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Programma

 

L'area antagonista si definisce quale movimento della sinistra nazionale che intende fondere, in un'unica prospettiva ideologica e politica la lotta nazionale per l'indipendenza dei popoli e la lotta sociale per l'emancipazione delle classi lavoratrici e delle forze produttive dalla pesante subalternità al capitale finanziario multinazionale ed alle sue logiche di sfruttamento dell'uomo, dell'ambiente e delle risorse.

In una prospettiva ideale e strategica noi finalizziamo la nostra azione:

a) alla ricomposizione graduale di tutte le fratture interne al movimento socialista, che si sono prodotte fra il 1914 e il 1917, in modo da creare le condizioni per un movimento antagonista unitario che funga da riferimento politico e sindacale per le lotte dei lavoratori e dei popoli contro l'imperialismo e il capitalismo internazionale;

b) alla formazione di un fronte unico di lavoratori e ceti produttivi nazionali, che sia alternativo alle strutture capitalistiche e al suo sistema di valori consumistici e individualistici;

c) alla creazione di un nuovo ordine economico e sociale che, dopo il crollo del socialismo reale, conduca al superamento del capitalismo liberale attraverso meccanismi in grado di coniugare efficienza produttiva e giustizia sociale, privilegiando, in un quadro di solidarietà comunitarie, la compartecipazione delle forze del lavoro e della produzione;

d) alla definizione di un'organizzazione etico-politica e culturale che, a fronte dei devastanti costi esistenziali del modello capitalista, valorizzi le specificità culturali dei popoli e delle nazionalità, recuperi il primato dell'essere sull'avere, ponendo al centro della vita sociale l'uomo e le sue aggregazioni, e rifiuti le logiche massificanti ed edonistiche del sistema occidentale.

In base a questi princìpi ed obiettivi di ordine generale noi proponiamo i seguenti punti programmatici.

 

1) Contro il Nuovo Ordine Mondiale

L'attuale quadro internazionale è contraddistinto dalla onnipresenza di centri e strutture finanziarie, commerciali e produttive transnazionali, la cui azione viene coordinata da organizzazioni planetarie (pubbliche e private), quali il FMI, che tendono a mediare i tradizionali contrasti economici e politici inter-imperialisti.

Il dominio economico, sociale, politico e culturale del capitale finanziario transnazionale s'intreccia al dominio militare degli Stati Uniti, che fungono da braccio armato degli interessi imperialistici, intervenendo con brutalità e protervia in ogni punto del globo terrestre a loro difesa.

 

2) Per un Europa unita da Lisbona a Vladivostok

Contro il dominio imperialista e l'espansionismo americano, la Sinistra Nazionale intende difendere l'indipendenza economica, politica, culturale dei popoli e la loro integrazione volontaria in blocchi sovranazionali storicamente e culturalmente omogenei, ritenendo però che indipendenze nazionali e comunità sovranazionali omogenee non possano prescindere da una lotta di liberazione dalle oligarchie «interne», che altro non sono se non la proiezione territoriale di potentati planetari senza patria e senza bandiera.

In un simile contesto consideriamo irrinunciabile l'unità dell'Europa da Lisbona a Vladivostok, da Oslo a Roma. Respingiamo tuttavia le attuali forme fantoccio in cui essa si sta manifestando, a cominciare dal Trattato di Maastricht per finire alla perdurante occupazione coloniale degli USA.

L'unità e l'indipendenza dell'Europa esigono infatti ben precise condizioni:

a) scioglimento della NATO;

b) cacciata delle truppe d'occupazione americane da ogni lembo del nostro Continente;

c) radicale rinnovamento sociale e politico interno ai singoli paesi aderenti.

 

3) Fuori dalla NATO, per una nuova cooperazione con il Terzo Mondo

Ribadiamo, sul piano interno, che la Sinistra Nazionale lotterà per l'uscita dell'Italia dalla NATO e della NATO dall'Italia, chiedendo anche la non partecipazione del nostro Paese ad organismi internazionali, comunque mascherati, che siano espressivi degli interessi del capitale finanziario transnazionale.

In questo quadro proponiamo un rilancio della cooperazione integrata e paritaria con i paesi del Terzo Mondo, con la duplice finalità di assicurare risorse energetiche e sbocchi economici per l'industria nazionale, e di creare in queste regioni condizioni di sviluppo proprie che scoraggino incontrollati flussi migratori verso l'Europa.

Sul problema dell'immigrazione extracomunitaria, siamo consapevoli che tale processo nasce dalle condizioni di super-sfruttamento del Terzo Mondo e da alterazione di millenari equilibri ecologici e climatici determinati dallo sviluppo selvaggio del capitalismo planetario. Le masse che si riversano disordinatamente nei nostri paesi sono composte da diseredati e sottoproletari, mossi dalla dispersione e dalla fame, allettati dai falsi richiami della sub-cultura consumista dell'Occidente libero.

IL processo immigratorio in atto ha assunto un carattere drammatico, per i reciproci scompensi sociali e culturali che esso ha determinato. Noi denunciamo anche la possibilità che esso assuma in futuro proporzioni sempre maggiori se non si interrompe il crescente deterioramento dell'ecosistema planetario, se non si spezzano i meccanismi dello sfruttamento imperialista che alimentano il sottosviluppo.

Su tali basi, la Sinistra Nazionale ritiene che, dovendosi addebitare le responsabilità del dramma alle strutture ed oligarchie capitalistiche, le risposte immediate non possono essere che due:

a) intensificare la lotta al sistema, coinvolgendovi le comunità di immigrati più coscienti e più legate alle proprie radici etnico-culturali;

b) una revisione profonda dell'intera normativa sull'immigrazione in modo da stroncare alla radice il fenomeno xenofobo che rischia di creare una classica «guerra fra poveri», a tutto vantaggio del comune nemico imperialista.

 

4) Per uno schieramento alternativo al capitalismo

In Italia il crollo del vecchio sistema politico consociativo si sta risolvendo, con l'attenta regia dei gruppi economici dominanti, nazionali e transnazionali, in una mera trasformazione politico-gestionale, interna alle strutture capitalistiche. Si sta passando infatti da istituzioni dominate da partiti di massa con ramificazioni clientelari nella società civile, a istituzioni oligarchiche che, mediante il nuovo meccanismo elettorale, esprimeranno una classe politica tecnocratica e moderata, priva di autentici legami con le masse popolari.

Queste risposte reazionarie e conservatrici a «tangentopoli» rischiano di determinare una storica involuzione a «destra» di tutti gli equilibri politici e sociali del Paese.

Le nuove istituzioni oligarchiche e mass-mediali che stanno nascendo e la nuova classe tecnocratica che dovrà gestirle saranno unicamente orientate al corretto funzionamento dell'economia di mercato, sotto l'attento controllo degli organismi politico-finanziari internazionali, palesi ed occulti, quali la Trilateral e il Fondo Monetario Internazionale.

Su queste basi la dialettica politica italiana si sta ripolarizzando. Alla vecchia linea di scontro fra il sistema di potere imperniato sulla DC ed i suoi oppositori di destra e di sinistra, si va sostituendo la contrapposizione fra uno schieramento liberal-democratico e liberista, espressione di interessi economici planetari, antinazionali e antisociali, e uno schieramento antiliberista che cerca di dare espressione ai bisogni e alle paure dei lavoratori, dei disoccupati e dei pensionati di ogni regione italiana. Sul primo versante si collocano, a vario titolo, Lega Nord, MSI, area Segni, Berlusconi e lo stesso PDS ufficiale. Sull'altro versante si trova un'area di autentica sinistra, composta da socialisti, sindacalisti, cattolici, nazionalpopolari e comunisti. In quest'area noi intendiamo collocarci, ambendo ad assumervi un ruolo d'avanguardia.

 

5) Per il rafforzamento dello Stato sociale

La Sinistra Nazionale respinge per ragioni ideali e politiche qualsiasi progetto di privatizzazione delle strutture economiche pubbliche (banche e industrie) e dei servizi sociali (sanità, scuola, comunicazioni, ecc.).

Particolarmente grave, e lesiva degli interessi nazionali, è la tendenza a svendere a gruppi privati e stranieri strutture a tecnologia avanzata nei settori delle comunicazioni e dell'elettricità.

Le privatizzazioni sono il frutto di una manovra guidata dall'alta finanza che, mascherata da problemi di deficit pubblico, intende vendere il patrimonio dell'economia italiana ai maggiori gruppi transnazionali.

La svendita delle aziende pubbliche e lo smantellamento dello Stato sociale si sta riducendo in un ulteriore depauperamento delle classi popolari, come dimostra il nuovo sistema previdenziale misto, che prevede oneri pubblici invariati a fronte di prestazioni ridotte, in modo da costringere i lavoratori a ricorrere a forme d'assistenza e ad assicurazioni private.

In materia di debito pubblico e di politiche finanziarie, la Sinistra Nazionale respinge ogni analisi che localizzi il problema all'Italia, e lo riconduca alle ruberie della vecchia classe politica e agli oneri dello Stato sociale. La questione del debito pubblico, nella sua essenzialità, nasce dalla fase di sviluppo speculativo degli anni '80, e tocca in varia misura tutti i paesi dell'Occidente, ad iniziare dagli Stati Uniti.

Il debito pubblico italiano è dunque da attribuirsi all'intero blocco parassitario (politico, mafioso e imprenditoriale) che ha sgovernato l'Italia sino ad oggi. Essendo stato generato da grandi imprenditori, politici e mafiosi, non può ora essere pagato da lavoratori, pensionati, disoccupati, artigiani e produttori.

 

6) Per una economia mista, nazionale e socializzata

Nostro obiettivo ultimo, sul piano economico-sociale, è la creazione di una economia:

  • Mista (con i poteri pubblici, nazionali e locali, che controllino i settori strategici dell'economia, per finalizzarne lo sviluppo ad obiettivi di interesse comunitario);

  • Nazionale (indipendente da qualsiasi organismo, internazionale o planetario integrato, a partire dal cosiddetto «Libero Mercato Mondiale»);

  • Socializzata (composta da aziende, private e pubbliche, piccole e grandi, organizzate con criteri di partecipazione dei lavoratori alla proprietà, alla gestione e alla ripartizione degli utili aziendali, con l'ovvia esclusione delle aziende individuali e familiari).

Un simile modello economico esige ed esprime un tessuto di rapporti sociali, solidaristici e comunitari, e non può dunque prescindere da una cultura di solidarietà, in antitesi ai valori consumistici, individualistici e massificanti, che sono l'asse portante del modello capitalista americanocentrico.

Riteniamo che origine e veicolo privilegiato di questi rinnovati valori solidaristici sia la famiglia. Su questo piano, la Sinistra Nazionale chiede una politica globale che rafforzi l'istituto familiare, che stimoli e consolidi le unioni matrimoniali, la convivenza fra giovani e vecchi, tutelando adeguatamente la maternità responsabile.

Una economia nazionale e socializzata; come quella alla quale noi ci ispiriamo, dovrà inoltre ricostruire la base agraria e contadina del Paese, depauperata da decenni di industrialismo e di urbanesimo selvaggi, frutto del malgoverno DC e partitocratico.

Le strutture economiche dovranno, inoltre, esprimere uno sviluppo tecnologico e produttivo che sia compatibile con le esigenze di tutela dell'ambiente, degli equilibri ecologici e della salute dei cittadini, a cominciare dall'abbattimento dell'inquinamento agricolo-industriale e dalla riduzione e trasformazione dei rifiuti.

 

7) Per una ripresa delle lotte sindacali

Nell'attuale contingenza economica e politica è aperta la questione del sindacato unitario, che sta frenando lo sviluppo delle lotte sociali e di una nuova coscienza politica antagonista di massa. I sindacati egemoni, CGIL-CISL-UIL, dopo un decennio di sbandamenti strategici e di cedimenti, hanno ormai assunto nei confronti della Confindustria e del Governo un atteggiamento di collaborazionismo che sfiora il tradimento.

La Sinistra Nazionale denuncia gli accordi su «Scala Mobile» e «Costo del lavoro», e accusa i vertici confederali di complicità con il grande capitale e gli organismi finanziari internazionali che dettano al Governo le politiche economiche.

Di fronte ai drammatici problemi economici e sociali del momento, a cominciare dalla disoccupazione, riteniamo inderogabile un rilancio delle lotte operaie e popolari, esteso a tutte le forze produttive del territorio sul modello della rivolta di Crotone, che ha coinvolto l'intera popolazione locale, comprese le gerarchie della Chiesa Cattolica. Il rilancio dello scontro sociale esige una nuova dirigenza sindacale che sia in grado di guidarlo, di estenderlo geograficamente e socialmente, di finalizzarlo politicamente.

Sullo specifico problema della disoccupazione, la Sinistra Nazionale propone la riduzione generalizzata dell'orario lavorativo a parità di salario, congiuntamente al ripristino di meccanismi di adeguazione retributiva ai livelli dell'inflazione.

 

8) Verso una Comunità nazionale e popolare

Sulla questione costituzionale, noi riaffermiamo la nostra difesa della Comunità nazionale, nel quadro strategico dell'unità geopolitica dell'Europa da Lisbona a Vladivostok.

Il rifiuto del federalismo reazionario non significa la difesa d'ufficio del centralismo burocratico dell'attuale organizzazione dello Stato italiano. Una Comunità politica nazionale e popolare unitaria si può difendere solo sulla base dello sviluppo delle autonomie e delle tradizioni culturali locali, in nodo da garantire lo sviluppo equilibrato di tutte le aree geografiche del Paese.

 

9) Mass Media e nuova educazione popolare

Il rinnovamento morale, sociale e politico dell'Italia deve accompagnarsi ad una nuova politica per i mass-media, le comunicazioni e la scuola, in base al principio che il peggior sfruttamento dell'uomo è lo sfruttamento del suo prodotto intellettuale. Noi denunciamo, innanzi tutto, il ruolo decisivo che hanno avuto nel corso degli anni '80, le televisioni pubbliche e private nel deterioramento del tessuto morale e civile degli italiani, accentuandone in modo esasperato le spinte consumistiche ed egoistiche, presentando come valori comportamenti asociali e irresponsabili, proponendo come modello ideale l'americanizzazione della vita.

Se s'intende moralizzare ad ogni livello la vita pubblica, ricostruire responsabili rapporti interpersonali, educare a comportamenti civili e razionali le nuove generazioni, allontanando da esse le tante droghe del Sistema, si dovrà necessariamente porre il problema del controllo dei «media», delle comunicazioni di massa e dei meccanismi pubblicitari.

In questo contesto diviene urgente un rilancio del ruolo formativo della Scuola pubblica, che deve essere sottratta ad ogni progetto di privatizzazione. La scuola italiana necessita di un urgente adeguamento ai mutati ritmi della vita economica e sociale, senza che un simile processo di riforma ne leda i tradizionali contenuti formativi e le regole di funzionamento che garantiscono l'autonomia didattica.

 

10) Diritto alla Casa

Quello alla casa non è soltanto un diritto di proprietà, è un diritto alla proprietà. La Sinistra Nazionale inscrive nel suo programma la creazione di un Ente nazionale per la casa del popolo, il quale, assorbendo l'Istituto esistente ed ampliandone al massimo l'azione, provveda a fornire in proprietà la casa alle famiglie di lavoratori di ogni categoria, mediante diretta costruzione di nuove abitazioni o graduale riscatto di quelle esistenti.

In proposito è da affermare il principio generale che l'affitto -una volta rimborsato il capitale nel giusto frutto- costituisce titolo d'acquisto.