da "AURORA" n° 10 (Ottobre 1993)

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Il tempio di Saruman:

obiettivi comuni fra massoneria ed ebraismo

Edoardo Longo

 

Per chi l'avesse scordato, Sarumanera era l'oscuro negromante che Tolkien descrisse ne "Il Signore degli Anelli", intento a progettare la distruzione del mondo attraverso tristi negromanzie volte ad imporre il dominio totalitario dell'oscuro Sire.
È proprio l'immagine di questo personaggio che ci sovviene alla mente analizzando taluni obiettivi congiunti di Ebraismo e Massoneria, con una sola, enorme e fondamentale differenza: Saruman è un'immagine archetipica dell'universo ideale indoeuropeo trasfusa nella letteratura, i progetti mondialisti che stiamo esaminando sono una tragica e vera realtà...
Gli intrecci ideologici e rituali fra Massoneria ed Ebraismo sono più stretti e connessi di quanto gli interessati non vogliano far credere. Si sa, infatti, che le vanterie massoniche pretendono addirittura di far risalire l'origine della propria congrega all'origine stessa dell'uomo al fine di giustificare un'inesistente primordialità tradizionale della setta.
Negli statuti di fondazione massonici (i famigerati "statuti" di Anderson) addirittura si legge la seguente aberrazione mistico-storica: «la scelta della lingua ebraica nella Massoneria è dovuta al fatto che la medesima nasce al tempo di Adamo ed è quindi la lingua più antica della storia». (l)
A parte l'assurdità di tale affermazione -ad evidente uso propagandistico e di specchietto per le allodole- gli errori storici ed esoterici di tale affermazione sono evidenti: non v'è chi non colga la contraddizione fra una Massoneria laica nei fatti, ed una pretesa fede nell'autenticità storica biblica (ma non furono proprio i massoni illuministi i primi a negare l'autenticità storica della bibbia?).
A tacer poi del fatto che non fu certo l'ebraico la prima lingua dell'umanità: i massoni non hanno mai sentito parlare dei RG-Veda e del sanscrito?
In realtà tale ridicola aberrazione nasconde fra le sue pieghe il ruolo storico avuto dall'Ebraismo nella fondazione della moderna Massoneria; ideata, voluta, progettata e organizzata dall'Ebraismo per i propri, neppure tanto occulti, progetti di egemonia totalitaria.
Il giudaic stamp (impronta ebraica e Kabbalistica) massonico e consustanziale ai progetti ebraici per una serie di ragioni che evidenzieremo.
L'impronta ebraica in massoneria è onnipresente.
Ad esempio, nell'uso di un linguaggio pseudo-rituale prettamente giudaico. Le parole rituali, infatti, appartengono alla medesima radice kabbalistica in entrambe le organizzazioni. A puro titolo di esempio, riportiamo alcune di queste espressioni rituali presenti nel linguaggio evocativo delle logge. La scelta è puramente esemplicativa, ma non priva di una valenza occulta. 
Le parole rituali più insistentemente ripetute, ad esempio, nel rituale delle farsesche cerimonie di iniziazione all'VIII grado massonico sono "Jachinai, Bechorin e Juda": la matrice levantina ed ebraico- kabbalistica è evidente. 
Interessante è rilevare che il fonema "Juda" è stato imposto a viva forza nel congresso massonico internazionale di Losanna che ha letteralmente infarcito di espressioni ebraiche il già pesantemente inquinato rituale muratorio.
Non è assolutamente un caso, pensiamo, che la parola chiave di questo grado sia il patronimico di quella tribù d'Israele (Juda) che nell'immaginario collettivo universale configura l'immagine stessa del traditore prezzolato: non dimentichiamo, infatti, che quando tale innovazione avvenne, l'Europa era sconvolta dalla sovversione internazionale antitradizionale ed illuminista fomentata occultamente dalle logge massoniche di tutta Europa.
Riprendendo analoghe riflessioni evoliane, possiamo scorgere nella scelta di tale veicolo semantico una vera parola d'ordine occulta: la distruzione delle monarchie tradizionali europee, prima fase del processo di instaurazione del nuovo ordine mondialista.
Andiamo avanti. Nel XII grado massonico troviamo un rituale tratto pari pari dal rito sabbatico delle sinagoghe mosaiche. Anche qui le parole più ripetute sono le ebraicissime invocazioni "Rab, Banai, Adonai, Zabulon, El Charon, Rabach".
In altre occasioni ci siamo soffermati ad esaminare la potenzialità di espressioni rituali che possono evocare il demone razziale del popolo a cui tradizioni -seppur decadute- afferiscono.
La derivazione palese della Massoneria dall'Ebraismo è evidente.
Ci preme sottolineare ancora che il rituale connesso al IV grado massonico (quello che costituisce l'accesso alla cosiddetta "massoneria azzurra", fulcro ideologico dell'organizzazione mondialista) rievoca con una cadenza quasi ossessiva la leggenda di Hiram e l'invocazione alla ricostruzione del tempio di Salomone quale imperativo per ciascun massone.
In questo rito le parole di passo sono tutte ed esclusivamente ebraiche (Joah, Adonai, Ivah, Zizon etc.) e ripetute con una particolare insistenza negromantico-evocatoria. (2) Gli esempi dell'identità rituale massonica ed ebraica sono molteplici e si riverberano ad ogni passo dei rituali della setta, dal primo all'ultimo grado.
Alle parole ebraichesi unisce anche la gestualità rituale di segno affine: nella stessa dislocazione della planopia pseudo-esoterica delle logge massoniche viene fatto riferimento alle dodici tribù d'Israele.
Di fatto, ogni arredo è legato simbolicamente ad una di queste tribù e così è anche per ogni gesto simbolico compiuto da ogni singolo massone: non v'è azione che l'adepto compia che non sia ricondotta simbolicamente ad uno dei "numi tutelari" delle tribù giudaiche (il che è operazione non scevra da evocazioni di carattere spiritico e demonico, comunque connesse all'aggregoro magnetico giudaico).
Tale operazione rituale è stata introdotta presso il grande Oriente d'Italia mediante l'adozione di un codice elaborato in Inghilterra (è il caso di ricordare che la Monarchia inglese pretende di discendere da Sion?) nel XVII secolo.
La traduzione ed introduzione nelle logge italiane di tale codice avvenne nel 1865 ad opera dell'ebreo massone Domenico Angherà.
Si può dunque dire che sotto il profilo della conformazione individuale dei singoli massoni l'aggancio a forme rituali e ad entità della sfera occulta dell'essere legate all'aggregoro (energia dinamica personale) ebraico è perfettamente riuscito e, quel che più conta, irreversibile, per ragioni occulte che ci riserveremo di affrontare in futuro
La fusione della Massoneria alle radici ebraiche è stato un obiettivo essenziale per Israele: infatti ha permesso ai dirigenti del Kaal e del B.nai Brith di trovare lo strumento ideale per realizzare il sogno segreto che Israele cova da millenni: il ripristino della ritualità mosaica nel tempio gerosolimitano, distrutto dalla Romanità ed inibito in duemila anni di storia.
Abbiamo già avuto occasione di soffermarci su questo progetto folle e pseudo-mistico che vorrebbe giungere all'evento di un Messia ebraico dalle carature inequivocabilmente oscure ed infere, che si cela nell'abito più cupo della memoria collettiva ebraica e riaffiora nel mito angosciante del Golem...
Tale folle progetto ebraico mai potrebbe giungere alla realizzazione senza l'apporto essenziale dell'organizzazione mondialista massonica.
Per cogliere appieno il ruolo massonico in questa cupa ed oscura operazione bisognerebbe poter gettare uno sguardo nei ricchissimi archivi della loggia 2076 di Londra, organo internazionale del rito scozzese mondiale.
Tale loggia -denominata anche loggia Quator Coronati- è destinata a conservare i documenti che riguardano la fondazione della Massoneria, e quindi, anche le prove dell'impostura contro-tradizionale e contro-iniziatica della setta.
Tale loggia finanzia, infatti, le ricerche e gli studi di gruppi di fondamentalisti protestanti ed ebraici stanno conducendo da anni per riportare alla luce il Tempio di Salomone in Palestina e realizzare l'obiettivo ebraico-massonico di una religione universale, unica e totalitaria.
Fu proprio tale loggia a dare impulso a questa ricerca.
Citiamo un'interessante brano di un articolo di Maurizio Blondet, uno degli studiosi più attenti dell'inquietante universo mondialista ebraico-massonico: «Nel 1967 un corrispondente della loggia Quator Coronati, Kasher Selig Kaufman, nato ad Edimburgo, fisico nucleare che aveva collaborato alla prima bomba all'idrogeno britannica, fu spedito dalla loggia a Gerusalemme, anch'egli per ricerche archeologiche sul tempio. Dopo quel viaggio Kaufman annunciò ai giornalisti americani di star preparando un articolo sul Tempio per la rivista "Ars Quator Coronati", organo interno della loggia: a quanto risulta quell'articolo non ha visto la luce ancora oggi, ma Kaufman ha avuto il modo di spiegare il succo della sua scoperta in un articolo apparso, nel 1983, sull'American Biblical Archelogical Review, assai letta tra i fondamentalisti protestanti Usa. Secondo lui la vera ubicazione del santo dei santi non si trovava dove oggi sorge la Moschea di Omar sulla collina di Gerusalemme, bensì "300 yarde più a nord", nelle vicinanze della cosiddetta Moschea degli Spiriti. La questione ha importanza dal punto di vista della Halakah, la legge religiosa ebraica: poiché solo il sommo sacerdote può entrare nel santo dei santi, un ebreo non potrebbe penetrare nella Moschea di Omar senza incorrere in un sacrilegio. (3) La scoperta di Kaufman libererebbe dunque da questo divieto: domani i soldati d' Israele potrebbero prendere possesso della Moschea senza incorrere in penalità religiose. Quanto a Kaufman è rimasto a Gerusalemme. Anzi, è membro in vista della Jerusalem Temple Fundation, una delle associazione che sperano di ricostruire il Tempio e di provocare l'avvento del Messia (...). 
Gli scavi sarebbero stati compiuti subito dopo la conquista israeliana di Gerusalemme, nel 1967. Il rabbino Ritmeyer dichiara che «Gerusalemme diverrà la capitale del mondo alla fine del secondo millennio». (4)
Per ottenere questo risultato, Ebraismo e Massoneria debbono spianare la strada ad un ferreo totalitarismo ideologico e religioso che non tolleri le diversità tradizionali, soprattutto la ricchezza spirituale latente dell'Europa "dalle cento bandiere".
Ecco perché la Massoneria si è adoperata in secoli di storia europea e mondiale a spegnere nel sangue e nell'oblio ogni forza che fosse d'ostacolo ai propri progetti, al punto di rivitalizzare i "cadaveri psichici" -secondo la dizione evoliana- di forme telluriche collettive e pelasgiche di riti pre-ariani sopravvissuti a livello larvale nel corso dei secoli Ed è da questi residui magmatici che la Massoneria ha tratto la linfa magmatica (unita alla ritualità ebraica) per alimentare il proprio aggregoro collettivo dominato dal demone israelita. 
Ma questa è un'altra oscura pagina che la setta ha scritto in danno alla tradizione indoeuropea e che non ama venga ricordata...
E questa è una ragione bastevole per andare avanti su questo argomento.

 

Edoardo Longo

Note

1) Cit. in A. Porciatti, "Gradi Scozzesi", Roma 1981. p. 76
2) Idem, passim.
3) Non a caso gruppi estremisti ebraici avevano pensato anche a demolire col tritolo la Moschea di Omar: cosa valgono le vite di alcuni Gojm di fronte al rispetto della religione ebraica?
4) Maurizio Blondet, "La luce massonica si riaccende da Mosca a Gerusalemme", in Studi Cattolici n° 376, giugno 1992 

 

 

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