da "AURORA" n° 23 (Febbraio 1995)

CONSIDERAZIONI

Lo strano « dopoguerra» di Fini

Gianni Benvenuti

Tra le tante aberrazioni, contraddizioni ed idiozie lette o ascoltate prima, durante e dopo le cinque giornate di Fiuggi ve ne è una che sicuramente merita particolare attenzione e non può passare sotto silenzio. L'ex-segretario del MSI ed attuale presidente di Alleanza Nazionale ha solennemente dichiarato, tra gli applausi di una platea accecata oramai esclusivamente dalla smania di sicure candidature e comode poltrone: «Oggi finisce il dopoguerra». Un po' presuntuoso questo Fini! Prima decreta la fine del fascismo consegnandolo, come dice lui, alla storia. Poi, come conseguenza e dichiarandosi al contempo antifascista, decreta la fine del dopoguerra. Per Fini valori, sofferenze, sacrifici, ideali, sangue e tant'altro ancora si cancellano con un colpo di spugna e con poche battute congressuali. Evidentemente il dopoguerra finisce perché Alleanza Nazionale è antifascista: come Berlusconi e Buttiglione, come D'Alema e Bertinotti, come Bossi e Scalfaro, come tutti insomma. Mai frase fu più falsa ed ipocrita, perché delle due l'una, o Fini è in malafede o non sa quello che dice. Ora, conoscendolo abbastanza bene, propendo per la prima ipotesi. Fatto sta che suddetta affermazione lascia stupiti ed esterefatti. A Fiuggi il dopoguerra non è affatto finito. A Fiuggi si è tornati indietro di cinquanta anni. A Fiuggi gli ex-fascisti, dopo aver non solo abiurato e rinnegato tutta insieme la loro memoria storica, hanno riproposto con forza la questione antifascista. E lo hanno fatto in un momento storico, qui sta il punto, in cui il cosiddetto antifascismo era largamente scomparso dalla mente e dai pensieri di tantissimi italiani. Basti ricordare le elezioni amministrative di Roma e Napoli. Migliaia e migliaia di italiani avevano rivolto la loro preferenza verso la Fiamma senza pretendere abiure, tradimenti o professioni di antifascismo. Loro, di fatto, avevano sepolto il dopoguerra. Ma ecco che nella "Carta Magna" di Alleanza Nazionale appare quanto segue: «È giusto chiedere alla Destra italiana di affermare senza reticenze che l'antifascismo fu il momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici che il fascismo aveva conculcato.»
Una professione di fede che la stragrande maggioranza degli italiani non aveva di certo richiesto, anche perché aveva visto, pagando sulla propria pelle, che cosa aveva rappresentato la Repubblica nata dalla Resistenza. Una affermazione che mantiene intatto, anzi rafforza, lo strisciante clima di guerra civile che ha caratterizzato il cinquantennio post-bellico.
La smania di rifarsi una verginità per poter entrare nel cosiddetto salotto buono e sedersi a tavola per arraffare il più possibile ha indotto Fini & Soci a compiere un atto di macroscopica irresponsabilità. Come del tutto irresponsabile fu recarsi alle Fosse Ardeatine senza richiedere, in contemporanea, che altri andassero a rendere omaggio, ad esempio, alle vittime dello scempio di Piazzale Loreto. In questo caso, sì che sarebbe finito il dopoguerra. In quel caso sì, che si sarebbe avviata la pacificazione nazionale.
A Fiuggi il dopoguerra non è affatto finito, grazie a Fini ed Alleanza Nazionale esso continua. Marcello Veneziani, al termine delle famigerate "cinque giornate" ha testualmente scritto: «Evitate professioni di antifascismo, per favore, sono grottesche e offensive per fascisti e antifascisti». Certamente è così, oltre che offendere feriscono. Fanno, ed hanno fatto, male a tutti gli italiani, non solo a chi ancora orgogliosamente si dichiara «fascista».
«Fini ha eliminato il fascismo come fosse un calcolo renale, sorprende la pochezza culturale ...». Parole sacrosante e pesanti. È sempre Marcello Veneziani a parlare. È la medesima pochezza culturale che, tranne rarissime eccezioni, ha caratterizzato il dibattito sul fascismo dalla fine della guerra ad oggi.
La nuova compagine politica nasce dunque all'insegna dell'antifascismo. Esso è, come hanno detto, l'imbuto attraverso il quale bisogna passare. Chi non accetta è fuori. E chi va fuori resta, come logica conseguenza, fascista. Lo spauracchio del fascismo e del comunismo, a Fiuggi è emerso anche questo, deve continuare ad essere il collante per fare degli Italiani un popolo di moderati e imbecilli, sempre pronti ad ubbidire alla falsa logica del male minore. Demonizzare chi è scomodo per i propri giochi ed interessi, questo è stato anche quel dopoguerra che inesorabilmente continua. A Fiuggi ci si è adeguati. Una operazione vigliacca, degna della vecchia DC i cui spezzoni si stanno sistemando comodamente nell'uno e nell'altro Polo. Sempre e sempre più determinati. Altro che dopoguerra finito! Siamo al continuismo più ottuso ed esasperato. Sugli «anti» non si costruisce. La Storia più recente l'ha inequivocabilmente dimostrato. Antifascismo e anticomunismo hanno pervaso e condizionato quel dopoguerra che a Fiuggi è stato richiamato. Si continua su questa strada. Fini si dichiara antifascista, Berlusconi anticomunista, quindi entrambi, antifascisti e anticomunisti, ed insieme vanno avanti per rifondare la vecchia repubblica. Il dopoguerra, appunto.
Fra poco arriverà anche Buttiglione ed i giochi saranno fatti. E sarà il tassello definitivo. La legge maggioritaria ha fatto e farà il resto. A Fiuggi si è sbarrata clamorosamente la strada al nuovo. Poiché anche dall'altra parte, tra i cosiddetti progressisti, tira aria pesante di conservazione. Tra loro è sbarcato Prodi. In fin dei conti che il dopoguerra continui sta bene a destra come a sinistra. Torna a vincere il vecchio centrismo permeato di compromessi, ibride alleanze, convergenze parallele e tanto consociativismo. Ammantato e giustificato, come sempre, da una overdose di antifascismo e una buona dose di anticomunismo. Al di là dei proclami e degli specchietti per le allodole, niente dl nuovo sotto il sole. Si profila dunque, proprio e anche grazie alla cosiddetta "svolta di Fiuggi", un dopoguerra interminabile. L'esatto contrario di quanto solennemente annunciato. Si è passati dalla rivoluzione alla manutenzione. Oggi e la volta del MSI. Ieri lo fu per l'ex-PCI. Gli Italiani sono stati cacciati in un tunnel, al momento senza via d'uscita. Ed il capestro della legge maggioritaria non darà loro via di scampo. O bere o affogare. A meno che non siano loro finalmente, a mettere la parola "fine" a questo interminabile ed insopportabile dopoguerra. Non facendosi incantare e fregare da Fini, Berlusconi, D'Alema, Buttiglione e, ultimo arrivato, Prodi.
Non è facile, ma neppure impossibile.

Gianni Benvenuti

 

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