ed. all'insegna del Veltro, Parma 1998   pp. 208  £. 30.000 (con illustrazioni).

 

«I veri ribelli siamo noi. Ribelli contro un mondo vecchio di egoisti, di privilegiati, di conservatori, di capitalisti oppressori, di falliti sistemi, di superate ideologie, di dottrine ingannatrici, di falsi e bugiardi».

Giuseppe Solaro, delegato dei Partito Fascista Repubblicano per il Piemonte, dimostrò con i fatti che queste non erano parole vane. Infatti, per due settimane dopo la cosiddetta «Liberazione», cioè fino a tutta la prima settimana di maggio, i franchi tiratori repubblicani continuarono a sparare dai tetti di Torino contro gli invasori e i loro collaboratori.

Si concluse dunque nel capoluogo piemontese quella resistenza popolare che era cominciata a Napoli e aveva visto uomini e donne di ogni condizione e di ogni età imbracciare le armi e sparare dalle finestre e dai tetti delle case contro gli eserciti che stavano invadendo il territorio nazionale.

Il racconto storico di Luca Tadolini, nel quale ogni affermazione è rigorosamente documentata, prende dunque l'avvio da Napoli (settembre '43), prosegue con Firenze (agosto '44) e arriva alla Valle del Po, focalizzandosi su Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Milano e concludendosi a Torino.

Se sono famosi gli episodi eroici come quelli di Firenze (grazie anche alle pagine de "La pelle" di Malaparte), l'epopea del franchi tiratori è rimasta fino ad oggi in gran parte sconosciuta, perché nel cinquantennio democratico non è mai stata svolta nessuna ricerca organica su questo argomento. Il giudizio dei vincitori aveva creduto di risolvere la questione una volta per tutte, bollando i franchi tiratori come fanatici sanguinari che non volevano arrendersi all'evidenza dei fatti e al «senso della Storia». In alcuni casi, tuttavia, sono stati loro riconosciuti, a denti stretti, il grande coraggio e lo spirito di sacrificio, come risulta da qualche scampolo dalla memorialistica partigiana citata nel libro di Tadolini: «si batterono a lungo con accanimento degno di miglior causa», «i 'puri' hanno deciso di non poter sopravvivere al crollo dei loro Ideali e vogliono morire pugnando», «assai pur coraggiosi, quei franchi tiratori che, certi della fucilazione in caso di cattura, per alcuni giorni a partire dalla Liberazione, spararono contro Alleati e partigiani».

Il volume è corredato di una serie di illustrazioni: fotografie, carte topografiche che consentono di seguire la descrizione degli eventi in ogni città interessata dal fenomeno «franchi tiratori» e tavole di Walter Molino dalla "Domenica del Corriere" dedicate agli episodi di lotta popolare contro gli invasori anglo-americani.

 

 

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