da "AURORA" n° 17 (Maggio 1994)

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Imparare dalla Malesia

Claudio Mutti

Il governo della Malesia ha vietato, su tutto il territorio dello Stato, le proiezioni del film di Spielberg, "Schindler's List".
Il primo ministro Mahathir Mohammad, che in quanto ministro degli interni è anche responsabile degli affari culturali, ha affermato la sovranità del suo Paese in materia di cultura.
«Noi -ha detto Mahathir Mohammad in una conferenza stampa- abbiamo il diritto di mettere all'indice qualunque prodotto cinematografico. Protestare non servirà a niente. Personalmente non sono quello che si definisce come antisemita. Però sono contrario all'espansionismo sionista e all'usurpazione dei territori arabi che viene compiuta da parte dei sionisti».
La commissione della censura, da parte sua, ha inviato alla società produttrice del film una lettera nella quale si dichiara tra l'altro:
«La storia raccontata in "Schindler's List" riflette la posizione privilegiata di una determinata razza e le qualità che questa si attribuisce. Si tratta insomma di un tentativo propagandistico di attirare la simpatia del pubblico verso tale razza, a scapito di un'altra».
Non è soltanto in Malesia, d'altronde, che il film di Spielberg ha suscitato opposizione e polemiche. In Canada è stata curata la distribuzione di un opuscolo nel quale si pone in risalto il carattere letterario e non storico del libro da cui Spielberg ha tratto il film. "Schindler's List", si fa notare nell'opuscolo, è un romanzo che nelle intenzioni dell'autore, Thomas Keneally, non ha pretese di veridicità storica. Infatti nell'edizione americana, pubblicata da Touchstone a New York, si legge testualmente:
«Questo libro è un'opera di fantasia (: a work of fiction). Nomi, personaggi, luoghi ed episodi sono prodotto della fantasia dell'autore oppure sono utilizzati in maniera fittizia. Qualunque somiglianza con avvenimenti, luoghi o persone reali, vive o morte, è puramente casuale».
L'opuscolo, corredato di fotografie e piantine, conclude affermando che «il film di Spielberg è propaganda hollywoodiana che incita all'odio contro i Tedeschi».
Le dichiarazioni di Ernest Nolte, che ha accusato "Schindler's List" di fornire una rappresentazione parziale della realtà, e le accuse di faziosità rivolte dallo storico Reiner Zitelmann all'autore del film, hanno ricevuto grande risalto dalla stampa iraniana, dove alcuni mesi fa la stessa "guida spirituale" l'ayatollah Khamenei, aveva invitato gl'intellettuali del paese a «reagire con le loro armi specifiche alle menzogne diffuse dalla propaganda sionista»

Claudio Mutti

 

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