da "AURORA" n° 7 (Giugno 1993)

CRONACHE DALL'IMPERO

Cronache... dall'Impero

Albor

QUANDO LA REALTÀ supera la fantasia. Sarà forse il caso d’andare al cinema, quando proietteranno "Falling down". Il film, che ha per protagonista M. Douglas, ha suscitato in USA polemiche per la violenza delle immagini. Narra la storia di un tranquillo impiegato che, nel mezzo del traffico di Los Angeles, impazzisce e comincia una personale e spietata guerra contro la città-mostro ed i suoi mostruosi abitanti. Le scene, in effetti, devono essere alquanto spinte se il film ha potuto meritare l’accusa d’incitamento all’odio razziale, di apologia del linciaggio, di sadismo. Il produttore A. Kopelson si difende e rilancia: « Non abbiamo esagerato nulla, anzi. La realtà metropolitana è molto più cruda e violenta. La nuova moda a Los Angeles è il "car jacking": si punta la pistola alla tempia degli automobilisti fermi al semaforo, e si porta via la macchina ...».
PS: Il presente invito a non perderci il film, non deriva da particolari nostre inclinazioni per il genere horror o nazi-holocaust, come sarebbero di certo disposti a (far) credere certi vecchi amici neo-destri e/o neo-convertiti alla cultura dell’accoglienza, alla società multirazziale, alla democrazia pluralistica o federalistica... A buon intenditor.

LA «LEVI’S» CHIUDE al Celeste Impero. Troppo costosi, nella Patria di Mao, i suoi capi rispetto a quelli della concorrenza. Le perdite assommano a 5 milioni di dollari d’invenduto, e si rende perciò necessario mandare a spasso qualche migliaio di musi gialli dipendenti dalle trenta aziende subappaltatrici. Sono le regole del "Mercato". Il meglio, si fa per dire, viene però dalle motivazioni ufficiali della multinazionale americana (installatasi in Cina all’indomani di Tien an men) sulla cessazione d’attività: «Riteniamo immorale continuare a produrre i nostri jeans in un Paese che calpesta i diritti civili. Il nostro pubblico non ama vestire pantaloni fabbricati sotto un regime che incarcera i dissidenti, sfrutta il lavoro di carcerati e bambini» Capita la lezione di alta civiltà imprenditoriale, cari cinesini capitalcomunisti?

A.A.A. AFFITTASI TRAMONTI. Il cielo a pagamento è ormai realtà; nell’attesa -questione di mesi- non mancano davvero i concorrenti (Kodak, Pepsi Cola, Nike) per il primo cartellone pubblicitario spaziale. Esso avrà le dimensioni di 1Km X 0,4Km e viaggerà alla velocità di 8Km/sec. grazie ad una piattaforma orbitale posta a 140 miglia d’altezza. Le ore del tramonto saranno le migliori per veder passare all’orizzonte il marchio prescelto, visibile ad occhio nudo per circa un quarto d’ora. Prezzo base si aggira sui 25 miliardi di lire ma «Per farsi vedere in mercati ad alta latitudine come il Canada, l’Europa o l’Australia, bisognerà alzare l’inclinazione dell’orbita. E più alta è l’inclinazione, più il lancio costa». Il via alla commercializzazione dello spazio è stato dato dalla NASA, l’ente spaziale americano, e l’operazione -anche scientifica, si assicura- verrà denominata "Comet", cometa. Credo sia questa la prova definitiva della non esistenza di Dio - il quale, se ci fosse, avrebbe il dovere d’incenerirla, l’America.

LA VOCE "STRESS", quale conseguenza dello Sviluppo, è una voce di spesa che non compare mai nei bilanci societari. Ma dovrebbe esserlo, stando all’autorevole opinione della Organizzazione Internazionale del Lavoro; la quale ha calcolato i costi diretti ed indiretti di questa malattia sociale. Costi che vanno ripartiti sulle imprese e calcolati in termini di uomini in carne ed ossa, di cali della loro resa produttiva, di loro morti premature. Negli SU, ogni anno, gli incidenti mortali causati ufficialmente da ipertensione sono 14 mila; mentre oltre 2 milioni di individui sono colpiti da forme di invalidità, 15% delle quali in modo permanente. L’Organismo americano ha poi calcolato che: assenteismo, disaffezione, indennità di malattie da stress costano al sistema capitalistico USA ben 200 miliardi di dollari, ossia una bella fetta dell’intero PIL. Ma, tranquilli! Il prezzo dell’alienazione (per usare la vecchia terminologia marxiana) è economicamente sopportabile: solo che le aziende -ci dice questa ricerca- devono monetizzarlo. Dunque, «fiat productio, pereat homo»!

25 APRILE, LA LIBERAZIONE secondo i gays americani che, in centinaia di migliaia, hanno sfilato in corteo per le vie di Washington. L’evento, celebrato con spettacoli in piazza e veglie di preghiera, feste private e manifestazioni folk, si è concluso a Capitol Hill. La lunga marcia "per la liberazione e i diritti civili" è stata preceduta da oltre 300 incontri settoriali, di gruppo o di categoria - fra cui corsi brevi per imparare i brani delle Sacre Scritture utili alle rivendicazioni omosessuali, riunioni fra lesbiche repubblicane o fra poliziotti pederasti, e così via. Ma il clou della giornata è stata la sfilata degli ermafroditi, dei travestiti dei 2 sessi (?), dei sado-masochisti (omo) con tanto di borchie e frustini. A costo di scandalizzare i soliti bacchettoni di casa nostra, facciamo professione di solidarietà nei confronti di questi/e bravi/e cittadini/e. Che contribuiscono, con i fatti e per i fatti loro, alla non-proliferazione americana.

ALLA MADONNA SONO APPARSI Ronnie e George. Nuove sconvolgenti rivelazioni degli "Amici di Medjugorjie". Tramite una videocassetta, a lode e gloria non solo della Vergine, ma anche di un’imprevista accoppiata di suoi devoti ammiratori: Reagan e Bush. Il documento-verità è in vendita presso le librerie cattoliche di tutta Italia. Da maggio, mese mariano per antonomasia, e al prezzo di £. 37.000. Fascetta di copertina: «Marija (la veggente - N.d.R.) rivela per la prima volta cosa le ha scritto il presidente Reagan» Cioè che, verso la fine del 1987 "Ronnie" l’ha invitata «a pregare per la firma del trattato Salt 2»! Non solo: l’altro veggente, Ivan, nel gennaio ’91 sbarca in USA e, in piena guerra del Golfo, incontra Bush. Di questa trasferta della Madonna una voce fuori campo commenta e spiega: «Ivan si reca negli USA per partecipare a congressi e seminari di preghiere. Fra i partecipanti c’è il Presidente Bush che chiede una giornata per la pace (mentre sganciava tonnellate di bombe su Bagdad - N.d.R.) e un triduo di preghiere a marzo (in concomitanza con i bulldozer che spianavano gli iracheni, vivi e morti, nelle trincee di sabbia - N.d.R.)» Ivan aggiunge, di suo: « Ci sono stati diversi incontri, con argomento la figura di Cristo, le Sacre Scritture e i Vangeli. C’era anche George Bush, che ha tenuto un commovente discorso su ciò di cui il mondo ha bisogno». [da "Il Sabato" del 1.5.93]

CHE CHELSEA Clinton altro non sia che la versione americana di Mariangela Fantozzi; pochi in Italia lo dubitano. In USA non è così. Papà e mammà Hillary, preoccupati per i traumi adolescenziali della loro piccola, hanno esortato i mass media politicamente scorretti a trattar meglio il loro malriuscito tentativo di prole. Il settimanale "National Enquirer" non ha lasciato cadere l'appello: vi compare l'immagine, ritoccata al computer, di come sarà Chelsea fra 5 anni, con il titolo «Il brutto anatroccolo sarà uno schianto» Sandy Say, poi, che ha assistito alla prima uscita in società della scimmiesca 13enne, ha testimoniato: «Mi ha colpito la tranquilla serietà con cui mi ha informato di essere vegetariana, anche se talvolta mangia pollo. Mentre il padre ordinava un piatto di pesce, lei ha voluto un'insalata di funghi e carciofi». Davvero commovente. Ma gli attestati non si fermano qui. I giornali americani più accreditati ci informano che non solo non è goffa e orripilante, ma è simpatica a grandi e piccini. Che segue con immancabile profitto un corso -pensate!- di mitologia indiana e poesia giapponese, che è bravissima in scienze, che gioca con successo a baseball, che fa danza classica e recita. Se non bastasse, Paul Newman e Madonna Ciccone hanno rilasciato dichiarazioni di stupefatta ammirazione per le virtù sportive e scolastiche della giovane Clinton. "Saturday Night Live", un seguitissimo programma TV ha poi interrotto il serial sulla bruttezza dei figli dei Presidenti americani. E la T-Shirt più venduta in America è quella con su scritto: «Leave Chelsea alone» (Lascia Chelsea in pace)... Sarà. Sarà tutto vero, ma a noi -caparbiamente italiani- quella lì ci ricorda, sempre e comunque, la figlia della signora Pina e del ragionier Ugo.

EDUCAZIONE MUSICALE. La "Emi", famosa casa discografica nordamericana, per reclamizzare le nuove incisioni del pianista Tzimon Barto, ha diffuso alcune sue foto sexy con tanto di pettorali, glutei e deltoidi ben in mostra. «Il messaggio è semplice -ha dichiarato la portavoce della "Emi"- la musica classica non è necessariamente noiosa». Un caso isolato di promozione osé? Nient'affatto. Il depliant per la stagione sinfonica della Pittsburgh Orchestra, ad esempio, è accompagnato dallo slogan «Lui le sfiora l'orecchio con le labbra, lei nella semioscurità prova un brivido. Ogni movimento li porta più vicini ...». La "Teldec", altro esempio, sta per lanciare una serie di album musicali dal titolo "Sensual Classic", dove brani di Bach, Ravel, Beethoven avranno per copertina un lui e una lei che si strappano frementi i vestiti di dosso. È questa dunque la linea d'intervento dell'industria musicale USA per ovviare alla crisi di vendite e di spettatori: un pool di addetti ai lavori ha cambiato strategia d'immagine. «Quel che conta è creare un coinvolgimento dei consumatori. Abbiamo davanti un prodotto, non importa se sia un deodorante, un detersivo o un compact disc o un concerto» Basta, dunque, nel Paese dei cow boys a quell'aria reazionaria, un po' ammuffita e tanto europea, che circonda da sempre la musica classica!

AVEVA DETTO: «Basta che io cambi permanente e la Bosnia scompare dalle prime pagine» E così ha fatto: si è tagliata la bionda chioma per un look alla maschietto, capelli cortissimi con orecchie scoperte e ciuffo sbarazzino. Di chi parliamo? Ma della Primadonna di Washington, quella che personifica il meglio del motto americano «J want it all», voglio tutto: carriera, famiglia, successo... Così, nonostante il culo basso e le gambette corte, Hillary è di nuovo al top della popolarità USA. «Che cervello, che cultura», per usare le testuali parole del sen. Dole, leader dell'...opposizione repubblicana, nonché nemico giurato del Presidente Clinton!

 

Albor

 

 

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