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anno 1 * n° 1

AMBIENTE E SOCIETÀ

 

La nostra epoca: l’inquinamento

Sergio Montalti

 

Inquinamento, afferma il dizionario, è «l’atto di insudiciare o di infettare». Nell’uso corrente questo termine è venuto assumendo un significato molto più grave fino a dare corpo alla previsione che la prosecuzione irresponsabile dell’inquinamento possa condurre alla estinzione di ogni forma di vita sulla terra. Ne consegue che le nostre città «vivono» di inquinamenti atmosferici, di inquinamenti del suolo, di inquinamenti dei cibi con le adulterazioni, le sofisticazioni e le sostanze nocive come coloranti e conservanti.

Insomma, tutto ciò che viene buttato nell’atmosfera ricade sulle acque e sul terreno; tutto ciò che viene buttato nelle acque si infiltra nella terra e, viceversa, tutto ciò che viene gettato sul suolo si diffonde nelle acque. Le sostanze inquinanti sono per queste ragioni penetrate stabilmente nelle piante e negli animali e sono quindi entrate nelle catene alimentari.

Le cause sono da ricercarsi nel tipo di sviluppo industriale provocato dal meccanismo capitalistico che è la colonna portante della società odierna.

Il meccanismo perverso della produzione capitalistica determina, con la spinta più esasperata dell’espansione dei consumi, una dimensione costantemente crescente dei rifiuti. Siamo giunti al punto che la composizione dell’atmosfera dopo essere rimasta immutata per milioni di anni, nell’ultimo secolo ha subìto alterazioni con l’aumento del 20% di anidride carbonica. L’equilibrio tra l’uomo e l’ambiente è stato rotto dal capitalismo più selvaggio che ha condotto alla degradazione biologica del pianeta.

Questo processo determina altresì un’opera costante di rapina, sfruttamento e spoliazione della natura.

In pochi anni l’Italia, per esempio, ha registrato impressionanti trasformismi: centinaia di migliaia di persone sono state spinte all’emigrazione interna, dalla montagna, dalla campagna alla città, per l’esasperato processo di concentrazione dello sviluppo economico nei punti prescelti dalla «società del capitale» determinando così l’abbandono e la disgregazione del restante territorio.

È mutato così lo stato del territorio con il dissennato disboscamento, alterando i rapporti tra atmosfera, acqua, boschi, terreni, ecc.

Il capitalismo è divenuto quindi fattore di distruzione del patrimonio naturale del nostro paese e di quello creato nei secoli dall’uomo.

Diventa chiaro così come la difesa dell’ambiente si intrecci alla lotta per una società che liberi l’uomo dalla società industriale del capitale e come annunciava profeticamente Drieu La Rochelle rinasca «un movimento ideale che promuovi una grande rivoluzione: la difesa dell’uomo contro la macchina e la metropoli e superi il capitalismo con il senso dell’uomo».

 

Sergio Montalti

 

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