da "AURORA" n° 46 (Febbraio 1998)

CIAO PINO

Pino Balzano: il poeta, il giornalista,
l'uomo libero fuori dagli schemi

"Gianni"

«Voi non siete
degli uomini»
e pianse dopo
essersi ucciso.
(Pino Balzano)

Stronzo di un Freud
n'è mica il sesso
che condiziona tutto,
la solitudine, è.
(Pino Balzano)

 

Pino ci ha lasciati attorno alla metà di gennaio. Solo ora troviamo la forza di scrivere poche righe in suo ricordo.

Non ancora cinquantenne al momento della scomparsa, il caro amico e compagno di lotta (più cultural-politica che rozzamente partitica) Pino aveva cominciato a scrivere a diciotto anni e cioè in quell'ormai lontano '66, allorché militava (con già allora compiti di una certa responsabilità) in una formazione europeista. Fu lui in quello stesso anno, con tutta la titubanza e l'esitazione che può avere un ragazzo di quell'età, a presentare un grande pensatore europeista belga, venuto nel capoluogo parternopeo ad esporre le sue tesi per una futura Europa indipendente, unitaria e comunitaria e che superasse tutte le vecchie ideologie e gli schemi politici in vigore sino a quel momento.

Si! Vox exlamavit desertis.

Dopo il Sessantotto, Pino approda nell’area della Sinistra extra-parlamentare, allora ancora non omologata e non incanalata in beceri schemi o mode (tanto da meritare da parte di esponenti della sinistra ufficiale le patenti di «marinettismo» e «diciannovismo»).

Pino collabora a varie testate (un suo paginone su "Aldous Huxley" apparirà su "Lotta Continua" del 12.2.80) e al contempo inizia una profonda ricerca spirituale interiore, con preferenze per il Tao di Lao-Tse (e sull'argomento scriverà un pezzo nel 1986 su "il manifesto", dopo aver, anni prima fatto un'analisi obiettiva sul «fascismo di sinistra» sull'organo di DP, "Il Quotidiano dei Lavoratori"). Ma nei ritagli di tempo, Pino non trascura la poesia (in lui sono evidenti gli influssi di Kerouac, di Camus e di Orwell, oltre a quelli di Pasolini e Celine, che sembrano smentire certe simpatie «staliniste» che Pino aveva negli ultimi tempi, forse unicamente poiché vedeva nel «comunismo» sovietico un sistema comunitario e nazionalitario, oltreché solidarista e, non tanto per l'autoritarismo del dittatore georgiano), stampa diversi libretti autoprodotti e, nel 1982 pubblica, insieme all'ottantenne Gennaro Ammendola, "I poeti del vicolo cieco" conducendo, al contempo insieme ad altri, un'inchiesta sui giovani che verrà raccolta nel volume "I rompiballe" (Sperling & Kupfer).

Nel '91 inizia le pubblicazioni della rivista "Nuove Angolazioni" che andrà avanti sino, all'estate '97, e che si spera continui ad opera dell'inconsolabile compagna Rosetta e dei suoi amici, tra cui Mario, Gianni, Lucio ed altri. Il sogno di Pino era una società comunitaria, anti-utilitarista (per questo seguiva con assiduo interesse il M.A.U.S.S. francese e i comunitarians americani) e solidaristica, magari meno edonistica, ma che assicurasse il benessere a tutti, compresi molti diseredati ed esclusi nostri e non solo quelli che provengono da fuori Europa. E a Pino importava poco che a condurre tale battaglia fosse un partito o un altro, un'ideologia o un'altra, l'importante era che gli uomini di buona volontà di tutti gli schieramenti, sentissero tale urgenza. Per questo, oltre a pubblicare la sua rivista, Pino non aveva alcun problema a scrivere anche su un quotidiano moderato come "l'Umanità" («ex» organo del PSDI), ove, grazie all'amicizia col direttore Ugo e con altri collaboratori, riusciva a far passare le sue tesi, che a volte contraddivano estremamente con le posizioni filo-atlantiste, conservatrici e moderate che rispecchiavano la linea generale del giornale.

Sul piano umano Pino era tutt'altro che uno «stalinista»: amava ridere, scherzare, ironizzare, mescolando la bonarietà napoletana con l'umor dell'Emilia Romagna, da cui discendeva per parte materna.

Pino era anche un tifoso di calcio. Ma nonostante la sua cittadinanza partenopea, le sue simpatie andavano al Milan («per togliere a questo l'egemonia berlusconiana», si giustificava), squadra della metropoli meneghina in cui era nato nel ?48.

È così che vogliamo ricordarlo. Sempre ironico, a volte sarcastico, soprattutto nel vedere il rincretinimento di tante masse giovanili uniformate allo stile di vita americano (un processo già iniziato alla fine degli anni '50 e ben messo in evidenza da Alberto Sordi in "Un americano a Roma" e, musicalmente da Renato Carosone in "Tu vuo fà l'americano", due esempi che Pino citava spesso e volentieri). Così pure vogliamo ricordare l'ospitalità e la generosità che egli accordava ai compagni che andavano a trovarlo ...

Ciao Pino ...

 


 

La scomparsa di Pino Balzano, è avvenuta esattamente a due mesi di distanza da quella di un altro «eretico» poeta, giornalista, esperto di problemi est-europei: Giovanni Mariani, di Milano il cui cuore ha cessato improvvisamente di battere a soli 33 anni di età ...

Ciao Giovanni...

 

Disgregazione
Urli disperati di solitudine
coperti da lacerazioni urbane
sirene e cancelli che si aprono
spari in fondo alla strada
spruzzi di una società morta lamenti carcerari
altro uomo forgiato alla crudeltà...
(Giovanni Mariani)

"Gianni"


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