da "AURORA" n° 13 (Gennaio 1994)

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Ancora sul perché a sinistra.
Uniti per costruire la nuova sinistra sociale e nazionale

Max Gaozza

È abbastanza facile sentirsi di sinistra, oggi. Basta osservare, con occhio non superficiale, il mondo moderno per desiderare qualcosa di diverso dalla schiavitù tecnocratica e poiché «il futuro è della destra», non ci si può collocare che a sinistra. 
Il progetto "neo-gollista" in Italia rispecchia le velleità della Borghesia di «uscire rapidamente dalla crisi costituendo un'area di forze borghesi comprendente parte della DC, la Confindustria, i missini e magari anche le Forze Armate attorno al progetto del "polo nazionale".
Il disegno della "grande Destra padronale", borghese e reazionaria va inquadrato nella strategia Trilateralista di riaffermazione degli interessi imperialisti davanti al prolungarsi della crisi mondiale.
Rigenerarsi, quindi deve essere la nostra parola d'ordine di autocritica politica ed ideologica in vista del nostro rinnovamento totale e vincente. Dobbiamo dare, con questa nostra adesione ad una Sinistra Sociale e Nazionale, innanzitutto una risposta esistenziale antitetica alla «mentalità borghese´ ed allo «spirito mercantile».
Noi, figli storici del Socialismo Rivoluzionario, utopistico, romantico e antipositivista, dobbiamo agire di concerto con le altre milizie antiborghesi (specie Rifondazione Comunista).
La Sinistra è però divisa in due aree, in aperto conflitto tra loro. Accanto ad una sinistra borghese e riformista, quella di Occhetto per intenderci, amante del «buon senso» di uno Stato conservatore e liberalcapitalista, vi è una sinistra, dotata di curiosità intellettuale, rivoluzionaria e nazionalpopolare, ferma nelle proprie certezze.
È di questa sinistra che vogliamo far parte, certi di poter rappresentare l'unico sbocco verso un futuro in cui si possa essere determinanti.
Allo stato attuale stanno maturando le condizioni perché l'unità antisistema della sinistra sociale (e degli Antagonisti in genere) ed il nuovo socialismo rivoluzionario, significhino l'affermazione della coscienza rivoluzionaria della classe lavoratrice, il soggetto storico che può seppellire l'Impero Americano d'Occidente ed i suoi servili alleati borghesi.
Dobbiamo con le altre forze di questa sinistra antagonista operare un recupero dell'Idea Sociale. Una Idea Sociale da realizzare anche localmente a livello di quartiere, borgata, villaggio. Il Socialismo Rivoluzionario e di Avanguardia che oggi bisogna edificare dovrà essere nazionale ed improntato a sobrietà e solidarismo popolare. Dobbiamo confrontarci col mondo, proponendo le nostre soluzioni ai mali dell'Imperialismo Mondialista, certi che il patrimonio ideale e culturale lasciatoci dai nostri predecessori possa essere d'esempio. Un patrimonio ideologico senz'altro di sinistra, le cui radici si possono ritrovare nella seconda metà del secolo XIX con la fusione delle correnti nazionaliste e quelle del cosiddetto Socialismo utopistico. Siamo, e dobbiamo fieramente ribadirlo, gli eredi ideologici di uomini quali Blanqui, Sorel, Corridoni e di quel Sindacalismo Rivoluzionario che fu anche dei fratelli De Ambris.
Siamo fieri eredi del Sansepolcrismo fascista che fu, senza ombra di dubbio, di sinistra, come di sinistra furono le Croci Frecciate ungheresi, il Nazionalsocialismo di Otto e Gregor Strasser e di Goebbels prima che egli venisse ammaliato dalle allucinazioni del Führer.
Siamo, in un certo senso, figli eretici del Partito Comunista Italiano del primo dopoguerra; partito che fu di Gramsci, Bombacci e Spirito, uomini che dedicarono la vita all'Apostolato Sociale. Siamo gli eretici della Grande Rivoluzione Culturale del Presidente Mao, del grande Lenin che assorbì in modo totale la tradizione nazionalista del socialismo russo: «Chiunque voglia essere nazionale deve essere socialista».
Come vedete i motivi del perché a Sinistra ci sono. Quello che deve essere oltremodo ormai chiaro è che il nemico è la destra borghese, connubio immondo di reazionarismo ed egoismo di classe, i cui paladini sono Fini, Bossi e Berlusconi.
In conclusione, mi rivolgo ai camerati ancora incerti sul da farsi citando il grande Drieu La Rochelle: «Il Fascismo deve essere considerato un Movimento di sinistra: è proprio tra i gruppi e gli ambienti ritenuti "antifascisti" per tradizione che si possono trovare gli unici individui propensi al fascismo, ossia tra i giovani radicali, i giovani socialisti, ed anche tra i comunisti».

Max Gaozza

 

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