da "AURORA" n° 6 (Maggio 1993)

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Banca europea o grande fratello?

Attilio Cucchi

Tra i tanti validissimi motivi del "NO" a Maastricht contenuti nell'articolo di Marco Battarra c'è quello relativo all'illusione di difendere l'impiego ed i risparmi, abbandonando l'agricoltura e l'autosufficienza alimentare.

Questo offre lo spunto per un accenno agli aspetti economico-finanziari del trattato e alle prospettive di informazione globale, di dominio elettronico dell'economia.

Com'è stato giustamente sottolineato da alcuni osservatori controcorrente, a Maastricht i dirigenti delle maggiori banche e multinazionali hanno decretato il loro diktat per il Nuovo Ordine Europeo, tappa del più ambizioso Nuovo Ordine Mondiale.

È stata così attuata una cinica ripartizione delle risorse e dei profitti imponendo pesanti tributi alla popolazione.

In questa logica gli obiettivi primari dell'Unione europea sarebbero la creazione di una Banca Centrale Europea e l'adozione della Moneta Unica, l'ECU, al massimo entro il prossimo triennio.

L'ECU dovrebbe provocare la scomparsa delle singole valute nazionali, accentuando quell'omologazione vitale per il mondialismo capitalista.

Essa passa anche attraverso la tendenziale riduzione del denaro liquido, sostituito dall'emissione delle varie carte magnetiche.

La prospettiva della Banca Centrale Europea richiama subito alla mente Pound, che individua il momento di svolta in senso usurocratico nella storia degli Stati Uniti appunto con l'emanazione, nel 1863, del National Bank Act, per la creazione della Banca Federale.

Riguardo alla diffusione delle carte magnetiche va sottolineata la scarsissima percezione, da parte del consumatore, della loro pericolosità in termini di controllo sociale.

Si prospetta infatti la comparsa di un'unica Moneta Elettronica, che trasforma il denaro in una labile memoria depositata nei microprocessori.

Già esistono, a questo proposito, accordi interbancari dal 1989 per l'emissione di una unica Carta di Credito europea.

In Italia la prima forma di carta di credito è stato il Bancomat, propagandato come risposta al rischio criminalità, e gli aspetti negativi: furti elettronici, frodi col computer e falsificazione delle carte.

La successiva proliferazione di carte per i servizi più disparati è il passo ulteriore verso una società senza denaro, basata su carte multiuso contraddistinte da un numero particolare.

Non meno importante è la diffusione del codice a barre, imposto alla maggior parte delle ditte produttrici e presentato come mezzo per una più efficiente e razionale inventariazione.

In realtà la codificazione consente ora allo Stato una maggior pressione fiscale coll'imposizione dei registratori di cassa muniti di scanner per la decodificazione immediata.

Si avvicina dunque il momento, prefigurato nella pur minoritaria pubblicistica antimondialista, in cui ogni spostamento, ogni scelta, ogni acquisto di un individuo potrà essere seguito in tempo reale, ed eventualmente osteggiato disattivando la carta, se il soggetto in questione è un potenziale oppositore del sistema.

C'è l'esempio delle carte per gli stadi ed i parchi naturali a dar la misura delle potenzialità affatto totalitarie del futuro sistema di democrazia elettronica.

E fatto forse più grave è l'assoluta inconsapevolezza del problema da parte della popolazione, ma d'altronde in un mondo di dipendenza già quasi totale dai media e di anestetizzazione dello spirito riesce difficile pensare ad una rivolta contro tale tendenza.

Soprattutto riesce difficile pensare al suo arresto, visti gli indisturbati passi da gigante compiuti negli ultimi quarant'anni, e vista anche l'assoluta arretratezza, su questo piano, della cultura politica dei gruppi antagonisti, di destra o di sinistra.

Gli stessi sparuti gruppi di diffusione dei virus da computer sono visti solo come dei burloni dei simpatici goliardi o dei vandali: a parità di impatto emotivo riesce più facile simpatizzare coi gruppi quali l'ALF, sabotatore di allevamenti e laboratori con cavie.

Eppure, accanto a quella contro l'egemonismo militare statunitense o la rapina usurocratica dell'alta finanza, la battaglia informatica è un aspetto forse decisivo per attuare nuove forme di resistenza al nuovo ordine mondiale.

Se ci si rassegna all'idea che la tirannide elettronica è l'ineluttabile scotto del progresso, mentalmente si è già perso, ci si è già consegnati al Grande Fratello.

Attilio Cucchi

 

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