da "AURORA" n° 9 (Settembre 1993)

COMUNICATI

Comunicato stampa

Movimento Antagonista 
Direzione Nazionale

Gli episodi di scontro razziale che si sono recentemente verificati in Italia, casi emblematici sono quelli di Genova e di Stornara, impongono da parte della redazione politica di "Aurora" un’attenta riflessione critica sul drammatico problema dell’immigrazione extracomunitaria.
Di fronte ai fatti di Genova e di Stornara si devono evitare due opposte reazioni estremiste; entrambe incapaci di comprendere il fenomeno immigratorio nella sua dimensione reale e drammatica, e di prefigurare una efficace risposta in termini politici e umanitari.
La prima reazione da evitare decisamente, e da condannare politicamente, è il giubilo di chi punta allo scontro razziale in nome di una malintesa «purezza razziale europea». A queste persone, oggi per fortuna minoritarie nel tessuto sociale e culturale del Paese, si deve rispondere che i drammatici problemi del sottosviluppo, dello sfruttamento imperialistico del Terzo Mondo, della sua esplosione demografica, e del deterioramento degli equilibri climatici e ambientali planetari non possono essere addossati alle masse popolari di questi paesi, che, spinte da disperazione, fame e mal riposta speranza, premono sull’Occidente capitalista alla ricerca di un migliore futuro per se e per le proprie famiglie
Inneggiare allo scontro razziale significa mistificare problemi ed ipotesi di soluzione, alimentando la classica guerra tra poveri -proletari del "Nord" contro sottoproletari del "Sud"- che oltre a non avere senso politico, ha in sé un carattere tragico e disumano, e favorisce sempre l’azione e il dominio delle forze liberalcapitaliste occidentali.
La seconda reazione che ci sentiamo di respingere è il cosmopolitismo forzato e peloso di chi cerca di evadere il problema economico creato, in Italia come altrove, da questa massiccia presenza di extracomunitari, che inevitabilmente aggrava i problemi del lavoro, della delinquenza e del traffico di droga. Chi si sta distinguendo in su questa linea è la Chiesa cattolica, la quale, in evidente crisi di vocazioni nei paesi occidentali, e a disagio rispetto alla avanzata dell’islamismo, non manca mai di sollecitare Stato ed amministrazioni pubbliche a provvedere ai bisogni degli extracomunitari. Con quali soldi se non ci sono neppure le risorse per adeguare salari e stipendi al costo dell’inflazione? Il Vaticano potrebbe risparmiare sui sontuosi e costosi viaggi papali alla ricerca dell’appoggio militare statunitense nella sua lotta all’integralismo islamico, per costruire in prima persona case e mense per gli extracomunitari!
Si deve capire che il più deprecabile razzismo non si combatte immettendo selvaggiamente un milione di nuovi proletari nel mercato del lavoro che già ne esclude tre milioni e rotti! Alimentare nell’immediato simili processi e simili situazioni significa ottenere l’effetto opposto: estendere uno spontaneo sentimento razzista fra le masse popolari, come dimostrano anche i recenti fatti della "Barca" nella tanto decantata Bologna rossa e tollerante. Da queste brevi considerazioni discende, a nostro giudizio, e come da più parti convenuto, l’urgenza di rivedere la legge "Martelli", in modo da concedere agli organi della pubblica sicurezza gli strumenti legali per rimpatriare effettivamente tutti coloro che hanno compiuto reati, o che vivono di prostituzione e di lavori incerti e illegali.
Se questa però può essere una risposta di efficacia immediata al problema, sul lungo periodo essa è destinata a rivelarsi inutile di fronte all’aggravarsi delle condizioni climatiche/ambientali ed economico/sociali del Terzo Mondo, come denunciato dai recenti rapporti scientifici del WWF.
A questo punto, nel giro di alcuni decenni, questi paesi saranno privi delle minime condizioni di abitabilità, e sarà impossibile trattenere il fenomeno emigratorio che assumerà dimensioni bibliche.
La responsabilità di questo scenario da incubo ricade solo e unicamente sulle forze capitaliste e liberali, ree di avere impostato un meccanismo economico perverso e inquinante, e su tutte quelle aree politiche e culturali e quei settori sociali che, per tutto questo secolo di tentate rivoluzioni, hanno mancato ai loro compiti di lotta al capitalismo, disperdendosi su obiettivi secondari e devianti.
Per evitare questi pericoli, noi come giornale di area antagonista invitiamo ogni forza politica, sindacale e culturale responsabile e legata al tessuto popolare del paese a prendere coscienza della necessità di riorganizzare e accelerare la lotta al capitalismo, all’imperialismo e ai suoi falsi miti liberali e consumistici. La soluzione globale dei problemi dell’ecologia, del sottosviluppo e dell’emigrazione si troverà solo distruggendo gli interessi economico-politici che si oppongono sia ad una revisione in senso ecologico delle strutture produttive, sia alla indipendenza reale dei popoli dei paesi sottosviluppati.
È su questo piano di azioni concrete, non di prediche gettate al vento, che le forze antagoniste al capitalismo, comunisti compresi, avrebbero un disperato bisogno dell’appoggio della Chiesa cattolica che si auspica assuma, in futuro, quella posizione rivoluzionaria lineare e coerente che contraddistingue oggi i movimenti islamici dell’Africa e del Medio Oriente, e che l’Enciclica "Centesimus Annus" lasciava intravedere. Perché il Papa non ha il coraggio di dichiarare l’Occidente il «Grande Satana» da combattere per salvare il genere umano e i popoli che lo compongono?

 

Redazione di "Aurora"
Movimento Antagonista

 


 

Terzo Fronte

Milano, 28.8.93 

In relazione al blitz "anti-skin" condotto dalla DIGOS genovese e milanese, nonché ravennate, che ha di fatto coinvolto la nostra associazione, teniamo a ribadire la nostra posizione una volta per tutte a scanso di nostre future denuncie nei confronti di chiunque si permetta di far circolare voci fasulle e denigratorie sul nostro conto. 
1) TERZO FRONTE è un’associazione culturale a livello nazionale, e non limitata alla regione Liguria, come affermato dalla stampa in questi giorni.
2) TERZO FRONTE nulla ha a che fare con organizzazioni razziste o comunque di stampo scientista, illuminista, darwinista dell’estrema destra, e tanto meno con gruppi skinhead.
3) TERZO FRONTE non è un’organizzazione di destra, e con ciò vogliamo denunciare lo sporco gioco partitocratico degli opposti estremismi, particolarmente caro a chi vuole seminare odio fra la gioventù antagonista al corrotto governo di turno. Terzo Fronte è quindi la definizione con la quale noi ex-militanti della sinistra e della destra cerchiamo di sottrarci allo sporco gioco del Sistema
4) TERZO FRONTE rifiuta l’etichetta di sovversivo/eversivo termine utile solo ai mercenari dello stato -servizi segreti in primis- da sempre nemici del popolo italiano (vedi stragi di stato, mafia, corruzione e tangenti)
5) La lotta Terzofrontista è essenzialmente anticapitalista, antimperialista, finalizzata al recupero dell’identità nazionale nonché al trionfo della vera democrazia quella diretta, espressione della più genuina volontà popolare.
Denunciamo inoltre la natura liberticida del decreto Mancino, invenzione antidemocratica finalizzata al soffocamento della libertà di pensiero e di parola.
Ribadiamo la nostra solidarietà alle vittime della repressione contingente antidemocratica e poliziesca; ai lavoratori in cassa integrazione, ai disoccupati, ai compagni del Centro Sociale "Gramigna" di Padova e a tutti gli immigrati sfruttati dal capitalismo. 

 

Terzo Fronte

 

 

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