da "AURORA" n° 11 (Novembre 1993)

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Lo strano modo di intendere la democrazia

Salvatore Buonocore

Premetto che pur non essendo un fautore della dittatura, non mi definisco democratico ed evito, quasi sempre, di usare la parola democrazia.
Forse perché, nel passato, questo termini è stato usato, a sproposito, dalla Sinistra e dai liberalcapitalisti per fare fronte comune contro gli avversari del Sistema e per demonizzare coloro che si rifacevano al Fascismo.
In democrazia prevale, quasi sempre, il numero sulla qualità, sulla competenza e sulla capacità (due deficienti valgono più di una persona intelligente). Tuttavia, il sistema democratico (inteso non come fine, ma come mezzo per portare avanti un progetto politico), poiché si basa sul consenso dei cittadini è, forse, il sistema meno peggiore che esista. Anche se il consenso alle volte, viene comprato e carpito con pressioni di ogni genere e con il lavaggio del cervello effettuato dai mezzi di comunicazione. 
In Italia e in Occidente, i politici, le associazioni, i sindacati, la stampa e la televisione hanno uno strano modo d'intendere la democrazia, l'intendono a loro uso e consumo. Si indignano quando la calpestano i loro avversari e si compiacciono quando l'aboliscono i loro amici. 
Lo scorso anno in Algeria si sono svolte regolari elezioni che hanno dato la vittoria agli integralisti islamici. Poiché la politica degli islamici algerini contrastava con gli interessi degli americani e dei loro alleati occidentali, le forze mondialiste si sono adoperate per mantenere ai vertici dello Stato algerino politici filo-occidentali ed hanno, a tal fine, appoggiato gli autori del colpo di Stato che ha annullato l'esito del voto 
Gli integralisti islamici legittimi vincitori delle elezioni sono stati arrestati ed incarcerati, fra l'indifferenza ed il plauso dei democratici di casa nostra. Per l'Algeria l'equazione: «un uomo un voto» non è stata ritenuta valida perché non confacente agli interessi del mondialismo
Recentemente, in Russia abbiamo assistito al bombardamento del Parlamento (liberamente eletto dai cittadini) ordinato dal democratico presidente Eltsin per «salvare la democrazia». Il massacro di centinaia di cittadini moscoviti, le persecuzioni, gli arresti sono stati effettuati col plauso dei cosiddetti democratici occidentali.
In quei giorni, provocava rabbia ed indignava gli uomini liberi guardare la televisione, leggere i giornali, sentire i messaggi di solidarietà inviati ad Eltsin da Clinton e dai servi occidentali.
A pensare che gli stessi politici in occasione dei fatti di Piazza Tien Ammen hanno raffreddato le relazioni diplomatiche con la Cina e gli stessi giornalisti per condannare il Governo di Pechino, hanno sprecato tante parole, hanno scritto tanti articoli, hanno effettuato diversi reportages televisivi ed un corrispondente della RAI e Ilario Fiore, ha addirittura scritto un libro per descrivere quegli avvenimenti.
In quella occasione, giustamente, si è voluto porre in evidenza il coraggio di quegli studenti che hanno dato la loro vita per la libertà.
Uguale trattamento ed attenzione avrebbero meritato quei moscoviti che si sono immolati per tentare di impedire ad Eltsin ed al suo Ministro dell'Economia Egor Gaidar (agente del Fondo Monetario Internazionale) di portare avanti il progetto di liberalizzazione economica che sta affamando il popolo e sta svendendo la Russia alle lobbyes economiche americane. 
Nelle scuole italiane, a differenza di quanto avvenne per i fatti cinesi, non risulta che studenti e docenti abbiano promosso manifestazioni di protesta ed abbiano discusso i tragici avvenimenti russi. Ciò dimostra che le forze mondialiste sono in grado di nascondere, semplificare o deformare determinati fatti.
Nostro compito deve essere quello di informare quei cittadini che, condizionati dalla stampa e dalla televisione di regime, non riescono ad analizzare e giudicare gli avvenimenti.
La lotta al mondialismo si fa anche con la contro-informazione
Iniziamo con lo smascherare gli ipocriti e col confutare questo strano modo di intendere la democrazia.

Salvatore Buonocore

 

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