da "AURORA" n° 29 (Ottobre 1995)
Uno che se ne intende! Giorgio Vitali
Abbiamo dovuto attendere il 1995, cioè 50 anni dalla fine della guerra, per avere dalla bocca di un autorevolissimo personaggio, ed attraverso il periodico più autorevole in Italia (come deve essere l'unico periodico di
geopolitica, scienza fondata nel nostro paese dal prof. Ernesto Massi al quale va sempre la nostra gratitudine), "Limes", la conferma più assoluta di quanto andiamo dichiarando da decenni. Prima dichiarazione:
«l'Italia era più un oggetto che un soggetto della politica internazionale. La scelta atlantica era obbligata».
Bella scoperta!! Seconda dichiarazione: «il fatto curioso è che l'opzione atlantica del Vaticano era più ecclesiastica che cattolica. Corrispondeva agli interessi di sicurezza della Santa Sede, molto meno al sentire di buona parte del cattolicesimo politico italiano... Il nostro fu un atlantismo di necessità, un atlantismo minimalista».
Buono a sapersi... e molto indicativo per i tanti atlantisti di complemento che hanno calcato il palcoscenico della destra italiana. Terza dichiarazione: «in entrambi, comunisti e democristiani, il concetto di patria era fortemente temperato dall'influenza del comunismo internazionalista, da un lato, e dalla Chiesa dall'altro... Solo quando riusciremo a ricostruire un comune sentimento di Patria potremo riconquistare il nostro posto nel mondo occidentale».
Siamo d'accordo. Quarta dichiarazione:
«sono testimone del fatto che questa (la Guerra del Golfo) per Andreotti fu un problema. Lui era
preoccupato di coniugare le strategie italiana e vaticana più di quanto non lo fossi io. E questo gli americani non lo apprezzarono. In realtà, la sindrome dell'8 settembre non ha mai cessato di incombere su di noi, nella percezione dei maggiori alleati». Quinta dichiarazione: «qualunque alleanza si impernia su una potenza egemone. Il grado di libertà degli altri dipende dalla loro forza relativa nei confronti del
leader. Noi eravamo uno dei soggetti più deboli. Non dico che fossimo un protettorato americano, ma insomma ...».
Rigiriamo la frase, per favore, a tutti coloro che continuano a ringraziare gli amici americani che ci hanno portato la libertà. Sesta dichiarazione: «per gli americani eravamo la loro portaerei nel Mediterraneo. Noi eravamo la piattaforma per operazioni strategiche degli alleati. Era previsto perfino l'arrivo di una divisione di paracadutisti portoghesi».
Rigiriamo la frase a tutti coloro che continuano a criticare Mussolini perché aveva detto che l'Italia era una portaerei naturale. Settima dichiarazione: «naturalmente, escludere che i gruppi terroristici fossero pilotati da Mosca non significa che essi non potessero essere infiltrati da agenti
stranieri». Grazie della precisazione!. Ottava dichiarazione: «le stragi restano avvolte nel mistero. Io non mi meraviglierei però se un giorno si scoprisse che anche spezzoni di servizi di paesi alleati o neutrali, non solo nemici, avessero potuto avere interesse a mantenere alta la tensione in Italia tra il fronte
anticomunista e quello comunista. E quindi a tenere basso il profilo geopolitico dell'Italia».
Grazie anche per questa ulteriore precisazione! Nona dichiarazione: «la Mafia non ha mai costituito un pericolo per l'Alleanza Atlantica. Anzi, tendo a pensare il contrario».
Grazie e ancora grazie per questa ulteriore spiegazione e chiarimento! Decima dichiarazione: «d'altronde l'Italia aveva sempre un rapporto speciale con la Germania in seno all'Alleanza atlantica, anche per i legami privilegiati fra i due grandi partiti cristiano-democratici europei, la CDU e la DC... Ed ora non c'è più nemmeno la DC, il che vuol dire fine del rapporto speciale con la CDU, e quindi con la Germania». Ho trascritto una minima parte delle fondamentali dichiarazioni di Francesco Cossiga, grande notabile dell'Italia
postbellica, uomo dotato, indubbiamente, di una particolare onestà politica. Il testo andrebbe letto interamente e meditato a lungo da tutti coloro che pretendono di fare una politica libera ed autonoma in questo paese.
Giorgio Vitali |