da "AURORA" n° 30 (Novembre - Dicembre 1995)

IL MOVIMENTO

Cavoli a merenda?

Ivano Ernesto Boselli

 

Discutendo in questi giorni con le insegnanti di mio figlio riguardo ai programmi didattici dell'anno in corso, mi sono accorto di grandi deficienze educative da parte della scuola dell'obbligo. Nelle 27 ore settimanali trovano posto per l'attività fisica solo 2 ore, il programma delle attività manuali è legato al contributo municipale (infatti quest'anno mio figlio e i suoi compagni non potranno accedere ai laboratori per mancanza di fondi), l'educazione civica, poi, pare sia troppo impegnativa o del tutto inutile per bimbi di sette anni. Questa considerazione sull'educazione civica è un chiaro segno che dietro le deficienze di cui sopra ci sia una forte volontà politica tesa a considerare l'impegno civico dei cittadini sulla base del loro effettivo adeguamento alle norme e non già come attività propositiva o di controllo. Così, l'educazione civica e con essa l'idea di principio civico si trasformano in «non sporcare - non passare con il rosso - non scocciare», quando dovrebbe essere, e deve essere, «stimati - stima» e, se è il caso, «fai stimare».

Infatti.

Da parte delle istituzioni si adduce che è inutile dedicare tempo prezioso ad una materia a cui già ci si dedica per tutto il tempo. Chi ci insegna la grammatica ci dice anche del bisogno di gettare la carta là dove è il suo posto; addirittura più volte all'anno si fanno prove di collaborazione con la protezione civile come addestramento in caso di calamità. Inoltre, per i più esigenti, è disponibile una insegnante laica che introduce al cattolicesimo, in linea quindi col «non rubare - non uccidere - non scocciare».

L'educazione statale da importanza all'aspetto aggregativo del vivere sociale piuttosto che sul coinvolgimento nel costruire il sociale, base questa per delineare il futuro politico non già come costruttore della società ma acquisitore e amministratore dei vari poteri.

La democrazia ci permette di liberarci senza spargimento di sangue di governanti interessati, inetti o tirannici e questo è decisivo nell'accettarla, ma senza il contributo del cittadino, attivo e fattivo, essa resterà sempre incompiuta, di là da venire, costosa.

Certo la scuola non è il solo impedimento sulla strada dell'impegno civile. La sola acquisizione di informazioni utili è ostacolata con mille motivazioni. Provate un po' a chiedere documenti alle istituzioni di Bretton-Woods, BM, FMI.

I negoziati tra i vari governi avvengono con la più totale esclusione degli osservatori. Però se abitate a Ravenna e volete provare, chiedete al vostro assessore come funziona l'applicazione del D.L. 626/94 riguardante la sicurezza sul lavoro!

Secondo me la chiave per mettere in moto l'adeguata costruzione della società è il coinvolgimento ineludibile ed interessato del singolo, permettendo così all'impianto normativo una maggiore elasticità nel seguire le mutate condizioni, garantendo nel contempo l'applicazione di questo impianto.

Non pare anche a voi che la più grande riforma nell'assetto costituzionale italiano sarebbe l'esecuzione compiuta della legge che si va riformando?

La mia scarsa preparazione letteraria mi obbliga ad usare in continuazione degli esempi per chiarirmi; di ciò mi scuso.

Voglio però convincervi che senza il naturale uso dell'attività civica, le buone idee e le migliori intenzioni s'impantaneranno sempre nella melma, più o meno alta, della palude dell'opinione pubblica. Dicevo della importanza vitale che le norme si adeguino alle problematiche in corso, norme però che durino almeno fino alla loro attuazione. Il Libano è un buon esempio di come lo sclerotizzarsi delle norme provochi guai, in questo caso tragici. Quando i francesi istituirono lo Stato del Libano agirono tenendo conto di un equilibrio demografico. A quel tempo poco più della metà della popolazione era cristiana, l'altra metà musulmana; il parlamento, quindi, doveva comprendere 6 cristiani ogni 5 musulmani. Negli anni settanta i cristiani rappresentavano poco più di un terzo della popolazione. Quando la nuova maggioranza musulmana chiese una maggiore quota di potere i Maroniti opposero resistenza e, una volta organizzate le milizie, la guerra iniziò. Il rifiuto di condividere il potere, la rigidità delle norme e del sistema politico in questo caso hanno portato al conflitto armato.

Altro caso illuminante sui guai provocati dalla mancata elasticità e prontezza della norma ad adeguarsi al dato di fatto, è il modo con cui i Paesi nel mondo (primo l'Italia) affrontano il problema degli emigrati e dei profughi.

La migrazione è diventata un'attività ordinaria, di ogni giorno e quasi in ogni parte del mondo. Il crollo dell'Unione Sovietica, la disperazione dell'Africa e le crescenti disparità di reddito assicurano che non si tratta di una tendenza momentanea. Eppure i politici continuano a concentrarsi sulle quote di immigrazione e su chi lasciare entrare nei loro Paesi, quando invece il dibattito pubblico dovrebbe affrontare le ragioni che costringono tante persone a lasciare la propria casa. Il flusso di lavoratori dai Paesi poveri a quelli ricchi è destinato ad aumentare eppure, in tutta Europa, sentimenti avversi all'immigrazione sono divenuti un aspetto comune a molte piattaforme politiche.

Pare ormai dimostrato che gli immigrati non abbiano sottratto posti di lavoro ai nativi, eppure cresce l'intolleranza in persone che sembrano aver dimenticato il fatto che nelle generazioni precedenti anche i loro parenti sono stati dei «nuovi arrivati».

Questo dell'immigrazione è un argomento che posso usare anche per l'altro aspetto provocato dall'attività civica: l'attuazione delle norme, il completo svilupparsi fino alla realizzazione della legge. Ve la ricordate la legge "Martelli"? Adeguata o inadeguata che la si giudichi, ecco che siamo daccapo, bisogna cambiarla prima ancora che passi l'esame del campo cioè la sua applicazione. Son troppi i casi come questo di leggi elettorali, di leggi ostaggio dei palazzi, di decreti a go-go per non preoccuparsene.

Una costante e massiccia azione civica aiuta, nello stesso tempo, sia il realizzarsi della norma, che il suo naturale declino.

Cosa comporta questo in un progetto antagonista? Cosa intendo per azione civica?

In un progetto politico teso a costruire la società in modo rivoluzionario rispetto al presente, com'è quello della Sinistra Nazionale, deve trovare posto la diffusione delle notizie che si hanno. Notizie in senso nozionistico, storico, informativo, ma anche intese come educare-abituare (i propri membri primi fra tutti) a preoccuparsi di ciò che accade nei dintorni di casa; educare ed abituare a rendere continui i contatti con gli amministratori locali anche come semplici cittadini.

Vi assicuro che un intervento personale, di obiezione o proposta, nei confronti del Municipio sortisce risultati migliori che se fatto dall'opposizione istituzionale. Unendo a questo (considerazione che faccio sempre quando intervengo) il riconoscere nelle problematiche della nostra comunità le problematiche mondiali, ecco che si rende chiara l'importanza di muoversi in questo senso.

Ed ecco cosa intendo per attività civica.

Certo, quello che accade nel mondo fa sembrare oltremodo inadeguato occuparsi delle fognature della nostra piazza rispetto al progressivo declino ambientale, oppure spendere risorse e tempo ragionando di "Piano Regolatore" quando oggi le miniere spostano ogni anno più di quanto è portato al mare da tutti i fiumi del mondo; ci si può sentire ridicoli invitando i nostri amministratori a spendere, per servizi sociali, soldi che non sono in cassa, quando i Paesi in via di sviluppo pagano per i semplici servizi di pagamento dei debiti più del doppio di quello che ricevono (in pratica dagli stessi Paesi) come assistenza ufficiale allo sviluppo.

Ma tant'è; è per me di fondamentale importanza agire in questa direzione, senza perdere per strada, certo l'aspetto prettamente politico del Movimento e quindi, valutare, schierarsi, fare piattaforme.

Per queste ragioni propongo di dedicare su "Aurora" uno spazio riservato alle «comunicazioni di servizio» delle varie azioni personali sicuramente in atto ed attuate dalle persone vicine a questo Movimento. Uno spazio per parlare di orari dei bus di Latina, per sapere se beviamo tutti acqua potabile, per verificare sul campo se tutti i Consigli comunali sono litigiosissimi come quelli che conosco io. Prometto di delineare meglio questa proposta se creerà interesse

Vi saluto... sono esausto.

Ivano Ernesto Boselli

 

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