da "AURORA" n° 34 (Aprile - Maggio 1996)
Punti programmatici del Viste le numerose richieste di nuovi lettori, riteniamo fare cosa gradita (ri)pubblicare i Punti programmatici già allegati al n° 18 (giugno '94) di "Aurora". Rammentiamo che tali punti sono stati approvati dalla Direzione del Movimento Antagonista - Sinistra Nazionale il giorno 7 gennaio '94.
L'area antagonista si definisce quale movimento della sinistra nazionale che intende fondere, in un'unica prospettiva ideologica e politica la lotta nazionale per l'indipendenza dei popoli e la lotta sociale per l'emancipazione delle classi lavoratrici e delle forze produttive dalla pesante subalternità al capitale finanziario multinazionale ed alle sue logiche di sfruttamento dell'uomo, dell'ambiente e delle risorse. In una prospettiva ideale e strategica noi finalizziamo la nostra azione:
1) Contro il Nuovo Ordine Mondiale L'attuale quadro internazionale è contraddistinto dalla onnipresenza di centri e strutture finanziarie, commerciali e produttive transnazionali, la cui azione viene coordinata da organizzazioni planetarie (pubbliche e private), quali il FMI, che tendono a mediare i tradizionali contrasti economici e politici inter-imperialisti. II dominio economico, sociale, politico e culturale del capitale finanziario transnazionale s'intreccia al dominio militare degli Stati Uniti, che fungono da braccio armato degli interessi imperialistici, intervenendo con brutalità e protervia in ogni punto del globo terrestre.
2) Per un Europa unita da Lisbona a Vladivostok Contro il dominio imperialista e l'espansionismo americano, la Sinistra Nazionale intende difendere l'indipendenza economica, politica, culturale dei popoli e la loro integrazione volontaria in blocchi sovranazionali storicamente e culturalmente omogenei, ritenendo però che indipendenze nazionali e comunità sovranazionali omogenee non possano prescindere da una lotta di liberazione dalle oligarchie «interne», che altro non sono se non la proiezione territoriale di potentati planetari senza patria e senza bandiera. In un simile contesto consideriamo irrinunciabile l'unità dell'Europa da Lisbona a Vladivostok, da Oslo a Roma. Respingiamo tuttavia le attuali forme fantoccio in cui essa si sta manifestando, a cominciare dal Trattato di Maastricht per finire alla perdurante occupazione coloniale degli USA.
3) Fuori dalla NATO, per una nuova cooperazione con il Terzo Mondo Ribadiamo, sul piano interno, che la Sinistra Nazionale lotterà per l'uscita dell'Italia dalla NATO e della NATO dall'Italia, chiedendo anche la non partecipazione del nostro Paese ad organismi internazionali, comunque mascherati, che siano espressivi degli interessi del capitale finanziario transnazionale. In questo quadro proponiamo un rilancio della cooperazione integrata e paritaria con i paesi del Terzo Mondo, con la duplice finalità di assicurare risorse energetiche e sbocchi economici all'industria nazionale, e di creare in tali regioni condizioni di sviluppo proprie che scoraggino incontrollati flussi migratori verso l'Europa.
4) Per uno schieramento alternativo al capitalismo In Italia il crollo del vecchio sistema politico consociativo si sta risolvendo, con l'attenta regia dei gruppi economici dominanti, nazionali e transnazionali, in una mera trasformazione politico-gestionale, interna alle strutture capitalistiche. Si sta passando infatti da istituzioni dominate da partiti di massa con ramificazioni clientelari nella società civile, a istituzioni oligarchiche che, mediante il nuovo meccanismo elettorale, esprimeranno una classe politica tecnocratica e moderata, priva di autentici legami con le masse popolari.
5) Per il rafforzamento dello Stato sociale La Sinistra Nazionale respinge per ragioni ideali e politiche qualsiasi progetto di privatizzazione delle strutture economiche pubbliche (banche e industrie) e dei servizi sociali (sanità, scuola, comunicazioni, ecc.). Particolarmente grave, e lesiva degli interessi nazionali, è la tendenza a svendere a gruppi privati e stranieri strutture a tecnologia avanzata nei settori delle comunicazioni e dell'elettricità. Le privatizzazioni sono il frutto di una manovra guidata dall'alta finanza che, mascherata da problemi di deficit pubblico, intende vendere il patrimonio dell'economia italiana ai maggiori gruppi transnazionali. La svendita delle aziende pubbliche e lo smantellamento dello Stato sociale si sta riducendo in un'ulteriore depauperamento delle classi popolari, come dimostra il nuovo sistema previdenziale misto, che prevede oneri pubblici invariati a fronte di prestazioni ridotte, in modo da costringere i lavoratori a ricorrere a forme d'assistenza e ad assicurazioni private. In materia di debito pubblico e di politiche finanziarie, la Sinistra Nazionale respinge ogni analisi che localizzi il problema all'Italia, e lo riconduca alle ruberie della vecchia classe politica e agli oneri dello Stato sociale. La questione del debito pubblico, nella sua essenzialità, nasce dalla fase di sviluppo speculativo degli anni '80, e tocca in varia misura tutti i paesi dell'Occidente, ad iniziare dagli Stati Uniti. Il debito pubblico italiano è dunque da attribuirsi all'intero blocco parassitario (politico, mafioso e imprenditoriale) che ha sgovernato l'Italia sino ad oggi. Essendo stato generato da grandi imprenditori, politici e mafiosi, non può ora essere pagato da lavoratori, pensionati, disoccupati, artigiani e produttori.
6) Per una economia mista, nazionale e socializzata Nostro obiettivo ultimo, sul piano economico-sociale, è la creazione di un'economia:
7) Per una ripresa delle lotte sindacali Nell'attuale contingenza economica e politica è aperta la questione del sindacato unitario, che sta frenando lo sviluppo delle lotte sociali e di una nuova coscienza politica antagonista di massa. I sindacati egemoni, CGIL-CISL-UIL, dopo un decennio di sbandamenti strategici e di cedimenti, hanno ormai assunto nei confronti della
Confindustria e del Governo un atteggiamento di collaborazionismo che sfiora il tradimento. La Sinistra Nazionale denuncia gli accordi su «Scala Mobile» e «Costo del lavoro», e accusa i vertici confederali di complicità con il grande capitale e gli organismi finanziari internazionali che dettano al Governo le politiche economiche. Di fronte ai drammatici problemi economici e sociali del momento, a cominciare dalla disoccupazione, riteniamo inderogabile un rilancio delle lotte operaie e popolari, esteso a tutte le forze produttive del territorio sul modello della rivolta di Crotone, che ha coinvolto l'intera popolazione locale, comprese le gerarchie della Chiesa Cattolica. Il rilancio dello scontro sociale esige una nuova dirigenza sindacale che sia in grado di guidarlo, di estenderlo geograficamente e socialmente, di finalizzarlo politicamente.
8) Verso una Comunità nazionale e popolare Sulla questione costituzionale, noi riaffermiamo la nostra difesa della Comunità nazionale, nel quadro strategico dell'unità geopolitica dell'Europa da Lisbona a Vladivostok. Il rifiuto del federalismo reazionario non significa la difesa d'ufficio del centralismo burocratico dell'attuale organizzazione dello Stato italiano. Una Comunità politica nazionale e popolare unitaria si può difendere solo sulla base dello sviluppo delle autonomie e delle tradizioni culturali locali, in modo da garantire lo sviluppo equilibrato di tutte le aree geografiche del Paese.
9) Mass Media e nuova educazione popolare Il rinnovamento morale, sociale e politico dell'Italia deve accompagnarsi ad una nuova politica per i mass-media, le comunicazioni e la scuola, in base al principio che il peggior sfruttamento dell'uomo è lo sfruttamento del suo prodotto intellettuale. Noi denunciamo, innanzi tutto, il ruolo decisivo che hanno avuto nel corso degli anni '80, le televisioni pubbliche e private nel deterioramento del tessuto morale e civile degli italiani, accentuandone in modo esasperato le spinte consumistiche ed egoistiche, presentando come valori comportamenti asociali e irresponsabili, proponendo come modello ideale l'americanizzazione della vita. Se si intende moralizzare ad ogni livello la vita pubblica, ricostruire responsabili rapporti interpersonali, educare a comportamenti civili e razionali le nuove generazioni, allontanando da esse le tante droghe del Sistema, si dovrà necessariamente porre il problema del controllo dei «media», delle comunicazioni di massa e dei meccanismi pubblicitari.
10) Diritto alla Casa Quello alla casa non è soltanto un diritto di proprietà, è un diritto alla proprietà. La Sinistra Nazionale inscrive nel suo programma la creazione di un Ente nazionale per la casa del popolo che, assorbendo l'Istituto esistente ed ampliandone al massimo l'azione, provveda a fornire in proprietà la casa alle famiglie di lavoratori di ogni categoria, mediante diretta costruzione di nuove abitazioni o graduale riscatto di quelle esistenti. Movimento Antagonista - Sinistra Nazionale |