da "AURORA" n° 29 (Ottobre 1995)

RADICI

Radici...

Cesare Rossi

«Poiché io sono stato uno dei più caldi propugnatori del trattato di tregua, ed anche uno dei firmatari, non posso più seriamente e onestamente rimanere tra i dirigenti della organizzazione fascista (...) che ha dimostrato un'assoluta ostilità all'applicazione e al rispetto di tale trattato. Il primitivo carattere interventista del Fascismo è sparito dinnanzi alla folla degli ultimi venuti (...) L'immissione nel Fascismo delle consorterie clerico-agrarie-conservatrici sono destinate a cancellarne gli antichi connotati. Forte di questi elementi, il Fascismo è diventato un puro autentico ed esclusivo movimento di conservazione e reazione. Già perché i fascisti delle zone bellicose negano ormai i fenomeni più normali della vita sociale. Si vuole ad esempio esiliare lo sciopero: manifestazione che possiamo si augurarci di rendere meno frequente e dannosa, ma che è pur sempre una realtà economica che non si può sopprimere, non solo ma di fatto si arriva a violentare la libertà di riunione, di stampa e di associazione degli avversari. È insomma la mentalità codina, tirannica e sopraffatrice che noi abbiamo rimproverato al Partito socialista negli anni aurei o tenebrosi della sua tracotanza che si trasferisce appieno nel campo fascista. Osservo che i Fasci si sono ben guardati dal fondare qualche biblioteca di cultura e, al massimo, si sono limitati a distruggere quelle degli avversari ...».

Cesare Rossi
(strettissimo collaboratore di Mussolini) dalla lettera di dimissioni dalla Commissione Esecutiva dei Fasci di Combattimento del 20/8/21, dopo la mancata ratifica dell'accordo con le Org. sindacali socialiste.

 

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